SAN BENEDETTO DEL TRONTO- La Samb sta lavorando alacremente sul mercato per mettere a disposizione di Ottavio Palladini una compagine in grado di battagliare, per la stagione 2016/2017,  su tutti i campi di Lega Pro. Il problema è che ancora non è dato sapere quali, nel dettaglio, saranno questi campi.

Sulla prossima Lega Pro infatti si sa soltanto che prenderà il via il 28 agosto e che sarà riportata al format originale da 60 partecipanti, come dichiarato in tempi non sospetti dallo stesso presidente Gabriele Gravina. Tutt’altro genere di incertezze invece gravitano attorno alle squadre partecipanti e alla loro collocazione nei tre gironi da 20 team.

Alcune squadre infatti, come il Martina e il Bellinzago, non hanno affatto presentato domanda di iscrizione e anche in altri lidi la situazione pare preoccupante con la Casertana ad esempio o il Rimini che non hanno pagato né tassa d’iscrizione né fidejussone o ancora il Pavia, che non ha versato la sola fidejussione. La dead-line è fissata alle ore 18 del 15 luglio per gli adempimenti mancanti al 30 giugno e in alcuni casi si tratterà di una vera e propria corsa contro il tempo. Situazioni purtroppo poco piacevoli e vissute pure in Riviera, anche con una certa tensione, e che solo ora paiono lontane grazie alla ritrovata solidità e affidabilità gestionale importata dai Fedeli.

Solo dopo il 15 avremo quindi un’idea precisa delle partecipanti con i ripescaggi che a questo punto dovrebbero attingere parecchio dalla serie D e con club come il Taranto che appaiono piuttosto fiduciosi in tal senso. A quel punto ci sarà da decidere la suddivisione delle 60 squadre nei tre raggruppamenti. E qui iniziano le incertezze, perché dall’ufficio di Gravina trapela la sensazione che il classico ordinamento su tre gironi Nord-Centro-Sud possa essere abbandonato in favore di altre ipotesi, per dare un taglio di portata nazionale a un campionato che da quest’anno sembra pensare da “grande” con una Web Tv tutta nuova e i nomi che per la prima volta compariranno sulle maglie.

Una delle ipotesi alternative potrebbe prevedere una suddivisione per fasce sullo stile del meccanismo delle teste di serie della Champions League con un potenziale mescolamento geografico di squadre pressoché totale col rischio, ipotesi per nulla da sottovalutare, di affossare ancor di più con numerose trasferte chilometriche e costose, realtà già di per loro fragili economicamente come il predetto caos ripescaggi testimonia. La paura è che una scelta del genere possa essere presa assecondando, vogliamo credere involontariamente, squadre ambiziose come Venezia o Parma giusto per citarne due, le quali “sgomitano” per scalare rapidamente le gerarchie e tornare nel calcio che conta.

Un’altra strada che Gravina e la governance della Lega potrebbero poi perseguire è quella di un girone Sud più o meno invariato e due gironi centro-nord divisi magari da Est a Ovest, sullo stile degli sport americani che usano il fiume Mississippi anche come confine sportivo. In ogni caso c’è il rischio di dire addio al fascino di tanti derby, soprattutto per le toscane e anche la Samb potrebbe dover abbandonare la prospettiva di qualche trasferta comoda oltre che “calda” come Teramo, Macerata e Ancona.

Qualunque sia la decisione sui criteri però bisognerà aspettare almeno il 18 luglio, data da più parti considerata attendibile per la decisione definitiva della Lega. Nel frattempo il rinnovato augurio che gli appassionati di calcio, ma anche di logica, probabilmente fanno alla governance del calcio è che si riesca a trovare un equilibrio fra la legittima voglia che la vecchia Serie C ha di crescere, e il diritto che hanno tante società e i rispettivi tifosi di sopravvivere.