SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’estate è partita in ritardo in Riviera. Il bel tempo soltanto negli ultimi giorni è apparso a San Benedetto del Tronto e dintorni. Piano piano la città si riempie di turisti e per molti le vacanze stanno per iniziare. Invece per qualcun altro stanno per terminare. Uno degli ‘sfortunati’ è sicuramente il mister rossoblu Ottavio Palladini.

“Ma sinceramente non ci sono mai andato in vacanza” ha affermato l’allenatore sambenedettese, contattato al telefono. Crediamo alle sue parole. Dopo un campionato vinto meritatamente è tanta la voglia di ricominciare per ambire a risultati ancora più importanti.

Mister, la stagione è quasi alle porte. Prime impressioni sulla squadra che verrà?

“Stiamo lavorando ininterrottamente per allestire una rosa adatta alla Lega Pro e alle caratteristiche di San Benedetto. Insieme ai Fedeli e al direttore sportivo Federico stiamo cercando giocatori motivati e ambiziosi che capiscano che qui a San Benedetto c’è tanta fame e voglia di ottenere risultati davvero importanti. Le prime impressioni sono molto buone e sono soddisfatto per quello che si sta creando”.

Finalmente un’estate tranquilla dove le uniche discussioni riguardano il calciomercato. Per tanti sambenedettesi una liberazione.

“Esatto. Era ora. Noi sambenedettesi dobbiamo tanto alla famiglia Fedeli che finalmente ha riportato stabilità in società. Abbiamo presentato per primi l’iscrizione. Visti gli anni precedenti è una bellissima notizia. Sono molto contento di discutere di calciomercato e non di altro”.

Qualche parola sui giocatori che sono andati via e non faranno parte della rosa quest’anno?

“Sicuramente mi dispiace molto. Abbiamo vinto il campionato con ragazzi fantastici. Il gruppo è stato eccezionale. Purtroppo il calcio è fatto anche di queste cose. Ci sono scelte che tutti noi dobbiamo fare nella vita. A volte possono essere dolorose ma come detto prima, il calcio è così. Un caro saluto a chi è andato via ma adesso testa all’attuale rosa”.

E’ pronto per un’altra stagione di ‘passione’ con il presidente Fedeli? Scherziamo naturalmente.

“Tutti sappiamo che il presidente Fedeli è così. Ha investito molto sulla squadra e viene allo stadio per vedere vincere la squadra e ha assolutamente ragione. Sono contento di scambiare opinioni con il patron: vuol dire che entrambi teniamo al bene della squadra”.

Sono piovute premiazioni per quello che ha fatto l’ultimo anno a San Benedetto. Immaginiamo che sia contento.

“I riconoscimenti fanno sempre piacere. E’ una gratifica per tutto il lavoro che faccio insieme al mio Staff. Però sono un tipo che volta subito pagina e accantonati i premi, penso subito agli allenamenti e al bene della mia squadra”.

Parliamo un po’ del giocatore Palladini: lei è nato e cresciuto alla Samb per poi fare il grande passo in serie A con il Pescara. Anche in Abruzzo la vogliono bene.

“Sono sempre stato e rimarrò rossoblu nell’anima. Certo le dimostrazioni di affetto che giungono da Pescara sono molto gratificanti. Dieci anni non si cancellano. Ovunque sono andato, anche a Vicenza e Giulianova, ho dato sempre tutto me stesso e credo che i tifosi abbiano apprezzato. In fondo le persone vogliono questo: che i beniamini escano dal campo con la maglia sudata e il fiatone”.

E’ stato invitato alla festa degli ottanta anni del Pescara. Ripensando alla stagione in Serie A, 1992/93, lei ha affrontato in campo dei veri campioni all’epoca.

“Era il campionato più bello e competitivo del mondo. Ho affrontato calciatori come Van Basten, Gullit, Roberto Baggio, Igor Shalimov, Gianluca Vialli, Roberto Mancini, Franco Baresi, Nicola Berti e staremmo qui ore a ricordare quanti giocatori forti erano presenti. Anche nelle cosiddette piccole. Per non parlare degli allenatori: da Capello a Lippi passando per Trapattoni. Fu un anno molto emozionante nonostante la retrocessione in serie B.

Inoltre anche quel Pescara era composto da giocatori importanti. E lei fece un’ottima annata.

“Giocai 27 presenze realizzando sei reti tra cui a Juventus, Napoli e Ancona (rete decisiva per la vittoria finale). Fui convocato nella nazionale italiana Under 21 con Cesare Maldini allenatore. Mi sono tolto molte soddisfazioni. Con me giocavano Dunga che stava per divenire campione del Mondo con il Brasile, Massimiliano Allegri, Stefano Borgonovo e tanti altri buoni giocatori. Eravamo guidati da un maestro del calcio come Galeone. Nonostante la retrocessione eravamo una bella squadra”.

Curiosamente lei, Allegri e Dunga avete seguito l’istinto della panchina. All’epoca se lo immaginava che i suoi colleghi sarebbero diventati allenatori?

“Innanzitutto loro sono ‘veri’ allenatori nel senso che io ho ancora parecchia strada da fare. Devo dire che vedere Max Allegri allenatore mi ha stupito. Era un giocatore bravo, simpatico e compagnone. Ma non molto disciplinato. Dunga invece era mister già in campo. Carisma e personalità da vero leader. Mi dispiace che con il Brasile ha avuto poche soddisfazioni. Allegri, come sappiamo, ha ottenuto meritatamente riconoscimenti con Milan e Juventus”.

Chiudiamo con la Samb e con uno sguardo rivolto al futuro. Cosa si augura per la nuova stagione?

“Voglio continuare a fare bene. Regalare gioie e soddisfazioni al popolo rossoblu che se le merita. Abbiamo tanta fame e non vediamo l’ora di confrontarci con altre squadre importanti in Lega Pro. Non dobbiamo avere fretta ma ragionare per fare una squadra capace e competitiva. Poi sognare non costa nulla. L’importante è che i miei giocatori diano il massimo a ogni partita”.