SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Qualcuno è di troppo. Scoppia la polemica per l’occupazione dell’ex galoppatoio in vista della prossima stagione estiva.

A contendersi il perimetro sono i promotori del festival argentino “Que Rico” e quelli del Maremoto, che nella prima metà di agosto rischiano di pestarsi letteralmente i piedi.

I rappresentanti dell’Asociacion Culturale Argentina chiesero l’autorizzazione per l’utilizzo dello spazio con un documento giunto all’ufficio protocollo del Comune lo scorso 14 gennaio. Nella lettera, il presidente Giovanni Battista Spagnolini prenotava il terreno di Via dei Tigli dal 1° al 12 agosto.

Poche settimane fa però l’amara scoperta: nello stesso luogo si svolgerà il Maremoto, dal 4 al 6 agosto. Le date sono state ufficializzate con tanto di locandine postate sui social network.

Analizzando le ultime cinque edizioni, stupisce la decisione di posticipare la manifestazione musicale ad agosto, oltretutto in una fascia bloccata ad inizio anno da altri. Nel 2015 il Maremoto si svolse dal 23 al 26 luglio, nel 2014 dal 24 al 27, nel 2013 dal 25 al 28, nel 2012 dal 26 al 29, nel 2011 dal 29 luglio al 2 agosto.

Gli ideatori di “Que Rico” si sono già rivolti agli uffici del Municipio per ottenere spiegazioni. La conferma del cartellone taglierebbe loro le gambe, dato che dal 13 agosto l’ex galoppatoio passerà nelle mani di Fides Vita per il tradizionale Avvenimento in Piazza. Le lamentele sono giunte anche alle orecchie di diversi candidati sindaco, col nuovo primo cittadino che potrebbe ritrovarsi una patata bollente tra le mani.

Non è la prima volta che il festival argentino deve fare i conti con problemi organizzativi. Dodici mesi fa, durante la presentazione di Scenaperta l’amministrazione annunciò la cancellazione dell’appuntamento. Gli organizzatori rivelarono di non essere stati avvertiti e di aver appreso della decisione dai giornali.

“Que Rico” si sarebbe dovuto svolgere dal 1° al 10 agosto. Roboanti proteste spinsero il Comune ad una mezza marcia indietro, con l’evento che riuscì perlomeno a salvare il 50% delle serate previste.