FERMO – Blitz della Polizia. Gli agenti del Commissariato di Fermo, nella serata del 3 marzo, sono intervenuti in forze a Lido Tre Archi dove più cittadini avevano segnalato al 113 esplosioni d’arma da fuoco e la presenza in strada di un cittadino di colore, seminudo, con una vistosa ferita alla testa.

Rintracciato dalla volante della Polizia l’uomo, immediatamente soccorso dal personale medico di una unità mobile del 118, veniva accompagnato presso il pronto soccorso dell’ospedale di Fermo dove veniva medicato per una ferita lacero contusa alla testa, escoriazioni e contusioni in diverse parti del corpo.

O.A, 36enne proveniente dal Niger, in Italia per richiesta di asilo politico, raccontava ai poliziotti che aveva contattato in strada a Lido Tre Archi una donna che sapeva essere una prostituta con la quale  si accordava per una prestazione sessuale appartandosi poi nell’appartamento di lei in via Tobagi.

Raggiunta l’abitazione, posta al 7° piano dell’immobile, la donna lo faceva spogliare e lasciare i vestiti nel corridoio,  invitandolo a distendersi poi in camera da letto. Trascorsi soli pochi minuti in malo modo lo invitava  ad andarsene dicendogli con non voleva più avere un rapporto con lui.

Il malcapitato, raccolti i  vestiti si accorgeva immediatamente che gli erano stati sottratti circa 300 euro che custodiva nel suo portafogli, e per tale ragione chiedeva spiegazioni alla donna per tale azione. A suo dire le sue rimostranze venivano immediatamente respinte, anche con l’intervento di un uomo che usciva dal bagno dell’appartamento che con violenza, aiutato anche dalla donna, lo spingeva  sul ballatoio.

Da ciò nasceva una colluttazione nella quale si intromettevano anche altri soggetti,  uomini e donne,  che dopo averlo bloccato in terra lo colpivano ripetutamente. Un altro individuo, giunto  sul pianerottolo del piano con l’ascensore, impugnava una pistola  con la quale  faceva fuoco due volte  verso di lui senza provocargli alcuna ferita.

O. A. riusciva quindi a fuggire per le scale e recatosi presso l’abitazione di un amico avevano poi chiesto aiuto al 113.  Contemporaneamente alle chiamate al 113, un cittadino rumeno si era rivolto invece ai carabinieri, tramite il 112, per segnalare  la medesima situazione, ma con versione diametralmente opposta, affermando che un cittadino di colore aveva tentato di rapinare una sua amica  afferrandola per il collo e chiedendogli insistentemente “money,  money”.

La scena del crimine, minuziosamente ispezionata dagli investigatori del Commissariato su quale sono stati effettuati rilievi da parte della Polizia Scientifica, portava immediatamente a considerare quale più congrua la descrizione dell’evento fornita dal cittadino nigeriano, pur non emergendo  elementi incontrovertibili in tal senso. Infatti tutti gli attori della controparte, tre uomini e tre donne di cui cinque rumeni ed un italiano, in maniera non concordante riferivano che l’aggressore era da identificarsi nell’extracomunitario. L’esperienza, la tenacia e la professionalità  dei poliziotti, impegnati per lunghe ore nelle attività investigative, ascolto di testimoni, rilievi scientifici e quant’altro, alla fine li conduceva ad ipotizzare che il gruppo afferente alle donne rumene, aveva agito in associazione per portare al compimento dei furti in danno di ignari “clienti”.

Sul posto inoltre veniva sequestrato un proiettile caricato a salve,  che in aggiunta all’assenza di ferite d’arma da fuoco sulla vittima, faceva ragionevolmente ritenere che l’arma comparsa sulla scena era certamente a salve.

L’indagine dei poliziotti si è infine conclusa con l’individuazione delle responsabilità singole ed associative, portando alla denuncia alla Procura di Fermo di I.  M. K. (di anni 30), C.  I.  E. (di anni 32), O. D.  M. (di anni 28), V. M. (di anni 21), G.  G. (di anni  41) tutti di nazionalità rumena e  P.  E. di origine campana (di anni 32)  tutti soggetti già noti alle forze di Polizia del territorio. Dovranno rispondere di associazione per delinquere, concorso in rapina aggravata, lesioni personali , esplosioni in luogo pubblico e procurato allarme.

La vicenda, che a causa della forte presenza nella zona di nutrite comunità sia rumene che sub-sahariane, rischiava di avere un ben diverso epilogo, è stata controllata con efficacia dagli agenti del Commissariato di Fermo, anche quando dopo i fatti alcuni gruppi di cittadini di colore hanno raggiunto la zona con intenti di rivalsa.