GROTTAMMARE – E’ una giornata molto ventosa sulla Riviera delle Palme, ma non abbastanza da impedire alla sincronette Manila Flamini di andare al mare e godersi un po’ di relax dopo il quinto posto alle Olimpiadi di Rio. La qualificazione e la partecipazione all’ultima edizione dei Giochi rappresenta il coronamento di un sogno perseguito per dodici anni e la ciliegina sulla torta rispetto ad una lunga serie di successi raccolti dalla squadra nazionale italiana di nuoto sincronizzato, di cui Manila Flamini è la Capitana. I risultati più importanti: due bronzi europei nel 2006, due argenti europei nel 2008, un quarto posto mondiale ne 2009, due quarti posti europei nel 2010, due bronzi europei nel 2012, un bronzo e quarto posto europei nel 2014, un bronzo nella gara di qualificazione olimpica e due argenti e due bronzi europei nel 2016. A ciò bisogna aggiungere lo straordinario bronzo mondiale conquistato da Manila Flamini e Giorgio Minisini nel duo misto tecnico a Kazan 2015. Ed è proprio alla specialità del duo misto che la Campionessa romana vuole dedicarsi in maniera esclusiva, con l’obiettivo di confermare o migliorare il terzo posto ottenuto lo scorso anno. Prima però c’è in programma il matrimonio, fissato per il prossimo 10 settembre.

Manila, come hai iniziato a praticare il nuoto sincronizzato?

“Il mio primo sport è stato il nuoto: mia madre non sapeva nuotare e voleva che io imparassi subito. Un giorno ci ha fatto visita un’allenatrice e ha visto che ero fisicamente portata per il nuoto sincronizzato, quindi mi ha proposto di provare. Sinceramente non conoscevo questa disciplina, è nato tutto per caso. Avevo nove anni e, nonostante fossi già abbastanza grande, dopo due stagioni sono entrata in Nazionale. Ho cambiato diverse società, ma dal 2003 sono all’Aurelia Nuoto. Dal 2010 invece sono nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro”.

Che emozione è stata competere alle Olimpiadi?

“Da quando sono entrata in Nazionale l’obiettivo è stato sempre quello di partecipare alle Olimpiadi. Con il cambio di regolamento nel 2005 per l’Italia era diventato quasi impossibile qualificarsi, vista la presenza della Russia in Europa. Ma dopo dodici anni ce l’abbiamo fatta con tanto lavoro e sacrificio. E’ stata forse più emozionante la gara di qualificazione olimpica che l’Olimpiade in sé, perché sapevamo che era davvero difficile ottenere il pass. Ai Giochi si può dire che la classifica era già decisa. Ma il clima è bellissimo: incontri atleti di tutti gli sport, anche grandi Campioni, e può capitare di mangiare con loro o comunque di starci a stretto contatto”.

La Russia è imbattibile nel vostro sport?

“Almeno per il momento sì, perché hanno una tradizione completamente diversa dalla nostra. Basti pensare che i bambini vengono indirizzati da subito verso lo sport per cui sono più portati fisicamente. Quanto al nuoto sincronizzato in particolare, ci sono più ragazze che lo praticano e già da piccole il numero di ore di allenamento è più elevato, così come anche i ritmi sono più alti: le atlete sono perennemente in collegiale, o meglio fanno cinque giorni di collegiale e uno di riposo per tutto l’anno. Noi da ottobre a gennaio facciamo due settimane di collegiale al mese, mentre da febbraio tre settimane. Il tempo è minore”.

In quali condizioni era la piscina di Rio?

“La piscina del nuoto era nuova, mentre quella per nuoto sincronizzato, tuffi e pallanuoto era situata in un impianto vecchio. L’edificio non era bellissimo, ma non aveva mai dato problemi. Invece purtroppo si sono rotti i filtri e l’acqua è diventata verde. Per fortuna hanno provveduto, perché noi sincronette dobbiamo tenere gli occhi aperti sott’acqua e non si vedeva nulla. Il villaggio olimpico era bello, ma non era pronto per l’inizio dei Giochi: l’Italia ha dovuto pagare una ditta locale per finirlo”.

Qual è la situazione del nuoto sincronizzato in Italia?

“E’ in crescita grazie alle ultime medaglia conquistate e a un programma chiamato ‘Vite in apnea’, che ha dato al nostro sport un po’ di visibilità e ha fatto aumentare il numero delle bambine che lo praticano. Inoltre sempre più società prevedono il nuoto sincronizzato, ma è una disciplina costosa: servono molte corsie e piscine alte 2-3 metri. E’ difficile trovare piscine idonee in Italia”.

Ora ti stai riposando a Grottammare?

“Sì, vengo qui in vacanza da quando ero piccola almeno una settimana all’anno, perché mia nonna era di Montedinove e abbiamo una casa lì. Mi serve per staccare e godermi un po’ di relax”.