SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Le pagelle di Sambenendettese-Mantova, finita 3 a 1 per gli ospiti che dopo due pareggi colgono la prima, e prestigiosa, vittoria stagionale interrompendo il breve trend positivo che la Samb aveva inaugurato all’esordio con la Maceratese.

Pegorin 5,5: Sull’ultimo gol del Mantova non può nulla, sul secondo era ostacolato da tre giocatori in posizione passiva di fuorigioco che ne offuscavano la visuale. Sul primo gol è sembrato poco reattivo così come non irresistibile è sembrato il destro di Caridi. Colpevole sì ma non troppo.

Di Filippo 5: La partita di Di Filippo sembra la sintesi esatta di quella che è la partita dell’intera Samb: luci e ombre, dall’errore in disimpegno sul gol di Zammarini e la facilità con cui troppo spesso si fa puntare da Regoli (le ombre) passando per un gol sfiorato, seppur involontariamente, e un bel cross che favorisce la sponda di Sorrentino che manda in rete Mancuso (le luci).

Mori 4.5: La difesa non ha funzionato in nessuno dei tre gol segnati dai “virgiliani” e trovare responsabilità individuali può essere arduo oltre che ingiusto. Al netto di tutto però Mori è sembrato fuori condizione, il che, abbinato a una struttura fisica pesante, lo rende lento e impacciato alla vista. Era un prospetto in difesa a livello nazionale fino a qualche anno fa e qualcosa vorrà pur dire. Lo aspettiamo.

Di Pasquale 6: Le responsabilità di squadra e di reparto sono innegabili ma per una volta il più giovane non è quello che ha più colpe, sempre positivo il suo atteggiamento in campo e a tratti molto eleganti i suoi disimpegni. (80′ Ferrario s.v.: Entra al posto di un acciaccato Di Pasquale e prova a dare il suo contributo soprattutto davanti su palla inattiva, sfruttando i centimetri che però non lo aiutano a regalare il pareggio ai suoi).

Pezzotti 5: Più propositivo di Di Filippo certamente sulla sua fascia mancina ma a volte la corsa non basta se si riesce ad andare al cross sempre e solo dalla trequarti e quasi mai dal fondo. Dal capitano ci si aspetta maggiore incisività.

Berardocco 6: Non ha paura di giocare il pallone anche quando il pericolo di perderlo è reale e questo è sinonimo di tranquillità e fiducia nei propri mezzi. Mezzi che faticano a essere innescati però, un po’ per colpa sua un po’ per colpa dei compagni, spesso “avari” nei movimenti che dovrebbero “chiamare” i suoi lanci.

Candellori 5: L’impatto con la Lega Pro per il ragazzino di Castorano è duro, durissimo a tratti. Il giovane ci mette i polmoni e la grinta come al solito ma raramente riesce a essere lucido. (46′ Di Massimo 5: Entra nella ripresa per aumentare il potenziale offensivo dei suoi: il risultato è che le potenzialità si scorgono mentre una condizione non proprio ottimale è più che nitida).

Sabatino 5: In occasione del primo gol divide le responsabilità coi compagni di reparto e i difensori, lenti nell’uscita ma al di là di tutto è sembrato un Sabatino molto poco lucido anche in appoggio, pochi i passaggi e le imbeccate giuste per quello che ieri è sembrato solo l’ombra del giocatore che tutti conoscevamo.

Mancuso 6: Gioca a destra, a sinistra e poi ancora a destra. In ogni occasione ci mette impegno e corsa che vengono ripagati col gol che riapre la gara e che, con un po’ di fortuna in più, poteva segnare ancor più positivamente la sua partita.

Tortolano 6,5: La vita, così come le partite di calcio, sono segnate a volte dal destino. Se Tortolano avesse trovato fortuna con quel pazzesco tiro al volo a inizio gara staremmo con ogni probabilità parlando di un’altra partita e celebrando la nascita di un nuovo idolo. La qualità e la classe che comunque mostra fanno sperare che questi momenti possano essere soltanto rimandati.

Fioretti 4,5: Tra i meno positivi dell’intera squadra dopo la gara da leone disputata a Macerata, anche con motivazioni personali evidentemente diverse. Anticipato costantemente dai difensori lombardi la sua gara non decolla mai, fino alla inevitabile sostituzione.(54′ Sorrentino 6,5: Davvero molto positivo il suo ingresso in campo, condito anche da un intelligente assist. La passione e il coraggio con cui lotta su ogni pallone è la dimostrazione che i grandi nomi vengono forgiati solo e soltanto dalle prestazioni in campo.)

Palladini 5,5: Sceglie un 4-2-3-1 o un  4-4-2, che dir si voglia, e con quello rimane per tutta la gara pur scambiando di posizione costantemente le sue pedine per cercare di creare, nella difesa del Mantova, uno scompiglio che però rimane solo nelle intenzioni del tecnico. Anche lui ha avuto il suo duro impatto con un campionato nuovo per il Palladini allenatore. Conoscendolo però, già da oggi sarà al lavoro per il riscatto.