ELEZIONI SAMBENEDETTESI: Piunti Pasqualino è il nuovo sindaco di San Benedetto del Tronto, conoscerlo meglio è d’obbligo.
La prima cosa che mi è venuta in mente quando l’ho incontrato nella sede naturale del nuovo primo cittadino è stata che la stanza non è nuova per lui avendola frequentata spesso prima del decennio gaspariano. L’ho visto a suo agio come chi già sapeva che quell’ufficio, prima o poi, sarebbe stato suo.
La prima domanda riguarda la sua forte affermazione in campagna elettorale “Preferisco non governare piuttosto che governare male”, sottintendente che la sua squadra dovrà pensare più ai cittadini che ai propri interessi e alle proprie tasche. Una frase che avrebbe potuto avere risvolti negativi…
“Per la formazione degli assessori, entro sabato 24 giugno (l’intervista risale a due giorni prima Ndd), ascolterò le proposte delle varie liste poi deciderò da solo per il bene della comunità sambenedettese. Nessun compromesso pericoloso o concessioni delle quali potrei in seguito pentirmi. Possibilmente chi sceglierò dovrà essere più bravo di me nelle specifiche attività, io mi pongo nella veste di guardiano e garante al di là di quelli che saranno i miei precisi compiti istituzionali. Questa città ha bisogno di una svolta netta”
Cominciamo bene, sono le parole che la gente si aspetta da un sindaco…
“Ambivo a questa carica sin da quando mi sono messo in politica. Con grande umiltà però ho aspettato il momento giusto. La mia storia politica parla per me, ho sempre messo avanti il progetto e mai la mia persona. Lo dimostrano gli anni in cui ho fatto il numero due (non mi piace essere definito il secondo, eterno poi proprio no). Per unire e essere vincenti bisogna quando serve fare un passo indietro. Io ne ho fatti diversi nella mia vita politica oramai ultra ventennale. A volte sono stato premiato, vedi elezione di Martinelli e di Celani in Provincia, altre no come nel 2006 quando feci un passo indietro per Costantini, nel 2011 non è stato un vero passo indietro perché ero vice presidente della Provincia e volevo portare a termine quell’incarico nel migliore dei modi. Dovevo rispettare quanto avevo promesso in campagna elettorale. Oggi ho maturato le giuste esperienze, sia facendo opposizione che come amministratore. Voglio mettere insieme questi miei passaggi per far sì che i sambenedettesi possano (questo è il mio obiettivo principale) usufruirne. A partire da una squadra coesa e che abbia una buona esperienza ma anche nuove idee, proposte ed entusiasmo giusto. A partire da quelle che sono le nostre eccellenze. Lavoreremo sui margini di miglioramento che sono tanti in questa città”
Non si è quindi pentito di non aver tentato prima la carta del numero uno. Una frase che ha ripetuto spesso dopo il periodo Martinelli è stata “mai più un sindaco della società civile”, la pensa sempre così?
“Un personaggio esterno serve esclusivamente per allargare la coalizione e quindi per prender più voti ma poi spesso porta all’ingovernabilità. Anch’io non mi sento proprio un politico, ma capisco anche che per portare avanti un progetto serve esperienza che si matura vivendo la vita amministrativa pubblica.Nel 2001 noi abbiamo lavorato bene lasciando 40 milioni di opere pubbliche, compreso quel lungomare sud che non avevamo nemmeno nel programma elettorale. E non solo quello. Eppure passiamo ancora come un’amministrazione litigiosa che costò la fine del mandato. Va anche considerato che Martinelli non fu sfiduciato, si dimise da solo. Credo che con un sindaco più esperto di questioni politiche si poteva evitare per riproporsi in modo vincente alle nuove elezioni. Invece che portarci a dieci anni di grande delusione per i cittadini sambenedettesi”
La sua vita domenica sera è cambiata…
“Le mie responsabilità sono notevolmente aumentate ma credo siano arrivate al momento giusto. È il mio auspicio. Ero sicuro di vincere al ballottaggio”
Ho scritto che ha avuto ‘compagni’ leali, Perazzoli no
“Io dico che, se in politica, in queste elezioni in particolare, ognuno di noi avesse portato la sua croce in piazza, ognuno si sarebbe riportata a casa la sua. Tutti abbiamo avuto problemi all’interno delle nostre coalizioni ma io credo di aver rispettato tutti i competitor e di aver agito in piena coerenza. Tenendo sempre presente che dovevo rispondere ai cittadini dei miei comportamenti. Ho sempre ragionato per quello che la città si aspettava e ai benefici della gente piuttosto che a quello elettorale. Spesso ci lamentiamo che la gente non va più a votare senza chiederci perché, io me lo sono chiesto e ho agito di conseguenza. Così farò nel corso del mio mandato. Perché ancora non siamo messi bene. La partecipazione non deve restare sulla carta se vogliamo che la gente torni ad interessarsi… dei loro interessi. Perché sono principalmente i loro interessi”
Credo che stavolta, al di là, delle esperienze politiche simili abbia vinto l’uomo. Sia lei che Perazzoli avete cercato di mettere avanti le vostre capacità personali sfidando le denominazioni di centro destra e centro sinistra. Sembrerebbe così e lei ha avuto la meglio. Fino a ieri i sindaci sono stati eletti dai Partiti e non dalla gente, stavolta no. Sembra una contraddizione ma lei mi capisce.
“Al di là di certe considerazioni, alle amministrative dovrebbe prevalere sempre la persona”
Cambiamento dite tutti, ma che significa realmente?
“Quando parlo di cambiamento mi riferisco ad un atteggiamento amministrativo diverso. da capo famiglia che prima di agire fa l’analisi dei bisogni. Le problematiche di una città sono simili tenendo presenti i progetti ma anche le piccolo necessità giornaliere. Tenendo presente che, in ogni caso la città deve crescere”
Per me il sindaco deve lasciare un segno: quando si guardano le foto dei sindaci, presto ci sarà la sua, la gente quando le guarda pensa “che ha fatto questo?”
“Sicuramente ma esiste il problema della normale amministrazione che il mio predecessore non ha garantito. È vero ma bisogna fare le cose in ordine, alla gente in difficoltà, la grande opera, un grande evento, il lungomare interessano ma prima i cittadini vanno messi in condizione di vivere in una città più sicura, pulita e ordinata. È la priorità ma certamente non voglio chiudere il mio mandato e la mia storia politica senza aver lasciato un segno tangibile della mia amministrazione”
La giunta di Gaspari ha, secondo me, pagato l’errore di aver pensato più a fare campagna elettorale che a governare. Ha pensato cioè più a come essere rieletta (Gaspari chiaramente no) che a costruire e farsi rieleggere per motivi concreti. Insomma ha pensato più ad accaparrassi voti postumi; un metodo finora risultato vincente, stavolta no.
“Non corro questo rischio. Noi dobbiamo lavorare per fare il bene della città che ritengo la migliore formula per ottenere nuovi consensi. Altri metodi non ci interessano. Non devo crearmi un bacino di elettori ma soddisfare loro e anche quelli che non mi hanno votato. Vigilerò attentamente affinché anche tutti gli altri miei vicini di banco si comportino come me”
Spesso in politica i vincenti pensano che, se prima altri hanno goduto (in tutti i sensi) del potere, adesso tocca a noi, una volta per uno…
“Ti rispondo con una frase di Alcide de Gasperi: il politico guarda alle prossime generazioni, il politicante alle prossime elezioni”
Una risponda più che esauriente. Anche perché la cosa più importante della vita è quella di lasciare un buon ricordo.
“È vero la vita è quello che lasci, quello per cui sarai ricordato, sono completamente d’accordo”

Come ha preso l’intenzione del Pd di fare ricorso, io mi sono già espresso e la ritengo una mossa sbagliata. Se giusta o meno non sta a me dirlo

“Mi dispiace perché Paolo mi ha subito telefonato per farmi gli auguri e gli ho fatto i complimenti, mi ha promesso che sarebbe passato in Comune, non lo ha ancora fatto ma può starci. Il ricorso lo ritengo inutile ; dopo le elezioni potrebbe far perdere anche la faccia al Pd. Credo però che sia nato più dalla volontà del suo entourage che da se stesso. La morte vuole la scusa. Sono d’accordo con te, in caso di nuove elezioni vincerei molto più largamente. Non è stata una decisione elegante. Se non arriva la sospensiva del Tar prima del Consiglio Comunale (9 luglio) la sorte del ricorso è già segnata”

Ho visto un Perazzoli diverso in positivo rispetto a quanto governò San Benedetto negli anni novanta…

“Sono d’accordo, anch’io la penso così. In campagna elettorale elettorale ce ne siamo dette di tutti i colori anche cose personali ma devo riconoscere che è una persona che ho sempre rispettato, adesso più di prima. E lui anche la pensa così di me. È una persona che non porta rancore e per me vale già l’80%, per il resto tutti abbiamo difetti. È la ‘cricca’ che, forse, non è quella giusta”

La gente, da adesso in poi, guarderà il sindaco anche se le decisioni verranno prese dalla Giunta…

“Il popolo guarda a me,  lo so benissimo”

Una bella soddisfazione battere una corazzata come il Pd…

“Occhetto definiva la sinistra una gioiosa macchina da guerra. L’abbiamo abbattuta con un programma semplice ma principalmente credibile. Io metterò in campo la mia esperienza che non è solo politica ma anche di vita. La mia dovrà essere una formazione di lusso. Le partite si vincono con i buoni allenatori ma se i giocatori non sono bravi… si retrocede”

Lascerà il suo lavoro?

“Sto pensando a cosa fare, qualcosa mi inventerò. La mia più grande soddisfazione è che chi mi incontra per strada mi chiama Pasqualino”

Quanto deve al suo modo pacato e umile di confrontarsi con la gente?

“Molto ma credo che sia stata fondamentale la mia serietà di comportamento in ogni frangente della mia esistenza”

Impossibile non chiederle della Samb.

“Una cosa è certa, la famiglia Fedeli è all’altezza del compito, dobbiamo dimostrare di esserlo anche noi sambenedettesi e non solo. A giorni mi vedrò con i tecnici per fare il punto della situazione. Con il presidente mi incontrerò più avanti perché adesso è all’estero. So benissimo del valore culturale e sociale che la Samb ha per il nostro territorio”

In bocca al lupo sindaco per il compito arduo e allo stesso tempo gratificante che l’attende.

Abbiamo parlato anche di lungomare “Il progetto è in itinere. Chiesi di aspettare qualche mese dopo dieci anni di stallo ma non hanno voluto“, della Tassa di Soggiorno “al momento dobbiamo subirla

Aggiornamento ad oggi pomeriggio, lunedì 27 giugno

Il neo sindaco non ha ancora deciso quale sarà la squadra, le voci che girano le ritiene semplici illazioni o gossip. Ha sottolineato che terrà fede al concetto espresso in campagna elettorale “non mi basta governare ma governare bene” e la quadra è importantissima. Motivo per cui  vuole ragionarci con calma e serenità “Non posso permettermi di sbagliare”

Piunti ha fatto anche chiarezza sulle sue dichiarazioni rilasciate oggi a Raitre: “Non ho parlato di Città Grande e quindi di un solo Comune tra noi e Ascoli. Ho detto che io e Castelli agiremo in piena collaborazione per far sì che la Regione Marche ci tenga in maggiore considerazione. Riguarda la Sanità ed anche le possibilità di sviluppo che la Sentina finalmente dovrà avere. Insomma vogliamo diventare un corpo unico per far sentire più forte la nostra voce in campo regionale e nazionale. La nascita di un solo Comune per tutta la provincia è un sogno forse irrealizzabile che sicuramente noi  non ricorderemo. Serve un passo alla volta”