RIPATRANSONE – Giovedì 28 luglio alle ore 21,15  all’Anfiteatro delle Fonti di Ripatransone, andrà in scena “Madama Butterfly”, l’intramontabile opera di Giacomo Puccini che sarà diretta da un marchigiano di successo, il  M° Roberto Pomili.

La regia dell’opera è stata affidata  a Frederik Boni che ha curato, minuziosamente,  ogni minimo dettaglio: la scenografia proviene direttamente dall’Oriente e i kimoni che indosseranno sulla scena sono stati realizzati in Giappone.

Frederik Boni  giovane regista, è  nato a Bologna in un ambiente famigliare di musicisti. Laureato al DAMS in storia della regia,  coltiva da sempre l’interesse per l’opera lirica e si approccia allo studio del canto lirico. Ha firmato la regia di quattro titoli d’opera (“La Bohème”, “Lucia di  Lammermoor”, “Un ballo in maschera” e “La Cenerentola”) all’interno di un festival lirico, ricevendo eccellenti recensioni. Parallelamente alla regia coltiva anche l’interessi per l’arte contemporanea.

Note  di regia

L’intera opera, la tragedia di Madame Butterfly, ci trasposta e ci mostra, attraverso  toni e colori evocati  dalla musica: due  mondi opposti che entrano in contatto, si mescolano e vanno in contrasto.  Dal richiamo dell’inno  Americano  incarnato dalla figura del capitano F.B. Pinkerton alla costruzione armonica della scala orientale che ci riporta al Giappone. La mia regia vuole  cercare di mettere in evidenza  il conflitto tra l’essere occidentale e la realtà giapponese. Pinkerton  con accenti sempre duri, bruschi, è un  personaggio che si muove per convenzioni, in modo superficiale e con i propri atteggiamenti egocentrici,  entra in conflitto e si contrappone alla realtà giapponese. Mondo che appare come una sfera di cristallo che allo sguardo sembra perfetto e neutro ma che al suo interno  nasconde altro:  dietro si celano i sentimenti, i drammi e  le sofferenze delle persone. Madame Butterfly  anche  se ha solo quindici anni  è già una vera donna matura, che racchiude  in sé emozioni vere e intime, legata alla piccole cose, accetta la sua condizione ma è sempre determinata, non dà  per vinta nulla e infine decide  essa stessa il suo tragico destino ( il suicidio). Questo ultimo atto vuole essere la testimonianza che l’intera cultura giapponese corrotta dalle influenze americane  non può convivere pacificamente e va in crisi.  Butterfly simboleggia  e incarna il destino tragico di tutte quelle donne che si sono prestate o si presteranno a questa vita. L’impianto scenico è pensato per valorizzare l’ambiente in cui ci troviamo per risaltare il territorio e la vegetazione  che ci richiama  alle campagne e monti verdi del Giappone.  La struttura della casa sarà solo simbolica, una struttura semplice  in cui si  vuole mettere  al centro il dramma. Grazie alle luci si cercherà di evidenziare la drammaturgia e l’intreccio  dell’opera.