Da Riviera Oggi 1064

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Intervista all’artista Sambenedettese Nicola Rosetti, che il 13 febbraio ha inaugurato presso la Palazzina Azzurra la mostra personale “La Poesia dell’azzurro”. I quadri del pittore spaziano dai volti di donna e dalle case mediterranee, fino ad una più recente passione per le forme geometriche che si esplica nelle numerose nuove opere che sono state esposte.

Quando e perché ha iniziato a dipingere?
“Ho iniziato nel 1988 disegnando visi e ritratti, come passatempo, anche perché da ragazzo disegnavo discretamente, così ho ricominciato. In seguito mi sono focalizzato sulle case mediterranee, come quelle della Puglia o della Spagna, e al momento mi sto dedicando all’astratto-geometrico”.

Quali emozioni prova mentre dipinge?
“Dipende da cosa voglio rappresentare. Ad esempio quando realizzo un quadro a tema astratto-geometrico traccio quadrati, cerchi, con colori netti, e provo una sensazione di libertà, quasi estraniandomi dalla realtà esterna. Infatti io dipingo a tempere acriliche, e non ad olio, perché si asciuga prima ed risultato è molto più brillante, e riesce meglio a manifestare il sentimento che voglio trasmettere, mentre con la pittura ad olio è necessario più tempo”.

Il tema della mostra è “Poesia dell’azzurro”: perché ha scelto questo tema e come viene rappresentato nelle opere?
“In tutti i dipinti è possibile notare, al di là del tema e dello stile, come il colore dominante sia l’azzurro. Temi e figure come l’uomo e la donna sono reinterpretati, ad esempio, nel quadro “Simmetrie di Coppia” in forme astratte, sempre con colori vividi, cercando un margine di originalità, ed è questa la poesia che voglio esprimere. In realtà, ho esposto anche alcune tra le mie prime opere, dove la fisionomia del volto è valorizzata dal tratto e dal colore, e su cui già organizzai una mostra intitolata, appunto, “Volti & Colori” al Kursaal di Grottammare, e le ho esposte anche qui alla Palazzina per mostrare il mio percorso artistico in tutte le sue fasi”.

Quali sensazioni vuole suscitare in chi osserva le sue opere?
“Voglio provocare un minimo di emozione e di stupore, di coinvolgimento dalle forme e degli colori vivaci dei quadri astratti, o di tranquillità dalle case mediterranee”.

Tra le tele esposte, qual è la sua preferita?
“Sono molto soddisfatto delle mie opere sulle abitazioni mediterranee: ho preso come modello non solo quelle del Sud Italia, ma anche di paesi più esotici come la Tunisia, l’Algeria, o il Marocco. Tuttavia il mio quadro preferito è “Esplosione di Gioia”, per il forte tratto, i colori brillanti e le sensazioni che riesce a trasmettere: in generale considero come i meglio riusciti della mia produzione un po’ tutti i quadri della fase geometrico-astratta, che ho realizzato in questi ultimi anni”.

Ritiene che siano stati efficienti l’organizzazione e l’allestimento della mostra da parte dello staff della Palazzina Azzurra?
“La Palazzina ha messo a disposizione il locale, poi mi sono occupato personalmente, con l’aiuto di un amico, dell’allestimento della mostra. Ho trovato grande disponibilità, in particolare da parte della Dott. Sorgi, che ha creduto in questo mio progetto, quindi la ringrazio, perché senza di lei la mostra non sarebbe stata possibile. C’è un piccolo problema di fondo qui alla Palazzina, ossia che i locali non possono esporre nei mesi di luglio, agosto e dicembre agli artisti di San Benedetto, e personalmente lo trovo strano, per quanto sia parte del regolamento dell’edificio, quindi spero che la norma sia modificata quanto prima”.

Pensa che San Benedetto sia una città che dia valore all’arte?
“Assolutamente no, dà poco valore all’arte, e servirebbero più esposizioni di questo genere, anche per dare modo ad altri talenti del territorio di farsi conoscere al pubblico”.

Ha dei progetti futuri o altri obiettivi da raggiungere?
“L’allestimento di questa mostra è già di per se un obiettivo raggiunto, poi mi piacerebbe puntare a città più grandi ed organizzare una mostra a Roma, o a Milano. Quanto ai soggetti, continuerò con il tema geometrico e simbolistico, ma dipingerò anche nuove case mediterranee”.