PESCARA – Vicenda incresciosa in Abruzzo. Nel pomeriggio del 12 maggio è stato effettuato un arresto dagli uomini della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescara in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale de L’Aquila su richiesta del P.M. che ha coordinato le indagini. In manette è finito un 48enne disoccupato residente nell’hinterland abruzzese. Non è stata diramata la località perché tuttora ci sono altre indagini in corso.

L’uomo, convivente con l’anziana madre, era già stato oggetto di analoga attività investigativa nel 2015 da parte degli stessi investigatori del Compartimento di Pescara sotto il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

In quella circostanza era stato arrestato poiché nel corso di una perquisizione a suo carico era stata rinvenuta un’ingente quantità di materiale pedopornografico: oltre 2000 immagini e video ritraenti minori abusati o in atteggiamenti pornografici. Numerose delle vittime risultavano di età inferiore ai 3 anni.

Il Tribunale, una volta convalidato l’arresto dell’uomo, ne disponeva l’immediata liberazione. Il lavoro degli investigatori non si è però fermato. Dalle successive attività tecniche, in particolare dalle risultanze eseguite sul materiale informatico sequestrato, emergeva un quadro increscioso a carico dell’indagato di assoluta rilevanza.

Veniva infatti accertato lo scambio di materiale pedopornografico con altre persone utilizzando svariate applicazioni di messaggistica e noti social network. Addirittura un gruppo creato su Whatsapp amministrato dallo stesso arrestato e composto, alla data dell’accertamento, di 12 membri. Alcune di queste persone venivano localizzate in Italia ed identificate.

A loro carico sono state eseguite perquisizioni, tutte con esito positivo. Per gli altri sono tuttora in corso rogatorie internazionali.

Gli uomini della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno potuto accertare che la condotta criminale tenuta dall’uomo non ha subito alcuna interruzione nonostante il suo arresto. Ciò è stato evidenziato anche attraverso la verifica della Sim telefonica in uso all’uomo: infatti lo stesso aveva conservato la stessa utenza cellulare per non perdere i propri contatti e continuare indisturbato nell’attività illecita. Anche questa volta sono state rinvenute negli smartphone in uso all’uomo immagini pedopornografiche.