SAN BENEDETTO DEL TRONTO- E’ innegabile che la partita casalinga col Fano abbia regalato all’ambiente rossoblu un certo entusiasmo. L’avvio, con 3 vittorie su 4 partite, è di quelli “prepotenti” e l’impatto con la Lega Pro, a parte la parentesi col Mantova, per ora non è sembrato particolarmente traumatico per la Samb.

Dopo un paio di giorni per pensare alla gara di sabato, Ottavio Palladini si ripresenta davanti ai microfoni e lo fa dicendosi “soddisfatto della prova offerta dai ragazzi che sono stati bravi a rimanere concentrati, lo testimonia il fatto che il Fano è stato praticamente innocuo, creando al massimo un pericolo alla nostra porta, peraltro sventato bene da Frison. Il fatto di non aver preso gol”-continua il tecnico- “ci fa ben sperare perché è un aspetto importante nell’economia di una partita, andare sotto può infatti essere complicato perché tutte le squadre tendono a chiudersi”.

“Siamo stati pazienti, non ci siamo fatti prendere dall’ansia e alla fine abbiamo trovato il gol a coronamento di una partita in cui abbiamo creato almeno 3 occasioni nitide, serviva solo calma e un po’ di cattiveria in più sotto porta”, questa l’analisi del tecnico che poi si spinge anche oltre, nella disamina tattica: “Il Fano sapevo che si sarebbe accentrato e avrebbe fatto densità in mezzo considerando il loro modulo, ho chiesto quindi sviluppo rapido del gioco e cross dalle fasce. In effetti è andata così”. Per il futuro invece l’allenatore pare intenzionato a mantenere il 4-3-3, “è quella l’idea di gioco di partenza, con la possibilità magari di cambiare in corso d’opera”. E chissà se in questo modulo un attore protagonista sarà sempre Alessio Di Massimo. “Lui deve migliorare in tanti aspetti ma senza dubbio è un calciatore in grado di cambiare gli equilibri di gare altrimenti destinate a rimanere bloccate dalla tattica”.

Chiusura poi sugli obiettivi, dopo 4 giornate. “L’obiettivo principale rimane la salvezza“-dichiara, e non è affatto una sorpresa, Ottavio Palladini-“una volta raggiunta potremo essere più ambiziosi ma una cosa deve rimanere chiara nelle nostre menti: solo correre più dell’avversario ci permetterà di metterlo in difficoltà”.