SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riportiamo una nota diramata da Legambiente Marche sul proprio sito.

Fiumi, fossi e torrenti continuano ad inquinare il mare marchigiano.

Su dodici punti monitorati da Goletta Verde nelle Marche ben nove sono stati giudicati fortemente inquinati, con cariche batteriche oltre il doppio di quelle consentite dalla legge

Scarsa informazione ai bagnanti: ancora troppo pochi i cartelli, obbligatori per legge, di divieto di balneazione e sulla qualità delle acque

Legambiente: “La Regione Marche dimostri, proprio a partire dall’emergenza depurativa, una nuova visione di sviluppo per questo territorio, attento alle sue risorse e che punti sulla sostenibilità ambientale per rilanciare l’economia”

La minaccia della mancata depurazione pesa come un macigno sulle Marche: su dodici punti monitorati da Goletta Verde ben nove, il 75%, presentavano cariche batteriche elevate con valori almeno del doppio rispetto ai limiti imposti dalla legge, con un giudizio di fortemente inquinati. Nel mirino ci sono sempre foci di fiumi, fossi e torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. Da Legambiente arriva quindi l’appello a Regione e amministrazioni comunali, sia dei centri costieri che dell’entroterra, di attivarsi immediatamente per risolvere inefficienze denunciate da anni, per non compromettere una delle principali risorse di questo territorio.

È questo il bilancio del monitoraggio svolto nelle Marche dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati eil sostegnodei partner tecnici NAU e Novamont. L’istantanea regionale sulle acque costiere è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa alla Casa delle Culture di Ancona da Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche e da Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde.

I pericoli al mare e alle coste marchigiane non arrivano solo dalla scarsa depurazione, come confermano i dati del dossier Mare Monstrum di Legambiente. I reati ai danni del mare che le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato nelle Marche nel corso del 2015 sono stati 743 (in crescita rispetto ai 495 dell’anno precedente) con 715 persone arrestate e denunciate e 158 sequestri: in pratica 4,3 reati per ogni chilometro di costa. A fare la parte del leone i reati relativi alla pesca di frodo dove le forze dell’ordine hanno scoperto 275 infrazioni (con 255 persone denunciate e arrestate e 70 sequestri). A seguire le infrazioni relative alla cattiva depurazione e agli scarichi selvaggi che sono state 212 (con 204 persone denunciate e 98 sequestri) e quelle legate al ciclo del cemento, con 141 infrazioni accertate, altrettante persone denunciate e 13 sequestri. Infine, i reati relativi alla navigazione fuorilegge: 115 i reati contestati, con altrettante persone denunciate.

Ecco il dettaglio delle analisi di Goletta Verde.

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 29 e il 30 luglio 2016. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. I punti scelti sono stati individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio Sos Goletta.

Il monitoraggio prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un “maggior rischio” presunto di inquinamento. Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. Si tratta di un monitoraggio puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.

Sono stati giudicati fortemente inquinati entrambi i punti campionati in provincia di Ascoli Piceno: alla foce del torrente Albula a San Benedetto del Tronto e alla foce del torrente Tesino a Grottammare.

Dei tre campionamenti eseguiti in provincia di Fermo, è risultato fortemente inquinato quello prelevato alla foce del torrente Valloscura, al lido di Fermo, al confine tra i comuni di Porto San Giorgio e Fermo. Cariche batteriche entro i limiti di legge in quelli eseguiti alla spiaggia in corrispondenza del fosso San Biagio a Marina di Altidona e alla spiaggia in corrispondenza del fosso Fonteserpe a Porto Sant’Elpidio.

In provincia di Macerata fortemente inquinato il giudizio per il prelievo alla foce del fosso Asola tra Civitanova Marche e Potenza Picena. Stesso giudizio per la foce del fiume Musone, al confine tra Porto Recanati e Numana, nonché confine tra le province di Macerata e Ancona. Passando a quest’ultima provincia, l’unico campionamento per i quale gli inquinanti erano contenuti nei limiti di legge è stato quello alla spiaggia Ponte Rosso, presso il lungomare Alighieri a Senigallia. Fortemente inquinate invece le acque prelevate alla foce del canale presso la Stazione Torrette di Ancona e alla foce del fiume Esino a Rocca Priora di Falconara Marittima.

Fortemente inquinati anche i due campionamenti eseguiti in provincia di Pesaro Urbino: alla foce del torrente Arzilla a Fano e alla foce del fiume Foglia a Pesaro.