SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Non mi candido, ma voterò per Paolo Perazzoli”. A dirlo è Domenico Martinelli, timoniere della giunta di centrodestra che governò dal 2001 al 2005. Proprio da Perazzoli raccolse il testimone ad inizio millennio, formando un tandem con quel Pasqualino Piunti – suo vice – che oggi tenta la scalata al Municipio.

Paolo è l’unico candidato sulla scena che può rilanciare San Benedetto – dichiara – è un vero rinnovatore, spero mantenga la promessa di discontinuità con l’attuale maggioranza. Non è questione di destra o di sinistra, non mi sono mai legato ai partiti, mi sono sempre proposto in movimenti di spirito civico”.

Nessun cenno a Piunti e a De Vecchis, altro protagonista di quella parentesi quadriennale. Mentre per quel che riguarda il paragone con l’avventura gaspariana, Martinelli stuzzica: “Sulle cose che realizzai lascio la parola ai cittadini”.

L’avvicinamento pubblico del medico sambenedettese a Perazzoli avviene in occasione dell’incontro con il vice-ministro all’Economia Enrico Zanetti. “Ci si presenti ai cittadini muniti di un elenco di priorità – afferma l’esponente di Scelta Civica presso la sede dell’Associazione Pescatori – se si va avanti con la politica del tutto a tutti e subito si prendono in giro gli elettori. Io rispetto chi ha priorità diverse dalle mie, non chi sostiene che ogni problema è il primo che deve essere affrontato”.

Il candidato sindaco del Pd ne approfitta per attaccare i rivali: “Il 6 marzo hanno partecipato più di 7000 cittadini, più del 18% degli aventi diritto. Negli altri partiti chi decide? Il Movimento Cinque Stelle ha scelto il candidato in una riunione con 18 partecipanti, ma siccome il risultato non gli piaceva hanno ripetuto la votazione stavolta con 12 presenti. Castagna ogni giorno sfoglia la margherita. Carlo Ciccioli di Fratelli d’Italia è di Ancona, nella sua vita sarà venuto a San Benedetto dieci volte. Luca Paolini della Lega è del pesarese e sarà venuto due volte. Mi domando: i sambenedettesi decidono qualcosa o sono solo dei sudditi? La mia proposta era la più radicale, ho promesso un rinnovamento totale che ha provocato un terremoto politico. Speriamo che le scosse di assestamento siano terminate. Se avessi concesso le deroghe al terzo mandato avrei perso la faccia io e l’avrebbe persa il partito”.

Contemporaneamente, va però registrato il caso politico scoppiato attorno al Consiglio del prossimo 20 aprile. Tre i punti contestati: la questione Poru, il cambio di destinazione dell’area in zona Ragnola per consentire la realizzazione di una media struttura di vendita della Lidl e la concessione gratuita 99ennale di un terreno comunale in Via Asti alla Chiesa Cristiana Evangelica.

“Sui Poru, finché non ci sarà chiarezza sul progetto non cambierò idea e rimarrò contrario”, avvisa Piefrancesco Morganti. “Mantengo dei dubbi sui servizi che verrebbero destinati alla città. Inoltre, il sindaco Gaspari non ha ancora concluso il confronto coi residenti. Aveva detto che avrebbe svolto una nuova assemblea, ma non l’ha più indetta”.

Nella riunione di maggioranza di lunedì, il primo cittadino dovrà fornire spiegazioni. “La vicenda della Lidl non è stata mai affrontata – prosegue Morganti – tra un’esperienza presente giunta al termine e una futura, conta decisamente di più la seconda. E’ fondamentale il giudizio di Perazzoli, non si può ignorare”.