SAN BENEDETTO DEL TRONTO- La riunione del Pd che nella serata di lunedì ha portato alle dimissioni di Sabrina Gregori ce la immaginiamo con le musiche di sottofondo di Ennio Morricone, accompagnamento ideale del climax di tensione che dev’essersi consumato fra i democratici una volta ritrovatisi faccia a faccia fra loro, quasi come nei classici “stalli alla messicana” del maestro del cinema italiano Sergio Leone.
A farne le spese, un po’ come Lee Van Cleef/Sentenza ne Il buono, il brutto e il cattivo, è stata Sabrina Gregori, che da due giorni non è più il Segretario dell’Unione Comunale pur “restando membro dell’Unione e un’ iscritta al partito” dichiara a Riviera Oggi l’interessata. Ormai a freddo la Gregori dichiara di essere “ancora convinta che questo partito abbia la necessità di riflettere molto sulla qualità del rispetto umano che deve essere alla base di qualsiasi tipo di rapporto, anche politico. Ci siamo chiesti”-prosegue-“perché abbiamo perso le elezioni? E oggi abbiamo la risposta: bande armate e fazioni bellicose“. Questo insomma è oggi il ritratto che del Pd dipinge il suo ex segretario, che in definitiva rimprovera tutti di “lasciare la politica fuori dalla porta in favore di sentimenti di astio, vendetta e senso di rivalsa”.
Il politico poi lascia il posto all’essere umano, coi propri limiti: “Per due anni e mezzo ho combattuto per rasserenare il clima ma fintanto che nel partito continuerà ad esserci chi incita la folla del Colosseo per le decapitazioni nulla sarà possibile. L’altra sera mentre li guardavo davanti a me con quei volti tirati, quegli occhi rabbiosi, ho capito che io con certe persone non voglio avere nulla a che fare ma ringrazio comunque chi mi è stato vicino”.
La Gregori quindi punta il dito sul partito, “un partito che ha perso la vocazione verso il bene comune e non sa guardare oltre i personalismi”, e sui suoi compagni: “chi ha firmato la mozione contro di me si guarda bene dal lasciare quella poltroncina di cartone come il vice segretario che non si è dimesso insieme all’intero direttivo”, tuona la donna che quindi rincara la dose: “sono arrivati a chiedere di telefonare ai firmatari assenti, mai sentita una cosa simile in un’assemblea nazionale”. Poi la sparata: “la cosa mi ha fatto così pena che mi ha palesato il livello bassissimo al quale si è arrivati.”
Dopo la delusione e le critiche c’è anche spazio per guardare all’orizzonte politico del Pd sambenedettese. Incalzata sull’esprimere un’opinione su chi possa essere la persona in grado di “guarire” il partito, il buono della situazione insomma, per rimanere in tema spaghetti western, la Gregori prospetta però un futuro ancora nebuloso: “Non so chi sarà il mio successore ma al momento non c’è nessuno in grado di portare la pace all’interno di questo Pd, sarebbe necessario un congresso subito per rimettere al centro la politica e i progetti ma il direttivo nazionale li ha congelati fino al referendum” chiosa la donna.
Tutto questo temporale politico scoppia in un momento in cui il Pd appare in pieno fermento per quanto riguarda le dinamiche di politica attiva, con Perazzoli che in queste ore starebbe pensando di fare dietro front e alla fine sedersi fra i banchi della minoranza in assise. Per provare a rimanere comunque l’uomo con il fucile, stando ancora nel filone Leoniano, in un partito in cui i coltelli sono affilatissimi. Sabrina Gregori in tal senso ha le idee chiare e non risparmia un pizzico di pepe per il candidato con cui qualche battibecco, in passato, c’è stato. “Non ci si può candidare solo per ambire alla poltrona più comoda”-affonda la donna- “Perazzoli deve sedersi in Consiglio per rispetto di chi ha creduto nella coalizione e poi, col ricorso al Tar ancora in ballo, le cose potrebbero cambiare”.
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Direttore. Non amo commentare le vicende del Pd ma leggo “perché abbiamo perso le elezioni? E oggi abbiamo la risposta: bande armate e fazioni bellicose“. Sarà? Non mi sembra una risposta politica anche se è una risposta della ormai ex segretaria del Pd cittadino. Penso che il pd ha perso le elezioni – non solo – ma anche grazie alle politiche nazionali che sono state pienamente liberiste. Al riguardo si tenga conto che San Benedetto si è orientata verso un trend nazionale che ha espresso un voto nazionale obiettivamente proprio di punizione per le politiche realizzate. Chiaramente le vicende interne… Leggi il resto »
Per chi ha chiesto la testa di Sabrina Gregori è solo una vittoria di Pirro.
Cosa hanno ottenuto infine?
Chi pensano di nominare? quale pedina pensano di mandare avanti? con quale linea politica?
E’ stato solo un livoroso attacco post-disfatta, per celare, ancora una volta, le vere cause della sconfitta.
L’ennesimo atto di una guerra tra comitati-fazione che sta riducendo il PD di San Benedetto in macerie.
Come si poteva vincere con un simile approccio?
Una analisi impietosa, ma io credo che la Gregori sia parzialmente responsabile di questa spaccatura. E’ stata messa li da un sindaco pasticcione, per contrastare il candidato dei Perazzolis e non è mai riuscita a brillare di luce propria. Il PD sambenedettese pensa solo ai propri interessi. Dovevano essere azzerati dal popolo per capirlo. Il danno che la Giunta Gaspari ha creato a questa città con 10 anni di nulla, forse sarà compensato dalla rottamazione di una classe politica che non è mai riuscita ad entrare nelle dinamiche del terzo millennio. Serve gente nuova fuori dal circoletto vizioso che li… Leggi il resto »
Sarebbe molto curioso vedere chi era il candidato Sindaco nelle schede che riportavano la preferenza a lei…. Poi se il Pd è diventato di bassissimo livello sotto la sua segreteria, suona molto come ammissione di colpe….
La cosa sbalorditiva, a mio avviso, sta appunto nel fatto che qualcuno ha dovuto chiedere le dimissioni del segretario! non è bastato il risultato elettorale per far capire alla segreteria e alla dirigenza del partito che si è sbagliato tutto? Concordo nel fatto che nel PD si è raggiunto il minimo livello di decenza, in passato, quando la politica era veramente una cosa seria, dopo una flessione elettorale, dopo una sconfitta, era la norma che il segretario si presentasse dimissionario, qui invece abbiamo assistito alla decimazione del partito, ad una sconfitta così umiliante da ridurre il partito ai minimi storici,… Leggi il resto »
Allora, qui abbiamo avuto un candidato che, forte del successo alle primarie, pensava di vincere a mani basse, al primo turno e senza il partito.
Adesso a voi la prosecuzione del ragionamento….
Ma il risultato ottenuto è quello che voleva la segreteria…. perchè avrebbe dovuto dimettersi se ha raggiunto i suoi obiettivi?
Quel che dice la Gregori non è sbagliato. Il Partito Democratico è diventato un partito di potere per il potere, senza più neanche sapere cosa sia il bene comune. Una Democrazia Cristiana senza quel senso di comunità che comunque ad una parte della DC andava riconosciuta.
Il PD è un insieme di gruppi di tifosi che parteggiano per questa o quella personalità politica locale, appunto come nella DC. Che la base del PD apra gli occhi e guardi la realtà per quella che è. Il PD non è di sinistra.
Diciamo che il PD è ridotto ormai ad un mero comitato elettorale…
Inboccata finalmente la strada giusta: l’estinzione.