SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La voce si era sparsa in tarda mattinata, all’ora dei telegiornali nazionali. Papa Francesco, a bordo della sua auto, sarebbe arrivato a San Benedetto per abbracciare anche gli sfollati alloggiati all’Hotel Relax, dopo aver visitato le località e le popolazioni duramente colpite dal terremoto del 24 agosto.

Gran folla di centinaia e centinaia di cittadini e curiosi, accorsi in Via Tibullo e sul prospiciente lungomare Marconi per vedere, salutare e stringersi attorno a Papa Francesco. Spasmodica l’attesa, anche di varie autorità cittadine (sindaco compreso) per rendere omaggio al Pontefice.

Minuti che passano a decine, vari quarti d’ora in trepidante attesa, finché dopo qualche ora si diffonde il dubbio – e poi la convinzione – che Papa Francesco non sarebbe venuto. La certezza arriva quando i presenti notano l’eloquente assenza del vescovo diocesano mons. Carlo Bresciani e quando trapela la notizia che il papa avrebbe deciso di concludere la giornata a Norcia nella trecentesca chiesa di San Pellegrino (e non San Benedetto, nemmeno quello da Norcia) distrutta da una delle ultime scosse sismiche.

Peccato, sarà per un’altra occasione. E dire che sono ben 159 anni e cinque mesi che un papa non mette piede a San Benedetto. L’ultima volta fu il 18 maggio 1857, un lunedì, quando a passare da qui per alcune ore fu Pio IX. Leggiamo dalla “Storia d’una Chiesa e d’una Spiaggia”, scritta nel 1950 da Enrico Liburdi che attingeva da cronache dell’epoca, «Il papa, con brillante seguito di guardie nobili, carrozze, ecclesiastici e soldati giunse, attesissimo, in San Benedetto. Il paese, riccamente addobbato, rigurgitava di popolo qui convenuto dai paesi vicini a far festa al Vicario di Cristo ed al celebre Sovrano». Si era infatti nello Stato Pontificio.

E poi anche in trasparenza un cenno a qualche polemica. Riferisce infatti Liburdi: «Si era fissato che, appena giunto, Pio IX salisse alla Chiesa matrice [l’odierna Abazia di San Benedetto Martire] per ricevere l’omaggio del clero colà raccolto in ansiosa attesa. Si erano spesi molti quattrini per parare a festa il tempio (…). Invece, niente di tutto questo. Il papa fu accompagnato direttamente a Palazzo Montani, all’ingresso del quale erano ad attenderlo gli ecclesiastici che, in conseguenza del contrordine, abbandonata la chiesa, erano in gran fretta accorsi colà».

E così il Liburdi riferisce dagli annali: «Dal balcone del palazzo il pontefice benedisse replicatamente la folla dei fedeli che l’invocava entusiasta. Poscia, dopo un breve riposo e una sontuosa colazione, riprese il viaggio per Ascoli, ove giunse intorno alle 6 pomeridiane». Un dettaglio, in conclusione, ricordato dallo stesso Liburdi: «Nell’atrio di Palazzo Montani (oggi in Via Cavour, di cui poi sarebbe stato proprietario Salomone Bruni) una lapide ricorda lo storico avvenimento: “Qui prese riposo nel suo viaggio per Ascoli il 18 maggio 1857 Pio IX Pont. Mass.. Qui ammise al bacio del santo piede i sudditi reverenti, due volte, da questo balcone solennemente li benedisse. Dalla maestà dell’ospite augusto, altamente onorati, monsignor Bufarini vescovo di Ripatransone ed il conte Gaetano Montani, ne vollero scolpito questo ricordo”».