SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono le 16 di domenica pomeriggio quando Diego Abatantuono risponde al telefono per concedere una intervista al nostro giornale e le sue risposte non sono mai scontate.

Signor Abatantuono, come è cambiata la comicità oggi, cosa cerca il pubblico nel 2016?

“La comicità non cambia, le cose che fanno ridere fanno ridere sempre, cambiano gli spunti, i ritmi e gli agganci. Io parlo del cinema perché quello è il mondo che conosco: dalla semplicità si è passati alla sofisticazione. Prima era Totò, poi Sordi e dopo Gassman sono arrivati Pozzetto e Boldi. Sono cicli. La variante più clamorosa è che la comicità è opinabile. La risata resta un parere personale. Se invece facciamo un esempio legato all’audience televisivo, l’esito può essere legato al pubblico che segue quella fascia se una cosa fa ridere o non fa ridere. L’umorismo e la comicità vengono scelti dal pubblico.”

Quindi è diventato più o meno facile fare una comicità politicamente scorretta?

“La satira rimane specifica per alcuni comici. Poi c’è la satira di chi fa dei film e non racconta eventi e personaggi ma dalla storia che vedi capisci dove si vuole arrivare. Ci sono tantissimi spettacoli o film che prendono posizione e altri che non entrano nel merito. Non c’è bisogno di dire che Fanfani era basso per fare satira. Poi ci sono alcuni che si occupano delle storie dei politici ma le persone senza sensibilità, gli ottusi non fanno quasi mai ridere”

In passato ci sono stati comici che hanno lavorato in gruppo, penso ad Aldo, Giovanni e Giacomo o i Broncoviz ma oggi mancano, che saper far ridere sembra essere diventato uno sport individuale?

“Questi gruppi hanno avuto storie diverse, i Broncoviz hanno avuto diverse formazioni e poi si sono sciolti mentre Aldo Giovanni e Giacomo tengono ancora oggi. Dipende molto dal pubblico.”

Se le proponessero di realizzare una serie televisiva su qualche suo personaggio, quale interpreterebbe con più piacere?

“Io ho fatto due serie, il commissario Corso tantissimi anni fa e più di recente ho interpretato il magistrato Mastrangelo nell’omonima serie che è andata molto bene. La rifarei ma non me la riproporranno perché… è andata benissimo. Serie comiche non ne accetterei, sono troppo grande per queste cose. Oggi faccio tutte le cose che vengono proposte se mi piacciono e sono adatte alla mia età.”

Dopo l’esperienza televisiva con il programma “Eccezziunale veramente” pensa ci sia una nuova generazione di comici in grado di prendere il testimone da chi, come lei, ha dato tanto al cinema e alla tv?

“Al quel livello non so. Noi abbiamo fatto una trasmissione che voleva essere un esperimento, una formula adottata tanti anni fa dal locale Derby dove mi sono formato io. I comici di quella generazione hanno spesso tentato di replicare una formula vincente.  Oggi Colorado va per conto suo mentre La7 ci ha proposto una formula che ha funzionato e credo che i ragazzi arrivati in finale, soprattutto gli ultimi tre, siano forti. Questi giovani hanno la possibilità di esibirsi in tv e spero abbiano la possibilità di affermarsi in futuro.”

 Arancia d’oro 2016: questo premio è uno stimolo per una carriera già ricca di premi?

“Sicuramente. Mi fa molto piacere ricevere questo premio, l’avrei accettato anche se fosse stata d’argento. Comunque non si prescinde dall’organizzatore. E in questo caso devo dire che non mi costa nessuna fatica raggiungere Grottammare anche se sto girando un film proprio in questo periodo. Lo scorso anno Pozzetto ha vinto lo stesso premio ed è un uomo che ha cambiato la mia vita, oltre che la comicità. Inoltre l’organizzazione è gestita da Enzo Iacchetti. Se mi avesse proposto la stessa cosa qualcun altro non avrei accettato”.

Enzo Iacchetti quindi è un professionista che lei stima molto?

“Non solo è un uomo di spettacolo di alta qualità ma è anche una persona eccezionale nella vita. È un uomo straordinario oltre che un grande artista. Solo una persona come lui può mettere in piedi un evento come Cabaret amoremio!”

Ed infatti la porta avanti con successo da molti anni

“Ci riesce grazie alla sua estrema qualità. Oramai la vita va avanti e la qualità umana emerge insieme a quella professionale. Iacchetti è un grande comico, un grande intrattenitore ma soprattutto umanamente una grande persona. Questo fa sì che con una telefonata mi possa dire: “Vieni a Cabaret amoremio?” senza che io sappia cosa succederà. Penso mi farà delle domande ed interverremo col pubblico”.

Molti suoi colleghi si sono innamorati delle Marche?

“Ho una casa proprio sopra Pesaro, vicino a Riccione. Purtroppo per impegni di lavoro non ho tempo e modo di tornare spesso ma sono molto vicino.”