SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Serata di baci, abbracci e selfie. Ma l’ultimo Consiglio Comunale dell’era Gaspari porta con sé anche una valanga di avvisi a chi il Partito Democratico lo rappresenterà ufficialmente alle elezioni del 5 giugno.

Paolo Perazzoli non viene mai citato apertamente. Eppure i riferimenti sono palesi e reiterati da parte di coloro che scenderanno dalla giostra, proprio per volere del candidato sindaco.

Inizia Pino Laversa, prosegue Andrea Marinucci, conclude Claudio Benigni. Il socialista,nel frattempo confluito nella civica ‘A sinistra in Comune’, è il primo a prendere la parola. L’intervento è a tutti gli effetti politico, il tema del rendiconto di bilancio viene completamente ignorato.

Si intende rimuovere chi ha amministrato con coraggio per mettere dentro chi ha già governato in precedenza. E lo chiamano rinnovamento. Il candidato si definisce di sinistra, ma sta formando il partito della nazione, con la complicità di personaggi confusi. Spero siano errori di valutazione e che alla base non ci siano altri tipi di accordi, non voglio pensarci. Chi si definisce di sinistra si propone in una coalizione a guida centrista, se non di centrodestra. L’asse si è spostato altrove, sono presenti Udc e Scelta Civica, non si può far finta di niente. Chi non è cieco non si può non accorgere che il Pd è a capo di uno schieramento di centrodestra. La sinistra pare d’accordo, ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Si è creata un’alleanza farlocca, voglio vedere quanto ci metteranno a litigare. Dureranno un anno, forse due. La non concessione della deroga ad un terzo mandato nasce dalla volontà di togliere di mezzo chi avrebbe i mezzi per disturbare il manovratore. Il Pd vuole riempire l’emiciclo di consiglieri paletta e yes man”.

L’invettiva scatena reazioni. Domenico Pellei (che appoggia Perazzoli) alza le antenne, Luca Vignoli – giunto alla sua ultima assise – parla di comizio elettorale. Il presidente Calvaresi si appella ai consiglieri invitandoli a soffermarsi sul punto all’ordine del giorno.

Missione fallita, perché Marinucci rincara la dose: “E’ il mio ultimo Consiglio, visto che i verdi non erano graditi al rappresentante del centrosinistra. Leggo nel suo programma di mandato obiettivi già raggiunti da questa maggioranza. In questi anni abbiamo messo in sicurezza l’Albula e il Paese Alto, siamo passati dal 20 al 70% di raccolta differenziata, abbiamo ottenuto sempre la Bandiera Blu, risultato che qualcun altro non riuscì a raggiungere. Ci siamo battuti contro la possibile costruzione di una centrale di stoccaggio del gas, purtroppo ora ci ritroveremo con un sindaco favorevole al progetto”.

Benigni abbassa i toni, ma lo spartito non muta: “Non abbiamo centrato tutti gli obiettivi prefissati ma siamo stati sempre attenti ai più bisognosi – dichiara il capogruppo Pd – non abbiamo realizzato opere faraoniche, tuttavia credo che certi giudizi negativi siano ingrati. I meriti ci verranno riconosciuti in futuro”.

Il sindaco approva, soffermandosi sulle difficoltà riscontrate dagli enti locali nei lunghi anni di crisi economica. “I passeggeri non si sono accorti di quello che accadeva in cabina. La nave ha viaggiato tranquilla, ma sono accadute cose devastanti. 9 milioni in meno di trasferimenti statali sono una cifra gigantesca. Puoi affrontare questa situazione solo se sei attrezzato. Se qualcuno intende confrontarsi con noi sappia che la materia è più complessa della banalità. Ci si astenga dalle sciocchezze, è facile osservare da fuori senza conoscere i problemi”.

Gaspari auspica che la partita venga chiusa già il 5 giugno (“la città ha bisogno di essere guidata”) e annuncia le dimissioni dell’assessore Luca Spadoni: “Mancano 25 giorni alle elezioni, ovviamente non procederemo ad alcuna surroga”.

Per la cronaca, il rendiconto di bilancio passa con 13 voti favorevoli, 7 contrari e 2 astensioni (Calvaresi e Pellei).