
Nella lettera inviata al Comune, i genitori hanno scritto che “le decisioni sono immotivate sul piano economico, data la grande sproporzione tra il risparmio che se ne può ricavare e il disagio che si crea e in stridente contrasto con i principi tanto ostentati di continuità e partecipazione alla base del servizio che il Comune offre”.
“Riteniamo che l’amministrazione non possa che perdere ogni credibilità poiché se da un lato ha posto il principio di “continuità” quale base della programmazione del proprio servizio, dall’altro, sembrerebbe aver disatteso in fase di attuazione, fondamentali scelte pedagogiche non tutelando i nostri piccoli (6 mesi – 3 anni) i quali non potendo esprimere il loro disagio, perché sono la catena debole dell’utenza avranno gravissimi problemi per le motivazioni che di seguito si esprimono:
- i piccoli saranno costretti a diventare pendolari, dal momento che il percorso per arrivare a Porto D’Ascoli è irrilevante sul piano della distanza espressa in chilometri, ma pesantissimo se espresso in termini di tempo, di traffico e di stress.
- Si cancellerà di fatto tutta la rete relazionale costruita nel tempo dai piccoli e dai genitori, a volte con molta fatica”.
“Non si capisce – si legge nella lettera – come tali decisioni siano state prese prima ancora di esperire le pratiche relative alle nuove iscrizioni per l’anno 2016/2017. Inevitabilmente ci si chiede perché mai si è già deciso di tagliare un così basilare servizio al cittadino con una decisione unilaterale del Comune che è arrivata all’improvviso senza nessuna avvisaglia, proprio a fine anno, quando il tempo residuo per agire è poco”.
“I genitori, nel riaffermare in maniera decisa, forte e fattivamente impegnata la propria contrarietà a questa decisione chiedono all’Amministrazione comunale che, dopo attenta verifica della palese incongruenza tra i principi teorici sui quali imposta il proprio servizio e le decisioni prese, corregga un piano di intervento che elude gli impegni assunti con gli utenti all’inizio del percorso educativo e viola i diritti sottesi alle scelte educative a cui il Comune dichiara di ispirarsi” si conclude la lettera.
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