di Michele Rossi

Grottammare: Beni, Palandrani, Gandelli, Gibbs, Di Natale, Filipponi, Gentile, De Cesare, Bonfigli, Travaglini (57’ De Panicis), Veccia. All. Vagnoni

Atletico Gallo Colbordolo: Cappuccini, Zandri, Ferrini, Virgili, Nobili A., Marini, Paoli T., Nobili G., Vegliò (85’ Cocchi), Calvaresi (73’ Muratori), Feduzi (80’ Sensoli). All. Fulgini

Arbitro: Carmen Gaudieri di Battipaglia

Marcatori: 29’ Vegliò; 33’ Nobili G.; 71’ Paoli T.

Ammoniti: 8’ De Cesare (G); 21’ Paoli T. (A); 28’ Di Natale (G); 29’ Vegliò (G); 30’ Travaglini (G); 63’ Ferrini (A); 67’ Virgili (A); 73’ Muratori (A); 92’ Gentile e Filipponi (G)

Spettatori: 50 circa con buona presenza ospite – Calci d’angolo: 4-4

Recuperi: 1 minuto nel p.t.; 3 minuti nel s.t.

 

Un Grottammare con la testa già in vacanza, con una prestazione davvero imbarazzante lascia i tre punti all’Atletico Gallo Colbordolo e si complica un po’ questo finale di campionato, visti i risultati sugli altri campi. Nel giro di tre settimane (considerando la pausa per la Pasqua), la squadra di Vagnoni è passata da un possibile inserimento nella zona play-off ad un rischio, concreto, di risucchiamento nel gorgo dei play-out. E gli ultimi 180 minuti di gioco saranno davvero importanti per evitare una situazione da cui, poi, sarà difficile venirne fuori. Speriamo che l’ottimo lavoro fatto fin qui dai biancocelesti non venga vanificato con prestazioni sottotono nelle ultime partite di campionato.

Detto questo, passiamo alla cronaca della “Sagra dei cartellini gialli”, addirittura dieci, molti dei quali distribuiti a caso da una mediocre donna arbitro (inviata fin qui da Battipaglia!), spesso lontana dall’azione di gioco e in debito d’ossigeno già a metà del secondo tempo. Leggendo la lista dei cattivi di turno, uno che non ha assistito alla partita può pensare ad una “guerra” in campo; niente di tutto ciò. Nonostante l’importanza della posta in palio, la partita è stata tanto soporifera quanto tranquilla e solo una direttrice di gara insicura o in vena di protagonismo poteva “ravvivarla” ammonendo a raffica e, soprattutto, minacciando giocatori e panchinari ad alta voce giusto per farsi sentire anche dai pochi spettatori in tribuna. Non sappiamo fino a che punto certi arbitri facciano bene al gioco del calcio, ma siamo sicuri che – visti i parametri di giudizio che hanno certi osservatori – la signorina in questione farà carriera…

Dopo il minuto di raccoglimento in memoria delle studentesse italiane decedute nel tragico incidente stradale in Spagna, nei primi 29 minuti di gioco non succede nulla, se non un gol annullato a Filipponi per una presunta spinta e tre ammonizioni comminate dall’arbitro a De Cesare (dopo averlo redarguito già al 2’ per un fallo in un centrocampo affollato), Thomas Paoli e Di Natale. Al 29’ la svolta: da un errore difensivo di Palandrani (oggi davvero molto distratto), Feduzi si invola sulla fascia sinistra e mette al centro un pallone innocuo che Veccia cerca di domare al limite dell’area piccola; il suo errore nello stoppare la palla diventa, però, un invitante passaggio per Vegliò che a porta vuota non può sbagliare. Vantaggio dei galletti rossoblu con lo stesso Vegliò che viene ammonito perché va ad esultare sotto la tribuna dove avevano trovato posto i tifosi dell’Atletico, senza togliersi la maglia. Altra perla dell’arbitro che di fatto vieta qualsiasi tipo di esultanza. Dopo un minuto finisce sul taccuino dei cattivi anche Travaglini e questa è l’unica decisione giusta. Insomma, dopo mezzora di gioco, già cinque ammoniti. Possiamo immaginare che partite arbitrava questa signorina in Puglia, regione famosa per le sue battaglie (una su tutte, quella di Canne tra Romani e Cartaginesi). Passano due minuti e l’Atletico mette il sigillo alla partita: l’ennesimo errore a centrocampo dei biancocelesti permette a Vegliò di lanciare millimetricamente Giacomo Nobili; Beni esce, poi si ferma, cosa che fanno anche i suoi compagni di reparto, e per il centrocampista rossoblu è un gioco da ragazzi raddoppiare, ma visto il precedente, se ne guarda bene dal festeggiare con i propri tifosi. Al 39’ ancora Vegliò ha la palla per chiudere la partita: approfitta di un retropassaggio sbagliato di Palandrani per puntare Beni, il quale si riscatta dell’errore di pochi minuti prima e ribatte il tiro del centravanti ospite; capovolgimento di fronte e Gentile, lanciato centralmente da Bonfigli, viene affrontato in area da un avversario: per l’arbitro, lontana dall’azione e non aiutata dalla sua assistente, in maniera pulita sulla palla, ma dalla tribuna è sembrato un rigore abbastanza solare.  Finisce qui, di fatto, un primo tempo davvero brutto con l’Atletico Gallo meritatamente in vantaggio se non altro per la sua maggiore voglia di fare bene, per la sua tempestività nelle chiusure difensive e per aver sfruttato al meglio i grossolani errori degli uomini in biancoceleste.

Nel primo quarto d’ora della ripresa non succede niente di particolare. Al 63’ Feduzi sbaglia incredibilmente il colpo del ko mandando fuori, a tre metri dalla porta, un invitante pallone arrivatogli dall’ennesimo liscio difensivo degli uomini di Vagnoni, per la precisione questa volta di Di Natale. Al 71’, dopo altre ammonizioni della direttrice di gara tanto per rimanere allenata, i pesaresi – approfittando della giornata di libertà dell’intera difesa di casa – chiudono il conto: è Thomas Paoli ad esibirsi in un’azione solitaria e a siglare un bellissimo gol con un tiro in diagonale all’incrocio che Beni può solo vedere in fondo al sacco. Un minuto dopo tra gli ospiti entra Muratori e si becca l’ammonizione dopo appena cinque secondi (un record!): un lancio di Gandelli per Gentile gli sbatte involontariamente sul braccio ma per la severa battipagliese è da giallo. Incredibile ma vero. Al 75’ un altro errore di Di Natale in disimpegno permette a Giacomo Nobili di presentarsi a tu per tu con Beni ma il suo tiro finisce alto. La partita si trascina stancamente verso la fine e nella mediocrità generale di tutti gli uomini in campo ci finisce anche la prima assistente (donna anche lei, Lorena Bejko da Jesi) che non si avvede di un fuorigioco di almeno tre metri del neo entrato Cocchi, il quale – forse sorpreso da cotanto regalo – non trova di meglio che tirare addosso a Beni in uscita. Un minuto dopo, al 42’, Cappuccini si guadagna la pagnotta negando il gol della bandiera a Filipponi, opponendosi benissimo ad un suo tiro ravvicinato scaturito da un batti e ribatti in area di rigore. La partita finisce come era iniziata, con altri due ammonizioni: se quella a Gentile è giusta per un fallo, cosiddetto, di frustrazione, quella a Filipponi è alquanto bizzarra. È vero che il granatiere biancoceleste stava baccagliando con più di un avversario, ma l’arbitro non ha visto niente perché era distante ed impegnata a trascrivere il nome di Gentile sul suo libretto nero. Con un po’ più di intelligenza, visto che si era al 92’, avrebbe potuto lasciar correre o ammonirne uno per parte, dato che anche gli avversari non si stavano comportando da “santarellini”…

In chiusura vogliamo fare un appunto al mister Vagnoni: perché sul risultato così nettamente sfavorevole non ha fatto giocare nei venti minuti finali un paio di classe ’98 che porta in panchina come tappezzeria? Nel prossimo campionato uno deve essere in campo obbligatoriamente: queste situazioni possono servire per vedere chi può essere all’altezza, facendo fare loro quel poco di esperienza che potrebbe tornare utile in futuro. Se aspetta di vincere 3-0 per fare questi esperimenti, campa cavallo… che l’erba (del Pirani) cresce.

 

COMMENTI

Roberto VAGNONI (Grottammare)

Quando perdi 3-0 in casa, non ci sono attenuanti. Avevamo preparato la partita in maniera differente, ma l’uno-due loro nella seconda parte del primo tempo ci ha tagliato le gambe. Abbiamo fatto troppi errori in mezzo al campo e gli avversari sono stati bravi ad approfittarne. Ora ci aspettano due battaglie finali dove speriamo di fare risultato.

 

Pierangelo FULGINI (Atletico Gallo Colbordolo)

Quella di oggi è una vittoria importantissima perché venivamo da due sconfitte a mio avviso immeritate e avevamo tanta rabbia in corpo ed una grande voglia di riscattarci. Vincere in questo campo difficile, contro la squadra che io reputo la sorpresa del campionato, ci dà la carica giusta per affrontare gli ultimi due incontri cercando di ottenere il massimo per una salvezza che reputo più che meritata.