Da RivieraOggi 1073, in edicola dal 2 maggio

ASCOLI PICENO – Valentina Cebeni ci parla del suo romanzo, che presenterà il 14 maggio a Città delle Stelle. “Un’isola lontana in cui tutto è possibile. Dove il vento parla di antichi misteri. Solo la magia dei dolci può svelarli.” Questa frase, posta sulla copertina del libro, ci dà subito il benvenuto nel suggestivo mondo che la protagonista Elettra esplorerà nella ricerca della verità sulla sua madre Edda. Un mosaico di profumi, sapori, dettagliate ricette e, nello sfondo, i paesaggi mozzafiato di una solitaria isola del Mediterraneo. In attesa della presentazione ufficiale, esploriamo per sommi capi l’opera attraverso le parole dell’autrice stessa.

Quando nasce la sua passione per la scrittura e perché?

“La passione per la scrittura nasce con me, sin dal mio primo vagito. Ho sempre avvertito fortemente il bisogno di raccontare storie, lasciar volare la fantasia, e quando una volta terminati gli studi mi sono ritrovata a un bivio nella mia vita, questa passione è esplosa, felicemente”.

Cosa rappresenta per Lei la letteratura? Cosa prova quando scrive?

“Sono consapevole che quella che scrivo non è letteratura, ma narrativa di genere. Ho modelli altissimi in tal senso, penso ad esempio ai grandi padri della letteratura mondiale come Proust, Tolstoj, Scott o Manzoni, e non ho la presunzione di aver raggiunto tali livelli. Quando scrivo, però, e questo credo valga per il grande letterato e per chi come me è un semplice “portatore sano di storie”, il mondo scompare, e rimane solo il piacere di lasciar fluire le parole dalla mente al braccio, cercare di catturare emozioni e sensazioni per liberarle sulla carta. Quel che provo quando scrivo, perciò, credo si avvicini molto alla definizione di felicità”.

Da dove nasce l’idea per questo libro?

“La mia opera, “La ricetta segreta per un sogno”, è una storia nata un po’ per caso, dalla lettura di una recensione circa un libro sul pane; ho avvertito subito la voglia di raccontare una storia dove questo elemento fosse centrale, attingendo poi, per creare attorno a questo desiderio la struttura della trama, a suggestioni e elementi tratti dalla mia storia personale”.

Come definirebbe la protagonista, Elettra?

“Elettra è una donna che non conosce se stessa, smarrita. Per questo quando tutto intorno a lei crolla sente il bisogno di ritrovare il proprio equilibrio, e per questo decide di intraprendere un viaggio all’interno del suo Io e all’esterno dei suoi confini fisici, proprio per scoprire quelle radici di cui sa poco e niente. Per ritrovarsi, o incontrarsi per la prima volta”.

Che ruolo gioca la cucina nel corso della storia?

“La cucina è una lingua che corre parallela a quella delle parole, nel romanzo; è il mezzo espressivo della madre di Elettra, e un canale privilegiato fra mani e anima. Cucinare è un atto d’amore, è un mezzo per esprimere sentimenti efficace talvolta più di qualsiasi parola, per questo, proprio perché la madre di Elettra è impossibilitata a parlare, ho voluto marcare l’accento sul loro linguaggio, sulla capacità di comunicare attraverso altri mezzi”.

Come è stata accolta quest’opera dal pubblico?

“Sono un’autrice molto fortunata, perché la storia che ho scritto, ovunque io l’abbia presentata, è sempre stata accolta con calore e sorrisi. La storia di Elettra del resto è una storia di speranza, e credo che in questo preciso periodo storico, dove tutto è incerto, abbiamo tutti bisogno di credere in qualcosa. Di sognare, appunto”.

Cosa può dirci del mercato dell’editoria? E’ facile per uno scrittore alle prime armi pubblicare i suoi elaborati?

“Niente è impossibile, ma niente in questo mondo è scontato. Personalmente sono approdata alla pubblicazione perché ho creduto nel mio sogno, ho lavorato duramente sulla mia formazione, che mai può dirsi conclusa, e ho avuto anche quel pizzico di fortuna che ha fatto sì che il mio manoscritto approdasse sulla scrivania giusta al momento giusto. Per questo secondo romanzo, invece, devo ringraziare la mia agente, Laura Ceccacci, che ha realizzato il mio sogno: pubblicare con Garzanti”.

A chi consiglierebbe la lettura di questo libro?

“A tutte le persone che amano sognare, e soprattutto a coloro che amano le storie”.

Ha intenzione di scrivere un nuovo libro? Ci sono altri obiettivi che vorrebbe raggiungere?

“Ho bisogno di scrivere continuamente, perciò voglio scrivere fino a quando avrò qualcosa da dire e qualcuno che voglia ascoltarmi. Sino, perché no, arrivare al giorno in cui entrando nella sala di un cinema possa leggere sullo schermo “tratto dal romanzo di Valentina Cebeni”. Sarebbe un sogno!”.