SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Fatta eccezione per Gino Vallesi questo territorio non ha mai avuto un assessore regionale alla sanità; l’incarico è stato sempre appannaggio di Ancona e Pesaro”. Paolo Perazzoli entra a gamba tesa sulla giunta regionale proprio nel giorno in cui Luca Ceriscioli fa tappa in Riviera.

“Guarda caso il nord delle Marche è sempre privilegiato rispetto al sud”, attacca Perazzoli, che ribadisce la necessità della realizzazione di un ospedale unico che vada di pari passo con la tutela del Madonna del Soccorso. “La struttura unica è un obiettivo strategico, ma a quel giorno dobbiamo arrivarci vivi. Chiediamo alla Regione la coerenza tra il dire e il fare. Il progetto, enunciato da anni, deve finalmente andare avanti. Nella prossima legislatura regionale e locale si dovranno fare passi avanti concreti e celeri”.

Ceriscioli – affiancato venerdì all’Hotel Calabresi dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – assicura che “in questo quinquennio individueremo collocazione e investimenti per i lavori del nuovo ospedale, da costruire tra Ascoli e San Benedetto”.

Al centro del dibattito anche la delicata situazione della Stella Maris. “Il fallimento è quasi certo, anzi è auspicabile che la decisione avvenga in tempi rapidi per evitare il disastro”, osserva Perazzoli. “Sono fortemente preoccupato per i dipendenti e per il destino di quello che è un patrimonio per la città. Le cliniche private sono servizi pubblici gestiti da privati, non le ho mai demonizzate. Improvvisamente scopro che chi per anni ha accusato i privati oggi starnazza per chiedere un loro intervento”.

Ceriscioli ha incontrato i lavoratori di recente e a loro ha promesso che la Regione attiverà un percorso che tenga conto dei destini dei singoli dipendenti e della stessa clinica.

Ventiquattr’ore prima, Perazzoli aveva partecipato ad un altro incontro, stavolta dedicato all’economia. Tra i presenti il pro-rettore dell’univPm Gianluca Gregori e il rettore dell’Unicam Flavio Corradini.

“Il nostro assillo è rimettere in moto il territorio, siamo la città che negli ultimi cento anni è cresciuta maggiormente in tutte le Marche. Se il trend proseguirà, tra qualche tempo supereremo Ascoli e diventeremo la quarta città della regione per popolazione. Per anni San Benedetto è stata la terra promessa; i sambenedettesi sono in gran parte immigrati o figli di immigrati. Il territorio è diventato importante grazie allo sviluppo dell’edilizia, della pesca oceanica, dell’ortofrutta e del turismo. Il settore del commercio appare sofferente, tuttavia è in ripresa l’industria alimentare e della ristorazione. La pesca deve tornare produttiva, tenendo conto che il Mare Adriatico è meno redditizio del passato, anche per colpa di norme che penalizzano l’Italia a vantaggio della vicina Croazia”.

Accantonato invece il sogno di un terzo braccio al porto: “Non ci sono più le condizioni economiche – ha ammesso Perazzoli – e sarebbe frenato dall concorrenzialità del porto di Ancona”.