ANCONA – Dal 1° luglio 2016 sarà illegale mettere sulle bottiglie d’olio extravergine d’oliva simboli che richiamano l’italianità se il prodotto non è ottenuto da olive coltivate sul territorio nazionale. A darne notizia è la Coldiretti Marche dopo la pubblicazione del decreto del Ministero delle Politiche agricole in Gazzetta ufficiale. Il provvedimento rappresenta un ulteriore passo in avanti per la tutela dell’olio d’oliva nostrano e per una sempre maggiore difesa dei consumatori e dei produttori marchigiani.

L’art. 4, al comma 1, prevede, in particolare, la sanzionabilità per i produttori che riportano “segni, figure o illustrazioni che possono evocare un’origine geografica diversa da quella indicata in etichetta, anche se veritieri.” Si tratta di una norma di grande rilevanza, spiega la Coldiretti regionale, perché per la prima volta viene sanzionato il fenomeno del cosiddetto “Italian sounding” per il solo fatto che vi siano sulla confezione dei segni richiamanti un’origine geografica diversa da quella correttamente indicata in etichetta.

In pratica non si poterà più vendere un olio d’oliva extravergine che in etichetta riporti correttamente la dizione dell’origine “Miscela di oli di oliva originari dell’Unione europea e non originari dell’Unione”, ma che presenti sulla bottiglia o nel packaging “segni, figure o illustrazioni che possono evocare” un’origine italiana (tricolore, nomi o aggettivi di italianità, immagini tipiche italiane ecc.). Si tratta di misure importanti per difendere un settore che nelle Marche conta 22mila aziende su una superficie di circa 10mila ettari di oliveti, con 80 frantoi attivi.

Per quanto riguarda il biologico, la aziende sono 1.000, per una superficie di circa 1.600 ettari. Il valore della produzione olivicola marchigiana è di 25 milioni di euro (2015), mentre quello dell’export ammonta a 2,3 milioni di euro (dato 2015). Le Marche vantano anche due Dop nel settore olivicolo (Olio di Cartoceto Dop e Oliva Ascolana del Piceno Dop).