SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Da una parte i Socialisti, intenzionati a confermare l’alleanza col Pd, dall’altra Leo Sestri e Pino Laversa – socialisti pure loro – che non accettano il veto sulla loro futura candidatura.
La riunione di mercoledì, terminata alle due di notte, ha partorito un comunicato che dice tutto e niente, a riprova di quanta confusione ci sia all’interno del Psi.
“Ribadiamo la piena convergenza nel centrosinistra per affrontare la competizione elettorale delle amministrative con le stesse modalità delle passate elezioni regionali e nazionali”, dicono Umberto Pasquali e Francesco Maroni, rispettivamente segretario locale e provinciale. “La nostra sezione rivendica la sua autonomia nella composizione della propria lista elettorale, pur rispettando le decisioni attualmente emerse all’interno del Pd. Il Psi è al contempo impegnato a far sì che la lista socialista sia composta da donne e uomini di indubbia onesta e competenza”.
La storia è nota: Perazzoli non concederà deroghe per una terza candidatura consecutiva tra le fila del Pd. Una decisione che ricadrà a valanga pure sugli alleati. “Noi siamo per il rinnovamento e non indietreggiamo – ha ribadito l’ex consigliere regionale nei giorni scorsi – le deroghe sono come le ciliegie, una tirerebbe l’altra”.
I partiti della coalizione considerano il diktat di Perazzoli come una chiara invasione di campo, ma nei Socialisti è forte la volontà di confermare il matrimonio con i democratici. In fondo, era stato lo stesso candidato sindaco ad abbracciare i compagni di viaggio: “I Socialisti sono una parte di noi e i nostri principali alleati. Attuando il rinnovamento temono di perdere voti. E’ vero, ma emergerebbero nuovi protagonisti. Quando certi personaggi occupano per molti anni gli stessi posti, diventano un tappo per gli altri. Non emergono altre figure, soprattutto nei piccoli partiti”.
Scenario che allontana sempre di più Sestri e Laversa, anche se l’assessore prende tempo: “E’ presto per dire cosa accadrà, io sto nel partito. Il Psi ha fatto bene a rivendicare l’autonomia, che non si compra e non si vende. Le nostre liste ce le facciamo noi. Non può essere un candidato del Pd a scegliere i nostri candidati. Così facendo, è Perazzoli che ci allontana dal centrosinistra”.
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