FERMO – Tutto era iniziato nella notte tra il 27 e 28 febbraio. Ignoti avevano posizionato un ordigno esplosivo davanti all’ingresso di uno stabile, alloggio per sacerdoti, vicino al Duomo di Fermo. L’esplosione causò lievi danni al portone.

Tra il 7 e l’8 marzo un altro ordigno era stato posizionato nei pressi del portone dell’ingresso della canonica della chiesa di San Tommaso di Canterbury a Lido San Tommaso di Fermo. L’esplosione provocò gravi danni al portone.

Tra il 12 e il 13 aprile un’altra bomba era stata messa davanti al portone d’ingresso della chiesa San Marco alle Paludi di Fermo. Ci furono, anche in questo caso, gravi danni al portone.

La mattina del 22 maggio il parroco della chiesa San Gabriele dell’Addolorata di Campiglione di Fermo aveva rinvenuto un ordigno inesploso nei pressi della struttura. La bomba fu mandata per analisi al Ris di Roma.

In una conferenza stampa, svoltasi a Fermo, sono stati svelati i nomi dei presunti responsabili.

L’attività svolta dal Comando Provinciale Carabinieri di Ascoli Piceno, la Procura di Fermo e in collaborazione con la Sezione Anticrimine (Ros) di Ancona, portava ad indagare sul 44enne M. P. (fermano) dopo aver raccolto gravi elementi indiziari sulla sua presenza in auto la notte prima del rinvenimento dell’ordigno inesploso di Campiglione di Fermo.

Nel proseguo delle indagini, condotte con l’ausilio di sistemi di radiocanalizzazione ed intercettazioni telefoniche ed ambientali, i militari hanno appurato la responsabilità del 44enne sul confezionamento e la posa degli ordigni esplosivi davanti ai portoni delle chiese. E’ stato anche acclarato il coinvolgimento dell’amico M. B., 30enne fermano.

Il 19 luglio, dopo le attività svolte e citate precedentemente, la Procura di Fermo concordando pienamente con gli esiti investigativi dei carabinieri, ha emesso due provvedimenti di “fermo indiziato di delitto” nei confronti dei due uomini. Sono ritenuti, dai militari, responsabili di aver fabbricato in concorso e senza licenza dell’autorità ordigni esplosivi che venivano poi illegalmente portati in luogo pubblico e fatti esplodere al fine di incutere timore e mettere a repentaglio la sicurezza pubblica.

I due fermati, dopo le formalità di rito, sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Ascoli Piceno.