SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un ristorante trasformato, un matrimonio salvato ed una città valorizzata. Antonino Cannavacciulo porta a termine tutte e tre le missioni nella puntata di “Cucine da incubo”, interamente girata a San Benedetto lo scorso gennaio.

Protagonista del secondo episodio della nuova stagione il ristorante di Via Turati “Dalla padella alla brace”, gestito da Mauro, tassista di Roma trasferitosi in Riviera dopo aver venduto la licenza, e dalla moglie Paola, insoddisfatta del lavoro e del coniuge. Un rapporto dilaniato dai conflitti che ha generato conseguenze nella gestione di un’attività ingolfata da un menu infinito, che lo chef paragona immediatamente ad un elenco telefonico: “A San Benedetto ci sono mare, sole e turisti, il sogno per ogni ristoratore. Ma se lavori male, può diventare un incubo”.

Le telecamere della trasmissione regalano una splendida cartolina di San Benedetto: molo sud, lungomare, porto, paese alto e la torre dei Gualtieri. Qui dentro va in scena la resa dei conti tra marito e moglie, prima della riappacificazione ed il rilancio del locale.

Una volta rivoluzionato il menu e riscritti diritti e doveri di ciascuno (a suon di pacche sulle spalle utili a scuotere i ristoratori), una squadra di operai ha rimesso a nuovo la struttura.

L’episodio sambenedettese di “Cucine da Incubo”, trasmesso a partire dalle 22.10 di domenica, ha totalizzato su Deejay-Nove 680.000 spettatori, pari al 3% di share. Un dato superiore a quello raccolto dalla puntata precedente, dedicata ad un pub di Carignano, piccola città vicina a Torino.

Le prime due puntate sono state trasmesse eccezionalmente in simulcast sui canali Real Time e DMax (sempre di proprietà del gruppo Discovery). L’ascolto complessivo ha pertanto superato i 700 mila spettatori.

Quest’anno “Cucine da incubo”, prodotto da Endemol Italia, ha mollato la pay-tv per passare in chiaro. In passato, il reality era stato trasmesso su Fox Life, per poi essere replicato in un secondo momento su Cielo.