ANCONA – Non c’è ancora una sentenza, ma il parere dell’Avvocatura generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea rende molto probabile la bocciatura, da parte della Corte stessa, della proroga automatica delle concessioni balneari nel nostro Paese. Nelle Marche, così, sono circa 1500 gli imprenditori del settore che rischiano di vedere annullata la validità fino al 2020 della propria concessione. I consiglieri regionali di maggioranza, Boris Rapa (Uniti per le Marche) e Fabio Urbinati (Partito Democratico) hanno, quindi, presentato una mozione congiunta affinché prosegua l’opera di pressione già in atto da parte della Regione Marche presso la conferenza Stato-Regioni, con l’obiettivo di far intraprendere al Governo italiano tutte le azioni possibili per tutelare il settore balneare marchigiano.

“Gli stabilimenti balneari rappresentano un’importante realtà del sistema turistico marchigiano –  affermano Rapa e Urbinati – e sono costituiti in buona parte da imprese di tipo familiare che negli anni hanno effettuato consistenti investimenti per offrire servizi migliori, contribuendo ad innalzare la qualità dell’intero comparto e dando un contributo fondamentale all’economia della costa marchigiana. Il nostro atto, quindi, vuole dare pieno sostegno ai nostri imprenditori, nella convinzione che un loro eventuale sacrificio avrebbe risvolti negativi per l’intera comunità regionale”.

Alla base del parere negativo dato dall’Avvocatura Ue sulla possibilità di proroga automatica delle concessioni al 2020, così come stabilita dai decreti governativi italiani, c’è il contrasto con la direttiva europea del 2006 sui servizi nel mercato unico, la cosiddetta ‘direttiva Bolkestein’. In sostanza, le procedure di proroga attuate in Italia schivano l’obbligo di assegnare le concessioni tramite gara, venendo meno ai principi di concorrenza e di uguaglianza di trattamento tra gli operatori del settore.

Le conseguenze negative della direttiva Bolkestein nel settore turistico suscitano diverse riserve. Aprendo completamente al mercato il settore turistico-balneare, infatti, si rischia, nel breve periodo, di far perdere gli investimenti fino ad oggi fatti, credendo di avere a disposizione tempo adeguato per ammortizzarli e, nel lungo periodo, di far cadere questo settore in mano a grandi gruppi completamente slegati dal territorio ed animati esclusivamente dalla logica del profitto.

Nonostante la direttiva Bolkestein si ispiri ai principi generali di libertà di mercato e pari opportunità di impresa, la priorità per il settore turistico regionale è e deve rimanere la continuità di un’offerta di qualità, saldamente legata alla valorizzazione dell’economia locale e del territorio.