
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mashup artist è il duo composto da Irene Angelini e Giorgio Balestra. 26 anni lei, 24 lui e una passione in comune: la musica. Dopo anni di studi e un’estate di esibizioni entusiasmanti si aprono per parlare dei loro progetti.
Quali artisti vi hanno ispirato?
Irene: “Tra gli italiani i cantautori come Elisa e Bersani. A livello internazionale Bjork, Depeche mode i Beatles e tanti altri”
Giorgio: “Gli M83 ma anche alcuni esempi di duo come Petra Magoni e Ferruccio Spinetti o Arisa e Barbera che a Victor Victoria presentavano proposte interessanti”
Qual è stata la vostra preparazione?
Irene: “Nella mia famiglia ci sono molti musicisti, a partire da mia madre, quindi si può dire che l’ho respirata da sempre. A 6 anni ho iniziato a suonare piano al conservatorio, poi a 14 ho deciso di muovermi verso il canto e un genere più pop”
Giorgio: “A 3 anni facevo propedeutica musicale. Anche io ho seguito inizialmente un percorso classico ma poi ho iniziato a tirarmi giù i pezzi da solo. Appena hai la tecnica nelle dita scegli da solo il mondo musicale che ti appartiene”
Poi l’incontro a Roma.
Irene: “Sì, è stato casuale; eravamo entrambi al Saint Louis college. Abbiamo studiato nello stesso liceo a San Benedetto e avevamo molte conoscenze in comune eppure ci siamo conosciuti solo lì, alle audizioni e ai corsi. Di sicuro in comune c’è la passione per la musica che poi è diventata una professione”
Ad un musicista professionista che propone progetti propri però spesso vengono preferite cover band amatoriali
Giorgio: “In realtà molte cover band sono composte di professionisti. Certamente non è entusiasmante come prospettiva ma è una fonte di guadagno. Dipende da cosa cerca il mercato. Noi stessi non proponiamo brani inediti ma è normale; nel contenitore del pop cerchi di essere versatile. Per questo presentiamo i brani in chiave di mashup”
Mashup è una parola importante per voi. Come è nato questo progetto?
Irene: “Un po’ di tempo fa, suonando insieme ci è venuto naturale unire Mad about you degli Hooverphonic a Feeling good di Nina Simone. Quello è stato il primo di una lunga serie. È una lettura di brani noti che che non stanca, cerchiamo così di reinventare i brani. Suonare i brani con al piano bar sarebbe ripetitivo e inappagante”
E un talent show invece?
Giorgio: “Non lo escludiamo a priori ma è necessario trovare il taglio giusto. Banalizzo: se canti per passione, vai al talent e vinci entri in un meccanismo che non sai gestire e ti fagocita, se hai un progetto e sei consapevole hai speranza di farti strada e, dopo qualche disco, di essere centrato nel mondo musicale”
Quindi, al netto di talent e scorciatoie televisive, si può vivere di musica?
Giorgio: “Me lo chiedo ogni giorno. Si può se ti costruisci una professionalità”
Irene: “In realtà è una sfida continua. Usciti dalla scuola ricominci a studiare”
Sono questi i consigli che dareste a chi vuole cominciare a suonare?
Irene: “Sì. Inoltre è importante essere versatili. Un cantante ad esempio dovrebbe suonare anche uno strumento”
Giorgio: “Lo studio è imprescindibile, nulla piove dal cielo. Anche la consapevolezza è fondamentale”
Progetti futuri?
Giorgio: “Vogliamo spostarci verso l’elettronica senza seguire troppo la moda perché le tendenze vanno e vengono”
Irene: “In cantiere abbiamo anche di scrivere inediti per gli altri. Vogliamo essere versatili e provarci!”
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