DA ESPRESSO ROSSOBLU N. 1276

ADDIO ‘D’. Indolore sì ma dolorosa anche la prima sconfitta della gestione Palladini. Arrivata tra l’altro negli ultimi cinque minuti quando nessuno se l’aspettava più. Numero di gare senza sconfitte che si ferma 25. Resta ancora un record forse ancora più prestigioso: la Samb in questo torneo ha segnato in tutte le gare, un’impresa che ritengo sia riuscita a pochissime squadre in tutte le categorie. Resta un solo ostacolo, la trasferta di San Nicolò dove i record da battere sono due: nessuna sconfitta fuori (Ci riuscì il Perugia in serie A) e, appunto, quello di aver sempre violato la porta avversaria. C’è da dire però che in uno sport come il calcio, per una squadra fortissima è più strano fare 75 punti su 77 (ogni riferimento è puramente casuale) piuttosto che incappare in una sconfitta come quella odierna con tante occasioni mancate per un soffio e due gol degli avversarie con 3-4 tiri. Mi piacerebbe vedere domenica prossima a Teramo una grinta e voglia particolare per raggiungere gli obiettivi prefissati, cioè i due record.

Credo anche che, dopo la gara, Franco Fedeli (oggi assente) se avesse visto la gara non si sarebbe arrabbiato, sia per i motivi di cui parlavo prima sia perché la prestazione, specialmente degli under, è stata buona e soltanto la sfortuna ha impedito la dodicesima vittoria casalinga. Un po’ sottotono il centrocampo che senza Barone e Sabatino qualche partita in più probabilmente la Samb l’avrebbe persa.

Il presidente sarebbe stato triste come tutti ma non avrebbe avuto modo di rimproverare nessuno. Meglio però che si sia evitata la sofferenza degli ultimi dieci minuti di gioco. Il record di Palladini senza sconfitte è durato ben 2240 minuti, più almeno due ore di recuperi.

In conclusione, per addolcire la pillola, meglio l’1-2 di oggi che il 3 a 0 finale con il Castelfidardo del campionato scorso. Chi non concorda?

MAI PIÙ IN SERIE ‘D’

Mai più nel calcio dilettantistico è la prima cosa che mi viene in mente mentre sto per entrare all’interno dello stadio. Da quando il calcio italiano è strutturato nella maniera attuale, la Samb ha “impiegato” oltre 50 anni per scendere nel mondo dilettantistico e non è mai retrocessa sul campo dal professionismo. Particolare che non riterrei assolutamente di poco conto. Anzi lo riterrei un pregio, visto l’andazzo pallonaro nostrano che non si è fatto mancare scandali o promozioni a tavolino, in certi casi per motivi più politici che calcistici. La Fiorentina dalla C2 alla serie B uno dei tanti esempi. Alla Samb è sempre successo il contrario.

Esiste però sempre un motivo per cui certe cose succedono, quindi colpe che non possiamo e vogliamo assolutamente nascondere. Una colpa è quella di essere stati creduloni; la natura del sambenedettese è quella di un popolo semplice di origine marinara e contadina e ne ha pagato lo scotto. Mentre scrivo “adesso però basta” il pensiero mi va subito all’attuale presidente e patron dei nostri colori.

Ricordo benissimo l’estate 2015 quando per la prima volta fui contattato da Franco Fedeli per chiedermi informazioni sulla piazza rossoblu. Come sempre non ebbi peli sulla lingua e gli esposi difetti, vizi e i tantissimi pregi della maggioranza che però in molti casi  aveva fatto però le spese di una minoranza nella quale i personalismi e l’egoismo predominavano sull’amore per una squadra storica come la nostra. A discapito del grande popolo che la segue appassionatamente da quando il 10 giugno 1956 raggiunse per la prima volta la serie cadetta (in totale 22 campionati fino ad oggi) tra la meraviglia (anche perché paese del centro sud) del panorama calcistico nazionale, calcistico e non.

Se Franco Fedeli non riuscirà a mettere “ordine”, sarà difficile ristabilire il passato più lontano. Le gioie attuali potrebbro svanire nel nulla. Adesso è tutto facile: perché nel calcio i risultati coprono più… della neve.

Da lunedì 8 maggio toccherà più a noi che a Fedeli. A me l’attuale ‘patron’ convinse ancor prima che venisse a San Benedetto con la Ferrari. “Ho sempre pagato i calciatori puntualmente in tutte le squadre in cui sono stato dirigente e presidente” mi disse alla prima nostra telefonata. Per me più che sufficiente, al di là di un investimento iniziale dal quale non si può prescindere.

Tanto ha fatto a San Benedetto fino ad oggi e tanto farà se non lo mettiamo in condizioni di andarsene. Dipende molto dal discorso che facevo all’inizio. Non sarà sicuramente lui ad andarsene se qualcuno non gliene darà motivo.Io credo che con la famiglia Fedeli i nostri colori possono raggiungere traguardi mai tagliati prima che, vista la nostra storia, non è difficile capire quali.

Ci sono però altri motivi che mi spingono a certi desideri-auspici. Franco Fedeli, oltre ad essere un uomo che non parla mai alle spalle è, secondo me, un profondo conoscitore del calcio tanto che, se avesse tempo, credo che la Samb potrebbe fare a meno di un Direttore Sportivo. L’ho dedotto dai suoi comportamenti in tribuna che pur ritenendoli inusuali e fastidiosi sono frutto del sentimento di un tifoso comune come tantisimi altri che, in quei momenti, dice al giocatore che sbaglia “ma dai, chi ti ha acquistato?”, spogliandosi dalle vesti di presidente quindi prendendosela più con un suo dirigente che con il calciatore.

Ci sono però calciatori per i quali, Franco Fedeli per primo, ha mostrato apprezzamenti ben ripagati dai fatti. Ne cito due con certezza assoluta: Sorrentino e Vallocchia. Del primo ha sempre detto che valeva molto più di Bonvissuto, del secondo sono testimone oculare perché fu il primo nostro argomento quando ci siamo visti di persona a Cascia durante l’amichevole con il Monopoli “Lo voglio ma soltanto se il Benevento, mi concede il diritto di acquisto, non valorizzo giocatori di altri”. Pare che non sia così, però chissà. Dopo quella prima amichevole gli diedi ragione, possono testimoniarlo in primis i suoi genitori (“Mi ricorda il primo Causio”, dissi loro). L’altro pupillo del presidente è Ridolfi ma, visti i precedenti, è difficile dubitare del suo valore. Un’altra missione da compiere riguarda il recupero del territorio a partire dalla Vallata Rossoblu che domenica prossima dopo la gara esterna con il San Nicolò ospiterà e premierà con una cena e una grande festa giocatori e società. Mariano e Enzo gli organizzatori. Allargare il raggio del tifo sarà fondamentale per un futuro di successi che mi auguro più prossimo possibile.

Chiudo con una brillante idea del giornalista di Riviera Oggi, Pier Paolo Flammini: anticipiamo al mese di giugno la campagna abbonamenti. CON LA FAMIGLIA FEDELI SI PUÒ. Parola.