
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Dichiarazioni sconcertanti”. Pierfrancesco Troli e Andrea Traini, rispettivamente ex presidenti dei quartieri Marina Centro e Agraria nonché entrambi candidati alle ultime elezioni, replicano così all’attacco di Paolo Perazzoli, che aveva definito i comitati una “palestra della destra”.
“Se noi e Sanguigni ci fossimo candidati con la sinistra, avrebbe fatto le stesse affermazioni?”, si chiedono Troli e Traini. “Sicuramente no. Quando ci si candida con Pci, Pds, Pd va tutto bene, altrimenti no. Le sue esternazioni confermano un delirio di onnipotenza del quale ha ammesso di essere stato afflitto in passato, ma che evidentemente non ha curato completamente”.
In effetti, la storia recente è piena di esempi al contrario: Claudio Benigni, Ilario Persiani, Silvano Evangelisti, Sergio Pezzuoli, Marco Curzi. “La politica – proseguono i due esponenti di Siamo San Benedetto – dovrebbe essere e rappresentare la partecipazione di tutti i cittadini e non solo di una parte di essi. Il contraddittorio tra portatori di idee diverse dovrebbe essere il sale della Politica perché solo da un serio e contrapposto confronto può nascere qualcosa di buono per la comunità”.
A sorpresa, la censura alle esternazioni di Perazzoli arriva anche da Fabrizio Capriotti, predecessore di Troli a Marina Centro e al contempo candidato (eletto, se vincesse il centrosinistra) tra le fila dell’Udc, a supporto proprio dell’ex consigliere regionale. “Non condivido assolutamente sul fatto che i comitati siano palestre della destra, anzi sono certo dell’opposto. Obbligherei chiunque volesse entrare in politica a fare gavetta e vivere un esperienza in un comitato, per vedere realmente e capire i problemi della gente e le difficoltà a volte incomprensibili nel confronto con la lenta e obsoleta macchina amministrativa. Invece – prosegue – condivido le paure che si possono concretizzare se qualcuno intendesse usare i comitati esclusivamente come mezzo per avviare la propria carriera politica, senza essere capaci di creare nulla all’interno del proprio comitato, senza la benché minima idea del significato della parola partecipazione”.
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Il problema è che i comitati di quartiere hanno avuto tanta visibilità perchè sono stati gli unici a contrapporsi a Gaspari. Hanno fatto molta più opposizione loro che Piunti, Gabrielli e gli altri consiglieri di minoranza. In assenza di una valida opposizione i comitati di quartiere hanno dato voce al malcontento della popolazione su questioni molto sentite come la movida, la sicurezza interventi urbanistici e la viabilità….
Ci risiamo…
Le colpe sono di chi ha votato Gaspari, non di chi sta all’opposizione.
Non si può votare sempre lo stesso partito e incolpare l’opposizione se questo tradisce le promesse elettorali…
Quello che dici è vero, quindi in definitiva torniamo sempre al problema che i sambenedettesi non sanno votare… Ma per fortuna azioni meritorie come quelle di Troli, Fede (Traini lo conosco meno) hanno avuto la giusta popolarità
Leggo con poco piacere: “Se noi e Sanguigni ci fossimo candidati con la sinistra, avrebbe fatto le stesse affermazioni?”. Comprendo le motivazioni di questa dichiarazione e ne condivido il senso ma umilmente invito ad una riflessione. Il candidato sindaco del Pd più volte in questa campagna elettorale e anche in passato ha usato e usa luoghi comuni perché spesso non è in grado oppure non vuole dare risposte circoscritte. Le osservazioni che fa sui comitati di quartiere sono senza senso e non credibili. Ovviamente faccio notare che enunciare come ho riportato all’inizio di questo commento penso che sia obiettivamente generico.… Leggi il resto »