Da Riviera Oggi n. 1076, in edicola il 30 maggio

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pittura, disegno, incisioni, ma anche scrittura: Teresa Annibali è un’artista dai mille talenti. Nata a San Benedetto del Tronto, attualmente vive a Firenze, città che ama e dove sta ultimando l’Accademia di Belle Arti. Sebbene la sua carriera sia solo all’inizio, Teresa ha già all’attivo diverse esperienze e coltiva grandi progetti per il futuro, anche quello di unire la sua passione per l’arte a quella per la scrittura: “Da qualche tempo a questa parte non sento più molto il bisogno di scrivere, ma mi piacerebbe riprendere, magari integrando letteratura e produzioni artistiche, come accadrebbe, per esempio, se facessi una mostra con pezzi scritti da me o dessi vita a un libro con immagini e poesie”. Pittrice dallo stile prettamente figurativo, Teresa Annibali nasce come pastellista: “E’ una tecnica spesso associata al disegno infantile, ma si è rivelata molto interessante e in grado di offrire dei risultati inaspettati”. A dipingere ha iniziato a 24 anni in Accademia, dapprima con una tecnica più tradizionale, poi con uno stile personale, ossia una pittura ad olio molto secca i cui risultati sono simili a quelli ottenuti con pastelli e grafite. Il tema predominante nelle sue opere è sempre stato la ricerca del destino: “Si tratta di un’analisi scientifica finalizzata alla comprensione del destino dell’uomo. Poi mi sono spostata su altri temi, ma senza perdere di vista quello iniziale. L’ultimo ciclo di opere è basato sulla speranza, sulla fiducia che l’uomo ha nell’affidarsi agli eventi e alla loro razionalità, anche se non è comprensibile. Sono riflessioni autobiografiche, infatti realizzo spesso autoritratti”. Appassionata di Preraffaelliti, l’artista sambenedettese apprezza molto i colori di Odilon Redon e gli artisti italiani degli anni Venti e Trenta, in particolare Felice Casolati e Mario Sironi.

Teresa, com’è nata la tua passione?

“Disegnare mi è sempre piaciuto e intorno alle scuole medie ho deciso che avrei fatto dell’arte un mestiere. Sono stata molto determinata e decisa a portare avanti questa passione negli anni, me ne sono allontanata solo per un periodo a causa di problemi di salute. Poi ci sono tornata perché non potevo farne a meno. Ed ero ancora più motivata”.

L’hai ereditata da qualcuno?

“Sì, da mio padre, che è uno scultore famoso su scala nazionale. Da lui ho ereditato la passione e il gusto, ma non specifiche tecniche o insegnamenti pratici. Anzi, si è tenuto distaccato, perché ci teneva a saggiare le mia capacità e a capire quali fossero le mie vere intenzioni. A dire la verità lo apprezzo molto”.

Quali sono state le tue esperienze finora?

“Ce n’è stata una molto significativa prima di iniziare l’università: ho lavorato come legatrice a San Benedetto, quindi facevo libri a mano. E’ stata un’esperienza formativa, perché ho capito quanto fosse importante per me il contatto con la manualità. Inoltre si è rivelata utile. Per il resto, nel 2014 c’è stata una mostra al Flauto Magico di San Benedetto, per la quale è uscita anche una cartolina pubblicitaria con un pezzo scritto dal critico locale emergente Alessandra Morelli. Nel 2015 invece ho fatto due mostre con alcuni miei colleghi di Macerata, una alla Palazzina Azzurra con una live performance e una a Centobuchi. Poi ho realizzato un’illustrazione per la rivista locale Ut, che include nella sua impaginazione anche una stampa artistica, e ho presentato alcune mie opere al Caffè Letterario. Il 2016 fino a questo momento è stato molto prolifico: a febbraio ho partecipato al Giubileo degli Artisti alla Cattedrale della Madonna della Marina con un’opera che resterà lì fino a novembre e poi ho portato a termine il lavoro più importante che mi sia capitato sinora, ossia la mezzaluna raffigurante la Madonna che mi è stata commissionata per la Chiesa di San Pio X e che è stata inaugurata nella domenica delle palme. Un lavoro estremamente impegnativo, ma soddisfacente. E’ stata un’occasione di crescita non solo dal punto di vista tecnico, ma anche personale, perché sono entrata – anche se in maniera marginale – nella religiosità delle persone. Infine ho partecipato a un festival di live painting vicino Salerno: è stato un bel momento di condivisione, perché si è creato un contatto con le persone. In fondo per me l’arte è sempre condivisione”.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Innanzitutto sto sviluppando un progetto di laurea, che alla fine è un’opera personale. Poi mi piacerebbe andare a studiare all’estero per un master e nel frattempo realizzare altre opere da presentare nelle gallerie. Dovrei fare una collaborazione anche per la copertina di un libro. Questa estate vorrei lavorare a dei cicli di pannelli che raffigurino persone e riprendano il tema della preghiera, offrendo una visione più laica della stessa e rimandando a un rapporto con Dio slegato da qualsiasi categorizzazione, più libero e intimo. Mi piacerebbe anche preparare una serie di incisioni acquerellate. Un progetto a cui tengo molto è la realizzazione, a fine agosto, di un festival al centro di San Benedetto per ravvivare la città da un punto di vista culturale: si tratta di una manifestazione che coinvolgerà artisti e musicisti, ma anche locali, attraverso la creazione di una mappa che indichi i luoghi di interesse. Il tutto in maniera ecologica, senza emissioni di inquinamento di nessun tipo: la musica sarà acustica e gli artisti useranno le luci del centro per dipingere”.