
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Pd ha i suoi 24 candidati. L’Unione Comunale ha ratificato le scelte del direttivo, concedendosi piccole modifiche e, ancora, qualche riflessione. Confermati Gianluca Pompei, Tonino Capriotti, Antimo Di Francesco, Vinicio Liberati, Pietro Ricci, Pasqualino Marzonetti, Pierfrancesco Morganti, Nevio Consorti, Felice Gregori, Alessandro Marini, Alessandro Zocchi, Emilio Petrone, Federica Michelangeli, Anna Rosa Cianci, Daniela Bigossi, Giusy Petrelli, Sabrina Gregori, Maria Rita Morganti, Chiara Cesari, Patrizia Mattioli, Stefania Spacca ed Elisa Marzetti.
A loro si aggiungono Lina Lazzari e Sandro Rocchetti. La professoressa non abbandonerà il partito, nonostante per lei si fossero aperte le porte del Psi. Per quanto riguarda invece il presidente della Riserva Sentina, il sì definitivo è atteso per la giornata di venerdì.
Restano fuori Barbara De Ascanis (si parla di una rinuncia), Giovanni Capriotti e Giovanni Cimini. L’imprenditore 58enne potrebbe però rientrare nella lista personale di Perazzoli, Rinnovamento e Progresso.
Nel frattempo, è stato ufficializzato il nome della civica guidata in coabitazione da Tablino Campanelli e dai renziani non iscritti al Pd. Si chiamerà San Benedetto per San Benedetto Adesso, in modo tale da ospitare sia il marchio di San Benedetto per San Benedetto che quello del Comitato originario dei rottamatori. In un primo momento si era pensato ad una fusione delle due sigle (Adesso per San Benedetto), naufragata per l’opposizione di Campanelli che da diversi mesi aveva avviato in città una pressante promozione del suo logo.
L’ex candidato sindaco sarà in lista. Assieme a lui, tra gli altri, Emmanuel Spagnolini, Maria Balloni, Eugenio Olivieri (genero di Domenico Martinelli) e Simona Gaspari, vedova dell’armatore Livio Capriotti, scomparso tragicamente il 3 dicembre 2014 in seguito all’affondamento dell’imbarcazione Stella Bianca.
Sul fronte opposto, Giorgio De Vecchis sta componendo il mosaico. Per ora sono certi Benito Rossi, Giuseppe Formentini, Andrea Sanguigni, Primo Angellotti, Romina Merli, Giacomo Forti, Gino Palestini, Orietta Brizzi, Barbara Sanavia e Alfredo Marchegiani.
Lavori in corso anche nel centrodestra. Siamo San Benedetto ha presentato la squadra una settimana fa, San Benedetto Protagonista lo farà invece sabato mattina all’Hotel Calabresi. Per Forza Italia correranno di sicuro gli attuali consiglieri comunali Bruno Gabrielli e Annalisa Ruggieri e i giovani Stefano Muzi e Valerio Pignotti.
Per prendere parte alle consultazioni, ogni lista dovrà raccogliere almeno 200 firme, come imposto dalla legge ai comuni tra i 40 mila e i 100 mila abitanti.
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Si parla di rinnovamento della politica…mi sembra che gira e rigira so sempre gli stessi che da sempre guidano questo partito….che vuoi o non vuoi hanno determinato l’amministrazione degli ultimi 20 anni esclusa l’era Martinelli….la stessa che tira il sasso e nasconde la mano quando le cose non vanno!!
Ci sono molte verità in quello che hai scritto. Impedire più liste sarebbe il modo per impedire la “legittima difesa” che è l’unico motivo per giustificare parzialmente il proliferare delle liste. L’uomo moderno non è ancora pronto per la patente del voto ma rappresenterà il futuro e internet sarà decisivo per mettere in pratica la tua idea che, come sai, è anche la mia da tanto tempo.
Il voto inconsapevole è la più grande piaga della democrazia. Quando i danni saranno…troppi, qualcuno dovrà pensare per forza ai rimedi.
First penso che tu abbia ragioni valide in merito al fatto che “si dovrebbe imporre per legge una sola lista per ogni candidato sindaco”. Penso che la democrazia non è in funzione di avere più candidati consiglieri possibili.
Faccio notare che è possibile il voto disgiunto e cioè votare per il candidato sindaco e votare per il candidato consigliere di un’altra lista. Purtroppo la politica ha le sue piaghe e quella di gruppi inesistenti in ambito della politica cittadina che entrano tramite questo meccanismo della coalizione in Consiglio è la peggiore.
Gli specchi scivolano
Direttore sa benessimo che ho seri dubbi sull’efficacia della democrazia, ma se vogliamo adottare questo sistema per poter dar voce alla popolazione è necessaria un’affluenza pressochè integrale, a me non piace una democrazia all’americana con percentuali molto basse e quindi più manipolabili.