SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Le campagne elettorali delle primarie sono dure e aspre, ma dal giorno dopo si sta tutti assieme. Così bisogna fare anche a San Benedetto, ora tutti lavorino a testa bassa per Perazzoli”. Non poteva essere più chiara Simona Bonafè, accolta sabato pomeriggio nella sede dell’Associazione Pescatori da un Pd al completo.

Oltre a Perazzoli, seduto al tavolo dei relatori assieme ad Antimo Di Francesco (tornato a vestire i panni del segretario provinciale), ci sono anche Tonino Capriotti e Margherita Sorge.

Smettiamola di fare le guerre tra di noi e di guardare al nostro ombelico – insiste l’europarlamentare – lavoriamo sui contenuti, basta con i conflitti fratricidi”.

In prima fila la Sorge non muove ciglio. Dà invece chiari segni di insofferenza quando Perazzoli invoca la “serena fermezza” nella composizione delle liste: “Chi ha governato per quindici anni si riposi. Con la storia del rinnovamento non scherziamo, sarebbe una iattura se cedessimo, le deroghe sono come le ciliege, una tira l’altra. Non mi ritengo un rottamatore, ma sono una persona coerente. Non passi l’idea che abbiamo fatto finta, dei quattro candidati ha vinto il più critico, non nascondiamocelo. E’ stato un terremoto politico”.

Ad ogni modo, il candidato sindaco lavorerà per ricompattare il partito. A partire da lunedì sera, quando presso l’associazione Pescatori di Via Marinai d’Italia riunirà i sostenitori di tutti gli sfidanti alle consultazioni del 6 marzo scorsi per la costruzione di un comitato allargato in vista delle amministrative. Verranno inoltre formati gruppi di lavoro chiamati a definire il programma di mandato. Sarà anche l’occasione per testare la reale distanza tra la visione di città della segreteria del Pd e i progetti di Perazzoli, visti e considerati gli strappi dei mesi passati sulle questioni urbanistiche.

Dalla Bonafè non c’era il sindaco Gaspari, invitato come semplice tesserato. Un episodio analogo si era verificato ad ottobre, in occasione della visita in città di Matteo Orfini. “C’è differenza tra un’iniziativa istituzionale e un’iniziativa di partito – si è difeso Di Francesco – non credo ci sia da far polemica”. Risulta tuttavia evidente la volontà di segnare un confine con l’attuale amministrazione comunale.