SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una Guerra dei Roses avente come palcoscenico il Consiglio Comunale. Per i Cinque Stelle il consesso del 20 aprile è stato un “teatrino penoso, dove i giochi politici hanno avuto la meglio sugli interessi della città”.

Prima il doppio pareggio sul punto inerente la Lidl, poi il rinvio della delibera sui Poru, con pezzi di maggioranza che hanno voltato le spalle al sindaco.

“Chi sta in Consiglio lavora per i cittadini – commenta Emanuele Rosetti – se si cambia posizione in vista delle elezioni non possono subirne le conseguenze i sambenedettesi”.

Più che su questioni urbanistiche, secondo i grillini i Poru sono naufragati per ricollocazioni politiche: “E’ stata usata l’assise come terreno di scontro all’interno di forze politiche, non si poteva essere più spudorati di così”.

Nel bel mezzo del caos, i Cinque Stelle avevano tentato la mossa dell’emendamento, con tanto di sospensione di un quarto d’ora. Un salvagente inaspettato, che aveva indispettito il resto della minoranza: “Qualcuno aveva il solo interesse di buttare giù Gaspari, noi no. Abbiamo dimostrato di poter generare una discussione costruttiva. Non abbiamo anteposto gli interessi politici al bene comune. Durante la sospensione, l’amministrazione stava preparando un emendamento fotocopia pur di non votare il nostro, noi il loro lo avremmo votato”.

Come si sa, l’emendamento è naufragato per assenza del dirigente competente chiamato a ratificarlo. Rosetti si era recato in Municipio mercoledì mattina con una prima bozza di documento. “Gli uffici hanno detto che alcune parti dovevano essere riviste, motivo per cui ne avrebbero stilato un altro”. Ma la firma di Germano Polidori non è mai arrivata, causa malattia.

“Era fondamentale che ci fosse una figura professionale che potesse dare un giudizio – sostiene Giorgio Fede – quello che è accaduto è assurdo. Un parere sarebbe potuto arrivare anche da casa, al giorno d’oggi esistono i modi per comunicare a distanza”.

A ventiquattr’ore dalla disfatta gaspariana, dice la sua anche Paolo Perazzoli. Il suo diktat alla vigilia dei lavori è risultato decisivo: “Anche se in maniera rocambolesca, il Consiglio Comunale ha fatto una scelta saggia, in linea con l’opinione mia e degli altri tre partecipanti alle primarie. C’erano troppi dubbi da risolvere. E’ stata confermata la validità del nostro principio: partecipare, decidere, fare. La partecipazione non fa perdere tempo, ma consente di guadagnarne. I Poru non sono mai stati discussi coi cittadini e questo ha fatto fermare tutto. La partecipazione è un elemento necessario per raggiungere un obiettivo”. Sabato mattina, il candidato del Pd parteciperà alla prima direzione regionale dei Giovani Democratici che si terrà a San Benedetto, nella sede di Via Manara.