SAN BENEDETTO DEL TRONTO- È stata certamente una domenica di relax per Ottavio Palladini, quel relax che si può permettere chi sa di essere partito col piede giusto, anzi giustissimo. Un debutto così, infatti, tanti lo bramavano ma magari in pochi lo avevano previsto, per tanti motivi: con la Maceratese era un derby in primis e poi forse attorno alla rosa rossoblu, da cima a fondo cambiata durante questa calda estate, c’era ancora un alone di mistero che poi, nei più critici per natura fa presto a diventare perplessità.
Il campo però, come sempre, ha dato il suo responso anche se l’avvio di gara non è stato troppo soft sabato: ” avevamo preparato una partita contro una squadra che ha giocato quasi tutto il precampionato con il 4-3-1-2, invece sabato contro di noi si è schierata con il 3-5-2. Questo un pò ci ha spiazzato all’inizio perchè ci ha fatto perdere  gli automatismi provati in settimana ovvero cercare di sfruttare le fasce con i terzini e creare la superiorità numerica sugli esterni perchè se giocavano con il 4-3-1-2 sulle fasce potevamo sfondare abbastanza bene. Questo ci ha creato un pò di problemi a livello tattico”, queste le parole del mister 48 ore dopo la sfida, una partita “equilibrata fino al 20′-25′, al momento della rete di Tortolano.
Poi “troppo campo concesso agli avversari” per il mister “che potevano segnare comunque al di là del rigore.” Bene invece la ripresa, “quando abbiamo attaccato meglio i loro tre difensori e creato i presupposti per vincere la partita. Potevamo chiuderla prima” -si lamenta Palladini-“non siamo stati bravi a farlo e l’abbiamo lasciata aperta fino alla fine rischiando un po’”.
Adesso col Mantova ci sarà certamente entusiasmo in casa, dove ci si aspetta il pubblico delle grandi occasioni. “Il pubblico è stato sempre il dodicesimo uomo in campo e mi auguro che lo sia anche sabato prossimo e penso di non avere dubbi. Noi dobbiamo farci trascinare dall’entusiasmo però e usare sempre la testa” chiosa l’allenatore.
La ricetta per fare bene? Forse non c’è ma per Ottavio Palladini , che anche sabato ha visto “una squadra dinamica” la strada è solo una: “dobbiamo entrare nella mentalità di correre per 90 minuti, anzi per 100 minuti “. Scommettiamo che nessuno dei suoi oserà contraddirlo.