
GROTTAMMARE – Aumentano giorno dopo giorno le manifestazioni di dissenso verso la recente decisione dell’organo di indirizzo della Fondazione Carisap, di rinunciare al progetto A.N.I.M.A..
Stavolta, a scagliarsi contro la scelta, è il capogruppo di “Movimento Solidarietà & Partecipazione” Cesare Carboni, che estende addirittura la polemica all’intero organico della Fondazione.
“Ci troviamo davanti ad una decisione frettolosa, superficiale ed arrogante, scaturente da un voto espresso con scrutinio segreto (cosa alquanto inconsueta in una fondazione) e senza che ci sia una motivazione oggettiva che possa giustificarlo. Non c’è dubbio che ci troviamo di fronte ad un drappello di irresponsabili che, rispondendo ad interessi di terzi, siedono in quell’organo in rappresentanza di “amici degli amici”.
“E’ piuttosto anomala la modalità di nomina di alcuni organi della Fondazione – continua il capogruppo di Solidarietà & Partecipazione – che con il suo patrimonio immobiliare e mobiliare di oltre 300 milioni di euro, dovrebbe rappresentare correttamente gli interessi di tutta la comunità, la stessa che ha contribuito a creare questa ricchezza. Invece, si ha la sensazione che vengano rappresentati interessi esclusivamente ascolani e, troppo spesso, quelli delle consorterie autoreferenziali. Per far prevalere tali interessi, hanno messo in ballo biecamente la questione terremoto, segno inequivocabile di difficoltà argomentative, pur di sostenere una decisione a dir poco inopportuna sul progetto ANIMA. Di sicuro, questa presa di posizione si tradurrà (speriamo presto di poterla leggere) in una misera delibera, priva di argomentazioni concrete, lontana dai necessari percorsi di condivisione e di confronto trasparente. Diversamente, ci è parsa molto responsabile la posizione, anche se minoritaria di chi, nell’organo, ha insistito per adottare la decisione di sospensione (7 componenti su 17), in attesa di approfondimenti tecnici che, qualora non si fossero risolti, avrebbero fornito motivazioni per cancellare eventualmente il progetto”.
Carboni sposta poi la questione su un campo prettamente politico: “Ci preme sottolineare alcuni comportamenti schizofrenici di coloro che preferiscono privare il territorio di un’opera così prestigiosa e di grande importanza per l’economia locale; che evita tra l’altro spese al nostro Comune. Verrebbe da chiedere loro se queste posizioni siano motivate da interessi professionali disattesi. Perplessità ci sono anche per alcune posizioni di una esponente della sinistra sambenedettese che su Facebook condivide con “mi piace” alcuni commenti pseudo-fascistoidi. Ma si sa, questo è il tempo degli sciacalli! Ci spieghiamo a questo punto, perché alle ultime elezioni comunali il centrodestra di Pasqualino Piunti ha trovato facile campo. A quest’ultimo, Sindaco in carica del Comune di San Benedetto, e al suo Assessore al Commercio Filippo Olivieri va il nostro ringraziamento per la bella lettera che hanno avuto modo di inviare alla Fondazione Carisap, prima della riunione dell’Organo di indirizzo, in modo da sostenere con coerenza il progetto”.
Conclude Carboni: “Proporrò al gruppo consiliare che coordino e all’Amministrazione Comunale di verificare se esistano le condizioni per l’ottenimento di un risarcimento dei danni da parte della Fondazione Carisap, a seguito della cancellazione unilaterale del progetto ANIMA. Il. Comune aveva favorito, in ogni senso, questa iniziativa donando un’area edificabile di 10 mila metri quadri, adottando un Piano urbanistico funzionale al progetto, riconoscendo l’opera di pubblica utilità anche se privata e impiegando risorse umane del proprio apparato per circa 10 anni per le varie pratiche burocratiche e amministrative. Attendiamo anche eventuali decisioni della Fondazione CARISAP concernenti quest’area, oggetto di una donazione modale da parte del Comune per la realizzazione di ANIMA, il cui permesso di costruire (già rinnovato) scadrà nel prossimo mese di Ottobre”.
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A giochi ormai fatti, sarebbe interessante sapere quanto è costato rincorrere, per quasi nove anni, la realizzazione di questo enorme scatolone vuoto e che fine faranno i terreni donati alla fondazione………….Potrebbe essere una bella inchiesta giornalistica….che ne dice Direttore?
Solo ora forse la Fondazione si e’ accorta della fesseria che stava per fare !!!Basta cattedrali nel deserto !!!
Né la Fondazione Carisap né il Comune di Grottammare hanno mai fatto capire in questi anni come si sarebbe retto questo assurdo progetto da realizzare sulle sponde del Tesino quando strutture similari come il MAXXI e il Parco della Musica ubicate a Roma (Roma e non Grottammare!) denunciano diversi problemi di natura gestionale.
Mi meraviglia che al coordinatore del gruppo consiliare non venga in mente Atlante come causa scatenante indipendentemente dalla motivazione esplicita che poi verra’ eventualmente fornita.
Su donazioni senza “opzioni” di ritorno alla situazione originaria in caso di non adempimento contrattuale (anche se contratto non era quello di costruire ció che io chiamo il cubo dei Borg) preferisco non commentare, perche’ e’ naive
Anche le pietre sanno che gli equilibri interni alla Fondazione Carisap sono cambiati e non certo da ieri.