Lo scorso ottobre ho pubblicato su questo blog un articolo, in cui sostenevo che per la prima volta in 25 anni c’erano le condizioni per assistere alla rinascita della Samb: oggi la promozione è cosa fatta, diverse forze si stanno muovendo per consolidare l’ascesa, e la tifoseria è letteralmente alle stelle.

Proviamo a vedere se si può fare altrettanto per stimolare la rinascita della città di San Benedetto del Tronto e di tutto il territorio circostante, di pari passo con la Samb: è un obiettivo ambizioso, che merita una mobilitazione di uomini, idee e passioni almeno pari a quella per il calcio.

Infatti durante i  10 anni di Gaspari, che molti valutano negativamente, si è registrata una netta decadenza della nostra una città; abbiamo perso il primato del turismo marchigiano, e abbiamo i settori nevralgici della pesca e dell’agroalimentare in sofferenza. Occorre svegliarsi, innovare, rinascere.

La prossima scadenza elettorale offre la prima possibilità di cambiamento, su un fronte essenziale come la guida dell’amministrazione. Una prima scrematura di candidati è già avvenuta, tra le primarie del Pd e le turbolenze del centro-destra, lasciando in lizza quattro persone piuttosto valide (chi più e chi meno), che sembrano in grado di fare meglio del predecessore, pur essendoci notevoli differenze tra loro che ogni elettore valuterà prima del voto.

Due sono politici tradizionali di lunghissima militanza come Piunti (FI) e l’ex sindaco di 20 anni fa Perazzoli (PD), gli altri due  sono politici “anomali” fortemente avversi ai partiti tradizionali, De Vecchis (civica Orgoglio sambenedettese, passate esperienze AN) e Fede (5 Stelle, del tutto nuovo alla politica): due dei quattro arriveranno probabilmente al ballottaggio, e lì giocheranno una partita incertissima: se è vero che Perazzoli appare il più forte al primo turno, di contro al ballottaggio gli altri tre sono tutti antitetici al PD e i rispettivi elettorati potrebbero far convergere il voto sull’unico candidato anti-Perazzoli che resterà in lizza.

Ci sarebbe anche un quinto candidato, il “forestiero” Castagna (vive a San Benedetto da 21 anni anche se è nato a Monte San Giusto, dove ha fatto anche il vice-sindaco), le cui recenti vicende vanno a rinforzare la pessima percezione della gente nei confronti dei partiti tradizionali; è una candidatura debole mai decollata, di una persona semi-sconosciuta in città, che è stata prima imposta dai vertici regionali di FdI e Lega come proposta che doveva essere migliore dei locali Piunti e De Vecchis, poi è stata abbandonata da FdI ma è ancora sostenuto dalla Lega (per non perdere la faccia dopo aver fatto venire Salvini a sponsorizzarlo); nell’ultima puntata Fratelli d’Italia ha compiuto l’ennesima giravolta (Ciccioli e Fioravanti ne sono ormai maestri!) e si è riavvicinata a Piunti che fino al giorno prima era stato fortemente osteggiato…

Si tratta di giochetti pessimi da prima repubblica, di ingerenze indebite di Pesaro, Ancona e Ascoli sulle vicende sambenedettesi, in definitiva sono schermaglie di micro-potere tra partiti che hanno organizzazioni feudali e numeri scarsi.

Forti schermaglie si sono verificate anche nel PD a ridosso delle primarie, con veleni tra Sorge e Gaspari da una parte e Perazzoli, Curzi, Emili dall’altra; i numeri delle primarie sono stati una bella esibizione muscolare del PD e una dimostrazione di democrazia, ma hanno anche inasprito i tanti conflitti interni mettendo a nudo dei problemi irrisolti. Il vecchio ex-sindaco è stato scelto come il più innovatore, una contraddizione motivata solo dallo scontento per l’amministrazione uscente dentro lo stesso elettorato di centro-sinistra.

Nel frattempo assistiamo ad un certo revisionismo storico in città, occasionali che si travestono da ultras per farsi fotografare, politici che si inseriscono a guida di comitati pro-Ballarin e nei cortei dei tifosi, qualcuno ha provato anche a rivalutare l’operato di Gaspari e Spina perché con il loro “osare” avrebbero consentito alla città di avere oggi un magnifico stadio coperto e a norma che altrimenti non si sarebbe potuto realizzare.

CUI PRODEST? L’azzardo è costato anni di inagibilità di mezzo impianto, ditte non pagate, lavoratori mandati sul lastrico, interventi di Tar, Corte dei conti e tribunali: il valore non si genera dal nulla ma qualcuno lo paga, e qualcun altro incassa i proventi del fotovoltaico…
Su questi aspetti e sulle possibili strumentalizzazioni di fenomeni di massa legati alla tifoseria, ci sono storture evidenti finalizzate ad avere maggiore visibilità e consenso in vista delle elezioni, per cui è bene fare la tara e valutare con prudenza certe esibizioni pubbliche.

Detto questo, diamo per assodato che avremo a breve una amministrazione più capace di quella uscente, e concentriamoci sui reali fattori di crescita che agevolati dalla politica, possono portare ad una rinascita della città:

1) TURISMO: occorre in primis pulizia, decoro urbano, ordine, migliore vivibilità, bloccare la movida molesta e incentivare una movida sostenibile; poi aumentare la visibilità con eventi, amichevoli di lusso, crescita della Sambenedettese e dell’impiantistica sportiva, coordinamento dell’accoglienza a livello di Città grande, costa e prima fascia collinare del piceno, sole, mare, sagre e feste di paese, cultura ed enogastronomia.

2) PORTO E PESCA: spostare il fermo pesca in altro periodo e garantire pesce fresco in agosto, effettuare il dragaggio e le manutenzioni necessarie troppo a lungo rimandate, ampliare le forme di pesca-turismo e di enogastronomia semplice legata ai prodotti del mare, trattorie, ristori, feste gestite da cooperative di pescatori; aprire il porto turistico a forme di movida e di intrattenimento, evolvere l’offerta per scuole di vela, pesca, piccola crocieristica.

3) AGROALIMENTARE: rilanciare le eccellenze del territorio, la qualità, il biologico, i vini di pregio, la conservazione e lavorazione dei prodotti, coordinare cantine e rivendite a KM zero, fare massa critica e politiche unitarie di marketing.

4) SERVIZI: tutto l’indotto dei primi tre settori può essere gestito, affiancato e coadiuvato da servizi creati sul territorio, aiutando la nascita di start-up e collaborazioni con le università locali e le aziende già esistenti.

5) VISIONE FUTURA: progettazione e pianificazione a lungo termine, piano regolatore, riqualificazione urbanistica dell’esistente, definizione del disegno della città futura a cui tendere, ridisegno dell’area portuale in funzione anche turistica, terzo braccio, trasporto merci e persone. Fondamentale anche un ridisegno della mobilità cittadina, metro, bretella, lungomare, ecc.
L’amministrazione deve farsi promotrice di questa progettazione strategica da portare avanti in modo partecipato, insieme agli operatori economici e ai gruppi cittadini interessati.

Le potenzialità ci sono tutte, si può ripartire molto bene se la politica inizia a dare risposte serie, rapide e concrete, e si inizia a fare squadra allargando i confini ai territori circostanti; nella crescita occorrerà dimenticare gli egoismi per praticare la massima solidarietà sociale e reinserire al lavoro chi è in difficoltà, marciare in corteo insieme sventolando il rossoblù non solo per la Samb ma per la città tutta, che va riportata anch’essa nella categoria che gli compete: direttamente in Serie A!