SAN BENEDETTO DEL TRONTO – 1517 motivi per essere felici. L’Udc si gode il 6,7% ottenuto alle amministrative del 5 giugno, attestandosi ben oltre sopra le previsioni della vigilia. “Qualcuno ci dava non sopra al 4% – dice Domenico Pellei – i partiti sono tutti in flessione, noi siamo in controtendenza”.

I centristi fanno notare di essere la seconda forza della coalizione, fatta eccezione di Rinnovamento e Progresso, movimento civico espressione del candidato sindaco. “Questo ci conforta della bontà della linea politica ed amministrativa intrapresa e ci incoraggia ad insistere ad assumere quel ruolo di cerniera ed equilibrio tra la cultura di sinistra progressista e riformista e quella moderata, cattolica e laica”.

Sette candidati sopra le 100 preferenze, tra cui tre donne. Qualora vincesse Perazzoli, in assise entrerebbero Pellei e Fabrizio Capriotti, mentre in caso di trionfo di Piunti resterebbe in sella solo il consigliere comunale uscente.

“Adesso concentriamoci sul ballottaggio – affermano in coro – l’appoggio a Perazzoli è pieno. In città si respira nell’aria la volontà di affidarsi ad un sindaco forte”.

In occasione dell’incontro di mercoledì scorso presso la sede dell’Associazione Pescatori, Perazzoli aveva individuato nel Pd e nell’Udc le maggiori provenienze di voti disgiunti. “Una parte dei moderati – affermò – ha fatto fatica ad accettare la mia candidatura per questioni relative a temi sulla famiglia o unioni omosessuali. Alcune mie dichiarazioni sono state strumentalizzate”.

“Abbiamo contato le schede – negano i centristi – i casi di disgiunto non superano le trenta unità. La pratica non è associabile all’Udc, bensì al Pd. Anzi, per quel che ci riguarda potrebbe valere il discorso contrario: molti hanno appoggiato Paolo perché in coalizione c’eravamo noi. Andrebbero semmai analizzate le 760 schede nulle, un’enormità. Evidentemente non è stato ben capito e recepito il concetto della doppia preferenza”.

Considerata la bocciatura della lista “Sinistra per San Benedetto”, l’ipotetica amministrazione perazzoliana penderebbe inevitabilmente verso il centro: “Saremmo centrali, non centristi. La presenza della sinistra non sarebbe stata un problema, ogni contributo dato alla discussione sarebbe stato accettato positivamente”.