Pegorin 6,5: Ritroviamo, in questo primissimo atto, un Pegorin più incerto di quello che abbiamo lasciato trionfante in Serie D. Nel primo tempo rischia il pasticcio un paio di volte e sbaglia anche un rinvio coi piedi nel secondo, tuttavia nel finale di gara è prezioso e determinante, in uscita bassa, per mantenere il risultato.

Di Filippo 6: Nello scacchiere disegnato da Palladini è certamente il terzino deputato “a farsi gli affari suoi” per così dire non cercando gloria offensiva. Dalle sue parti De Grazia è pericoloso però, e più di una volta riesce ad “intrufolarsi nella retroguardia rossoblu con qualche responsabilità del giovane abruzzese. Nella ripresa cresce comunque in personalità e offre anche qualche spunto e lancio interessanti.

N’Tow s.v. Sta in campo troppo poco per essere giudicato perché, toccato duro, si ferma dopo meno di un quarto d’ora. La sua uscita permette però la scoperta di Emiliano Tortolano(8) che si rivela l’uomo del destino rossoblu a Macerata: segna con un bel diagonale rasoterra e soprattutto fa vedere, per tutta la gara, di saperci davvero fare col “pallone”. Quando, pronti e via nella ripresa, aggancia sul posto un lancio di 50 metri di Di Filippo per poi servire sulla corsa Pezzotti, mostra a tutti i tratti di quella che è una cristallina classe calcistica, classe che prova a mettere sul “piatto” rendendosi pericoloso altre volte nella ripresa ma trovando meno fortuna. Rimane comunque un esordio da “sballo”.

Berardocco 7: Tocca tanti palloni, ne sbaglia pochissimi, manca forse il lancio “illuminante” ma i “Pirlo” vengono forgiati anche dalla bravura nel proporsi da parte dei compagni che in alcuni tratti è mancata, lasciando qualche volta il giovane pescarese col colpo in canna. Sul suo sinistro però si può sempre contare e i calci piazzati sono il suo “harem”, Fioretti permettendo.

Di Pasquale 6: Alterna momenti davvero brillanti, che sottolineano il bel prototipo di difensore che rappresenta, a momenti di sofferenza che condivide con tutto il reparto e che alla sua età però sono una scriminante più che accettata.

Mori 6: Il “pedigree” che ha lo elegge da subito a leader del pacchetto arretrato che però all’inizio non dirige come il miglior Kubrick e anzi, qualche svirgolata e qualche brivido che fa correre sono più dei tocchi alla “Hitchcock”. Nella ripresa migliora e segue il trend di crescita della squadra fino a che non si ferma dopo uno scontro di gioco e sta fuori per qualche minuto.(75′ Ferrario 6 Entra e dà una mano ai compagni a mantenere il vantaggio al posto di un Mori acciaccato e mezzo infortunato).

Lulli 6: Si merita la sufficienza per la corsa e il dinamismo instancabile che ci mette per tutta la partita anche se il secondo giallo che si becca per proteste a uno “sputo” dal 90′ e con la Maceratese in pieno forcing finale, sono i classici comportamenti che, in caso di pareggio, fanno volare gli scarpini (e gli improperi) negli spogliatoi.

Sabatino 7: Il suo ruolo nel 4-2-3-1 disegnato da Palladini si scrive trequartista ma si legge factotum perché la sua “parte” da suggeritore dietro Fioretti, complice la generosità di Sabatino, si trasforma in quello di tuttofare del centrocampo che gli fa mettere lo zampino ovunque, dalla sua area a quella avversaria.

Fioretti 7,5: Non parte alla grande, faticando un po’ a farsi spazio fra le maglie che ben conosce, ma col tempo la sua personalità sale in cattedra a partire dall’apertura da manuale che porta al gol di Tortolano fino alla caparbietà con cui quasi “strappa” la battuta del penalty (da lui procurato fra le altre cose) a Berardocco per segnare e togliersi qualche sassolino dalle Nike nei confronti di un ambiente che, dalla presidentessa ai tifosi, non l’ha esattamente accolto con fiori e parate. Provoca il rigore ma invochiamo al massimo la “colposità” del suo tocco di mano. (71′ Sorrentino 6: Entra per dare una mano a tenere su la squadra ma non sempre gli riesce alla perfezione).

Mancuso 7: Gara lodevole quella del ragazzo milanese. Parte con un compito non facile perché il mister gli chiede, nel primo tempo, sia proiezione offensiva che ripiegamento difensivo, un doppio impegno che attua con generosità andando anche a mettere di persona il piedone, ad esempio, su una conclusione dal limite di Colombi dopo una bella corsa per recuperare. Nella ripresa, con l’aumentare degli spazi, si trasforma in un’ala pura recapitando in mezzo all’area, almeno in due o tre occasioni, dei palloni pericolosissimi.

Pezzotti 6,5 : Parte da ala e con l’ingresso di Tortolano per N’Tow si ricicla in terzino. Ovunque lo metti sta e ci sta alla grande per la corsa, il sacrificio e la puntualità con cui si propone sulla fascia per il cross. Soffre un po’ solo nel primo tempo in posizione difensiva, fase di ambientamento, forse, nel nuovo ruolo.

Palladini 8:  Anche lui alla prima in Lega Pro da tecnico, per sua stessa ammissione il 3-5-2 messo in campo da Giunti lo disorienta e la sua squadra soffre a prendere le misure alla Maceratese, almeno all’inizio. Col tempo il vestito che “cuce” alla squadra si adatta e l’infortunio a N’Tow diventa la variabile impazzita perché permette l’ingresso di Tortolano, diverso da Pezzotti per caratteristiche, che cambia la partita. Nella ripresa è magistrale la carica con cui torna in campo la sua squadra e il modo in cui sta in quel campo, nonostante un po’ di sofferenza finale. Esordiente ma non troppo.