SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una storia, o meglio una cronistoria, travagliata quella che il Movimento 5 stelle ha ripercorso nei giorni scorsi davanti a due deputate pentastellate. Patrizia Terzoni (commissione ambiente) e Donatella Agostinelli (giustizia) sono intervenute per assicurare agli attivi il loro massimo interesse.

I fatti snocciolati sono quelli che hanno portato alla mancata certificazione.

La risposta dello staff si è rivelata una sorta di “silenzio rigetto”che non rappresenta una condicio sine qua non per l’attività di un gruppo, quello di San Benedetto, che dovremo abituarci a chiamare Meetup almeno per un po’. La visione unanime emerge anche dalle parole di un attivista, Sergio Niccolini, che spiega:“Ciò che è accaduto non pregiudicherà in futuro l’attività di controllo del Movimento sulla pubblica amministrazione”.

Lo staff è un organo oggettivo –  chiarisce la Terzoni – è un organo estraneo alle segnalazioni ma legge la rassegna stampa“.

E se da un lato il gruppo degli attivi riconosce che senza tante notizie contrastanti l’ultimo anno sarebbe stato diverso, dall’altro le deputate, ammette la Agostinelli, avrebbero dovuto: “seguire di più la situazione”.

E ora?

Sembra chiara e univoca la posizione dei pentastellati. “L’ottica è quella di avviare un lavoro con spirito costruttivo, propositivo e migliorativo per perfezionare quanto non ha funzionato”, spiega Giorgio Fede che prosegue: “Per questo il collegamento con tutte le realtà nazionali deve essere migliorato e potenziato”.