GROTTAMMARE – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato, giunto in redazione, da parte dell’ufficio stampa comunale di Grottammare.

Lo  Sportello Antidiscriminazioni di Grottammare – Tandem Associazione Interculturale, l’Associazione Senza Confini Ancona, l’ Sos Missionario San Benedetto del Tronto, la Coop. Sociale Nuova Ricerca Agenzia Res e  Marche Solidali (Coordinamento Organizzazioni Marchigiane di Cooperazione e Solidarietà Internazionale) esprimono dolore e amarezza per la morte di Emmanuel Chidi Namdi.

L’amministrazione comunale di Grottammare si unisce alla loro condanna e raccoglie l’invito alla diffusione del seguente appello.

Omicidio di Emmanuel: è urgente un Programma di azione a livello regionale.

Esprimiamo dolore e profonda amarezza per l’omicidio avvenuto a Fermo, del giovane richiedente protezione internazionale Emmanuel Chidi Namdi e solidarietà alla giovane moglie Chimiary.

Non sono bastate le persecuzioni e gli orrori subiti in Nigeria, il lungo e penoso viaggio attraverso il Niger e la Libia!

La morte l’ha trovata in Italia, nella Marche per mano di un italiano!

I media diranno, come sempre, che si tratta di un “balordo” isolato.

Noi non ci stiamo: il fatto è che razzismo e odio corrodono in modo crescente, ogni giorno, le nostre vite che diventano sempre più cupe e inconsistenti. Il dramma nel dramma è che non ce ne accorgiamo e che stiamo tutti scivolando dentro una voragine di morte.

Qual è il vantaggio che ne abbiamo?

Che società è quella in cui i bianchi insultano i neri, in cui una parte della popolazione “colpevole” di avere cittadinanze diverse, viene esclusa, emarginata fino a diventare oggetto di violenza??

Che società è quella in cui sindaci, funzionari pubblici perpetrano quotidianamente un razzismo istituzionale, persecutorio nei confronti di chi ha un colore della pelle o una cittadinanza diversa da quella italiana? Solo pochi giorni fa due giovani di origine bengalese sono stati aggrediti da un branco di ragazzi perché, secondo i testimoni, non conoscevano il Vangelo; così come il grave episodio persecutorio ed intimidatorio da parte di Forze di Pubblica Sicurezza nei confronti di un giovane nigeriano regolarmente residente nella nostra regione.

Che società è quella in cui i giornali, i media, poco informati sul tema dell’immigrazione, urlano un linguaggio che fomenta solo odio?

Che società è quella che non è capace di accogliere un profugo ogni 20.000 abitanti??

E’ ora di smettere di pensare che le Marche sono migliori: anche nei nostri territori sono in evidente crescita atti di terrore nei confronti degli immigrati, tanto che gli immigrati, tra le poche regioni in Italia, se ne vanno: tra il 2015 e il 2016 se ne sono andati circa in 5.000. Non è la “crisi” ma è la difficoltà quotidiana di sopportare una segregazione sociale, un clima offensivo e le discriminazioni razziste.

E’ ora di smettere di delegare il governo dell’immigrazione alle Forze di Pubblica Sicurezza e alle Prefetture da un lato e al volontariato dall’altro!

Le parole di condanna non bastano: chiediamo un chiaro e costante impegno alle istituzioni che ci governano.

Chiediamo non impegni verbali ma un chiaro Programmi di azione regionale, condiviso e finanziato per la costruzione di un vero dialogo interculturale.  Occorre un forte cambiamento culturale. Non si dica che mancano le risorse dato che gli immigrati sono una risorsa anche economica, che portano nelle casse della regione milioni di euro a favore di tutta la collettività.