SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Le strade tra Pd e Udc potrebbero già separarsi. Dopo la debacle elettorale del centrosinistra, l’accordo tra democratici e centristi è traballante.

“E’ stato un onore correre al tuo fianco”, disse a caldo Domenico Pellei a Paolo Perazzoli nella sede di Via Balilla, domenica sera. La prova di come l’alleanza fosse tenuta in piedi più dalla candidatura a sindaco dell’ex consigliere regionale che da tutto il resto.

Nessuna dichiarazione ufficiale, ma c’è parecchia brace che cova sotto la cenere. In tal senso, l’Udc potrebbe tenere una conferenza stampa la prossima settimana per annunciare il divorzio.

L’imbarazzo dei moderati è palpabile: difficile rimanere alleati di un partito che ha contribuito in prima persona allo schianto del proprio candidato sindaco. Ciò non vuol dire però che l’Udc entrerà in maggioranza. Al contrario, si farebbe opposizione in maniera autonoma, come accaduto in questi cinque anni.

Tra le fila dei democrat i segretari Di Francesco e Gregori rimangono aggrappati alla poltrona, nonostante la richiesta di dimissioni sia diventato un ‘mantra’ per una frangia del partito, capitanata da Gianluca Pasqualini.

Discorso opposto per Andrea Manfroni, ormai ex coordinatore del circolo nord. “Non faccio tattiche o mosse del cavallo, la mia è una decisione definitiva. Ringrazio chi mi ha manifestato vicinanza e stima ma il mio impegno si è concluso il 19 giugno. Rimango un semplice iscritto, che crede nei valori del Pd dal 2007. Sentirò gli iscritti, a loro ribadirò la mia posizione”.