Ruoli rispettati. È scoppiata la grana Reginaldo? Non direi visto che non è ancora un giocatore della Samb e che al momento la squadra non ha bisogno del suo apporto. Lo avrà probabilmente in Lega Pro ma il tutto fa parte dell’immaginazione popolare, anche la mia. I fatti confermeranno le ipotesi sul futuro roseo con la Samb dell’attaccante brasiliano? Tutti ci auguriamo di sì. Nel frattempo, però, credo che debba essere lui riconoscente al presidente Fedeli che ha detto sì al suo entourage quando gli è stato chiesto di soggiornare e allenarsi a San Benedetto per un periodo di tempo. Palladini ha accettato e si sta impegnando per fargli ritrovare la forma migliore.

Appresa la notizia, secondo la quale, il giocatore brasiliano non dà notizie da domenica scorsa ho chiamato Franco Fedeli per saperne di più. Innanzitutto non mi è apparso furioso né tantomeno scontento. “Sto benissimo anche perché sportivamente la mia squadra è in testa alla classifica e si avvia a tornare tra i professionisti. La situazione di Reginaldo non mi preoccupa più di tanto, deve semplicemente risolvere la sua situazione anagrafica per poter scendere in campo. Lo abbiamo accolto a San Benedetto per vederlo giocare e quindi trovare con lui un accordo economico per la prossima stagione

C’è chi parla di fuga…

Mi auguro di no perché sarebbe irriconoscente nei miei confronti e della città che lo ha ospitato. Le cose stanno così: ieri è andato a Roma per ottenere la cittadinanza italiana. Dopo di che ci ha inviato una mail da Parma nella quale ribadisce che sta per risolvere la sua situazione. Del resto non c’è motivo per allarmarsi perché dovrei? Anzi io sono molto sereno, è anche interesse suo. Poi se volesse prendere altre strade… morto un Papa se ne fa un altro

Ho preferito non fargli domande sul rapporto con Palladini o meglio su presunte critiche ad Ottavio che, qualcuno sta contribuendo a fargli prendere una direzione sbagliata. Si sta, sbagliando, esasperando parole del presidente che andrebbero prese alla lettera senza gettare benzina sul fuoco.

Credo di conoscere abbastanza bene l’uomo Fedeli ed ho capito che lui vuole (è un suo diritto) analizzare le gare senza fronzoli e senza peli sulla lingua. Il modo che ritengo migliore in assoluto per governare una squadra ed evitare polemiche sotto traccia per le quali la nostra città è campionessa del mondo.

La cosa più giusta, sempre a mio parere, è analizzare serenamente  le frasi del presidente senza pensieri reconditi o pettegolezzi. Dopo Samb-Amitermina ha detto una verità che è inconfutabile che non può che far bene all’ambiente. “Pezzotti è un giocatore superiore ad altri e va messo in campo quando le regole lo permettono, contro la penultima in classifica (aveva preso 4 gol in casa dall’Agnonese sette giorni prima Ndd.) non bisogna correre rischi superiori alla norma, va battuta senza rischi finali che una squadra così forte non può permettersi, il tifo sambenedettese merita di più perché certe partite rischiano di non far avvicinare più chi sta provando a tornare allo stadio dopo anni di assenza”.

Cosa avrebbe detto di strano? Niente. Solo la verità nient’altro che la verità.

Stessa cosa per Palladini, oramai maturo per platee superiori e vicino alla laurea con 110 e lode. Non si fa condizionare dalle parole del suo datore di lavoro perché le considera semplicemente meritevoli di attenzione, ha insomma capito che sarà sempre così e, quindi, le sue “risposte” sono rispettose del ruolo che occupa, diverse da quello di presidente ma non polemiche. “La mia squadra tutte le domeniche è condannata a vincere e, essendo stato anch’io calciatore, so che una situazione così è logorante. Lo si vede da come inizia la partita: vuole subito andare in vantaggio. Una volta raggiunto la volontà di conservarlo spinge inconsapevolmente i miei ragazzi a non scoprirsi oltre lo stretto necessario. È andata sempre bene meno due volte, con Recanatese e Isernia. Ci sta”.

Una dichiarazione migliore non poteva farla. Non ha fatto riferimento a Pezzotti perché, sui giocatori da mettere in campo è lui il responsabile e scegliere il silenzio è un’ulteriore prova di maturità del buon Ottavio.

Il presidente, infatti, può dire la sua ma che le scelte aspettano a lui è ovvio quindi non da spiegare.

Non sprechiamo un momento magico mettendo benzina sul fuoco che fuoco non è. Nella vita ognuno deve rispettare e far rispettare il proprio ruolo. Questo stanno facendo Franco Fedeli e Ottavio Palladini che, tra l’altro, non preferirebbe (e ce ne sono) un presidente che certe cose le dice alle sue spalle per poi negarle pubblicamente.

Quando alle parole di loro spettanza seguirà qualche fatto concreto noi saremo i primi (nel rispetto del nostro ruolo) a dire la nostra senza peli sulla lingua come stanno facendo ora allenatore e presidente della Sambenedettese Calcio. Personalmente questa situazione la preferisco a tutte le altre e faccio una riflessione: per otto partite il patron rossoblu ha fatto le sue analisi e criticato Beoni nello stesso modo ma lo ha sollevato dal compito soltanto quando due risultati nettamente negativi glielo hanno consigliato. Fatti cioè non parole.

È vero, potrebbe obiettare qualcuno, ma voi di Riviera Oggi domenica scorsa avete ritenuto inopportuni i fischi a Titone? Confermo e aggiungo che anche in questo caso i ruoli sono stati rispettati: i tifosi a caldo non hanno gradito l’egoismo del giocatore siciliano, noi come giornalisti abbiamo ritenuto che è stato ingeneroso per i gol e le vittorie che aveva regalato alla Samb in questo campionato. Se seguissero fatti, tipo Titone fuori squadra, sia Riviera Oggi che l’intera tifoseria insorgerebbero. Spero di essermi esaurientemente spiegato.

Buona Pasqua a tutti.