Dal numero 1069 di Riviera Oggi, in edicola.

Che valore ha una conferenza stampa?

Che valore ha la parola data?

Che valore ha un accordo firmato?

Che valore ha un comunicato stampa inviato con preghiera di pubblicazione?

La risposta ve la diamo noi: zero assoluto. Per mesi giornalisti e cittadini sono stati infinocchiati da una sfilza di dichiarazioni smentite dai fatti e capaci di generare risate sguaiate se rilette col senno di poi.

Prendiamo Margherita Sorge, arrivata terza su quattro alle primarie del 6 marzo e ancora non rassegnata alla sconfitta.

La minaccia della creazione di una lista alternativa è concreta. Ma cosa recitava l’articolo 7 del regolamento delle primarie? “Ciascun candidato si impegna a sostenere lealmente il candidato vincitore al massimo delle proprie capacità”. Se queste sono le capacità massime dell’ex assessore, non osiamo immaginare cosa accadrebbe se decidesse di non impegnarsi.

Passiamo alle conferenze. La Sorge ne è stata la regina incontrastata. Il 1° febbraio, giorno dell’addio alla giunta, con un sorriso a trentadue denti assicurò: “Se perderò non mi candiderò, tornerò al mio lavoro impegnandomi ugualmente all’interno del Pd, aiutando il candidato del centrosinistra a vincere, chiunque sarà”. Il 22 febbraio rafforzò la sua tesi: “Se perderò festeggerò in ogni caso col Pd, ma non mi candiderò”. Inutile ricordare che il 6 marzo sera, nonostante l’invito preventivo della segreteria comunale, nella sede di Via Manara non ci fosse traccia della Sorge e dei suoi supporters.

Finita qua? Certo che no. Dall’archivio rispolveriamo un comunicato stampa dello scorso 9 gennaio. Attenzione al giorno, affatto casuale: nella stessa data Perazzoli inaugurò la sede elettorale in Via Balilla. Cosa predicava la Sorge? “Coloro che perderanno le primarie abbiano il coraggio di rinunciare a candidarsi col Pd. Così facendo si sposa la tesi che vede il progetto come più importante e predominante rispetto ai candidati. Ritengo che la politica sia un servizio, una missione che chi si appassiona alla cosa pubblica deve perseguire in maniera onesta e disinteressata. Alla base di tutto vi deve essere una proposta, una idea condivisa su un progetto per la San Benedetto del domani che deve necessariamente essere più importante delle singole personalità e delle loro legittime aspirazioni. Sono convinta che assisteremo ad una competizione leale, basata sui contenuti e ispirata dal documento programmatico che il Partito Democratico a breve licenzierà grazie anche al contributo dei nostri fondamentali alleati. Personalmente mi impegno fin da ora in tal senso”.

L’esponente del Pd dimenticò tuttavia di ricordare che lo statuto del Pd le avrebbe in ogni caso impedito la terza candidatura consecutiva, se non da candidato sindaco.

Coerenza e chiarezza, queste sconosciute.