SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Niente deroghe, senza se e senza ma. Paolo Perazzoli lo ha ripetuto anche ai Socialisti nel corso dell’incontro di mercoledì pomeriggio. Un confronto cordiale, che però non ha sciolto i dubbi sulla futura alleanza.

I Socialisti sono una parte di noi – ha dichiarato Perazzoli a Riviera Oggi – loro sono i nostri principali alleati, i loro parlamentari nel 2013 sono stati eletti nelle nostre liste e c’è una tradizione forte di sindaci socialisti a San Benedetto. Da una parte hanno raccolto la nostra sfida, sono stimolati. Ma dall’altra temono di perdere voti. E’ vero, ma emergerebbero nuovi protagonisti. Quando certi personaggi occupano per molti anni gli stessi posti, diventano un tappo per gli altri. Non emergono altre figure, soprattutto nei piccoli partiti”.

Perazzoli ha quindi garantito “tutele” al Psi in caso di flop elettorale: “Quando prendo un impegno, lo mantengo. Sono nostri alleati e con loro governeremo al di là delle fortune elettorali, il governo non è rappresentato solo dalla giunta e dal consiglio comunale. Sono fiducioso”.

Poche ore dopo, i Socialisti hanno riferito i contenuti del faccia a faccia col Pd ai loro iscritti. “Mercoledì prossimo ci rivedremo e chiuderemo la discussione – informa il segretario Umberto Pasquali – tireremo le somme seguendo il pensiero prevalente”.

La proposta di rottamazione trova contrari soprattutto Leo Sestri (assessore per tre mandati consecutivi) ed il consigliere comunale Pino Laversa. Qualora si arrivasse ad una spaccatura, i due potrebbero andare ad arricchire l’elenco dei dissidenti interessati a comporre una lista alternativa e avversa al Pd.

La questione deroghe dovrà essere votata dall’Unione Comunale, dove la corrente perazzoliana è tuttora minoritaria: “Qui non si tratta di dare una deroga, ma di scegliere una regola o un’altra. Se gli interessati la chiederanno, la giudicheremo. Se prevarrà il sì non metteranno in difficoltà me, ma un intero partito a maggioranza renziana che negherebbe la politica di rinnovamento. Ho vinto le primarie sulla base di questo concetto e la stragrande maggioranza degli elettori è d’accordo con me. Rimango con serena fermezza convinto della mia posizione e non mi smuovo. Questo è il mandato che ho avuto dai cittadini, alla mia età non mi metto a perdere la faccia”. Poi l’ultima provocazione: “Senza di me alle primarie non ci sarebbero stati oltre 7 mila votanti. Sarebbero stati 2500-3000. Io ero l’unica alternativa”.