SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La carica dei mille, ancora una volta. Per il terzo anno consecutivo Maurizio Battista riempie il Palariviera regalando oltre due ore e mezza di risate ininterrotte.

“Allegro, sì sì… ma non troppo” è uno spettacolo “senza capo né coda”, per stessa ammissione dell’attore. “Non c’è un inizio, non c’è una fine, posso andare avanti all’infinito. Vi accorgete che è finito quando vedete che dietro di voi non c’è più nessuno”.

Non c’è una scaletta, gag vecchie e nuove si alternano, non ci sono regole. Battista dialoga col pubblico, prende spunto dalle loro reazioni e il risultato è ogni volta esilarante. L’artista romano è un maestro nel creare un ambiente goliardico e familiare, fatto di continua reciprocità con chi gli è seduto di fronte. Motivo per cui non mancano critiche al teatro per una platea situata a troppa distanza dal palco e un’illuminazione che limita drasticamente il suo campo visivo. Osservazioni non inedite: Battista aveva manifestato una certa insofferenza già dodici mesi fa, mentre in questa stagione erano state registrate le rimostranze di Angelo Pintus e Giorgio Montanini.

Lo show è una valanga di battute ed episodi sciorinati con frenesia. Evitata volontariamente la politica, nel mirino finiscono le donne, vera ossessione di un Battista sposatosi due volte e in attesa di un figlio da una terza compagna.

Alle sue spalle preziosissima la presenza del maxischermo. Lì si proiettano i cavalli di battaglia dell’attore: cartelli, insegne, strafalcioni, annunci strampalati e foto scattate ai citofoni di alcuni palazzi con improponibili accostamenti di cognomi.

A spezzare il monologo ci pensa Manuela Villa. La cantante interpreta dal vivo due brani, “Chiamo Amore” (di cui è autrice) e “Un amore così grande”, eseguito virtualmente in coppia con papà Claudio, che appare sul videowall.

L’arrivederci di Battista alle Marche è manco a dirlo irriverente. L’artista ricorda le vacanze a Pieve Torina, paese originario della prima moglie e abitato da 1500 anime: “Non c’era niente, andare al supermercato diventava l’evento della giornata”.