SERVIZIO PUBBLIREDAZIONALE

Immaginate di voler acquistare un qualsiasi prodotto. Immaginate il più banale e comune, una mela. La mela costa un euro.

Di fianco al bancone dove abitualmente vi rifornite, vi è un nuovo venditore di mele che non ha, però, i cartelli dei prezzi. Incuriositi, vi avvicinate. Le mele esposte sono le stesse (sapore, forma, colore, provenienza). Chiedete il prezzo, e vi viene detto che è del 40% inferiore a quello che abitualmente pagate. Oltretutto il prezzo è garantito da un contratto coperto da polizza assicurativa.

Usciamo dalla metafora e addentriamoci all’interno di una delle aziende più innovative della Riviera delle Palme e, nel suo settore, dell’Italia: la Menowatt Ge (green economy), nata dall’esperienza nel settore energetico e delle rinnovabili di Adriano Maroni e Roberto Marcucci, che lavorano assieme dal 1993 e di recente (2015) hanno aumentato il capitale sociale dell’impresa con l’ingresso di un Fondo Bancario. Senza dimenticare che Legambiente è socia con il 6,5% delle quote.

La Menowatt Ge si occupa di efficientamento dell’illuminazione pubblica con utilizzo di Led, e ha migliorato il servizio con sistemi di Smart City e Smart Metering.

“Possiamo dire di essere l’unica impresa italiana e forse europea a realizzare l’intera filiera dell’efficientamento energetico: progettiamo, produciamo noi stessi, realizziamo le analisi di mercato e le valutazioni di risparmio economico” spiega Maroni.

Perché se nel nostro esempio abbiamo parlato per comprensibilità di una mela, le somme in ballo oscillano, a seconda delle dimensioni, da qualche decina di migliaia di euro a qualche centinaio di migliaia. E, nel caso di metropoli, si arriva a cifre a sei zeri: “Una volta valutata la spesa per illuminazione pubblica di un Comune, proponiamo un contratto con un risparmio che in media non scende al di sotto del 40% della spesa totale, con punte del 65%. Ad esempio a Francavilla a Mare il risparmio è stato del 48%”. Questa cifra viene accompagnata da una polizza assicurativa: “In questo modo l’ente è più che certo che il canone che andrà a pagare negli anni a venire non subirà alcun tipo di variazione”. E così negli ultimi quattro anni sono oltre 410 i Comuni italiani che hanno sottoscritto un contratto con Menowatt Ge, tra cui grandi città come Torino e Verona o comuni di dimensioni più ridotte come Grottammare.

Tuttavia Menowatt Ge ha ampliato la gamma di servizi ad una serie di attività che stanno riscontrando un grande successo.

“Tutto è partito capendo che il lampione dell’illuminazione pubblica è una delle infrastrutture urbane più presenti nelle nostre città: in Italia ce ne sono circa 12 milioni – spiega Maroni – Oltre al servizio di efficientamento energetico con le lampade a led, i nostri punti luce sono strutturati per fornire al Comune servizi in tema di rilevamento del rumore, delle Pm10, o del livello dei rifiuti nei cassonetti, del consumo di gas o acqua negli appartamenti”.

In che modo?

“Il nostro punto luce Meridio è improntato al tema delle Smart City e degli Smart Media: crediamo che da qui passi il futuro. Dunque all’efficienza energetica abbiamo affiancato una gestione urbana d’avanguardia. Nei nostri punti luce sono posti dei rilevatori che possono consentire in tempo reale di conoscere la situazione ad esempio del rumore, o dell’inquinamento, o altri dati importanti”.

Come è possibile accedere a questi dati e in che modo?

Può farlo l’ente direttamente, o se l’ente vuole, possiamo supervisionare noi. La dislocazione dei punti luce tecnologici è disponibile su una semplice Google Maps. Il Comune di Grottammare ad esempio tiene sotto controllo il livello sonoro di alcune zone in passato soggette a problemi per la movida: ha un responso orario dell’eventuale rumore e riesce ad intervenire in caso di infrazioni. Queste informazioni sono a disposizione anche dell’Arpam, che dunque non deve più recarsi in loco con costose apparecchiature di rilevazione. I nostri sistemi inoltre possono essere indirizzati verso diverse fonti sonore, riuscendo a capire qual è l’entità del suono proveniente, ad esempio, da un locale piuttosto che un altro posto dall’altra parte della strada. Il Comune di Torino ha eseguito questi interventi nella zona più ricca di locali della città, ad esempio, e lasciando il sistema tecnologico in punti luce classici, perché situati in una zona urbana più antica”.

Oltre al sistema delle Pm10, che agisce in maniera simile rispetto al rilevamento acustico, in che modo Meridio può essere utile per rilevare i consumi di acqua e gas? E addirittura il livello di immondizia nei cassonetti?

“Per quanto riguarda i cassonetti, un sensore sistemato all’interno rileva il livello dei rifiuti e segnala se il cassonetto è pieno. In questo modo l’azienda deputata alla raccolta dei rifiuti sa se c’è urgenza di intervenire. Ad esempio a Grottammare viene già utilizzato per alcuni cassonetti che raccolgono rifiuti vegetali posti in una zona più rurale, e dunque il passaggio dei mezzi può essere calibrato senza disservizi”.

E l’acqua e il gas?

“Il dispositivo di Meridio, attraverso un sistema di radio frequenza, riesce a collegarsi con il contatore: in questo modo la società di gestione non ha problemi con i mancati pagamenti e soprattutto il cliente paga la bolletta effettivamente sul consumato e non su delle stime, con i noti problemi. Tutto sempre visualizzabile in tempo reale on line. Anche questa tecnologia è stata sperimentata con successo a Grottammare”.

Con Meridio si va verso una città davvero intelligente.

“Ci troviamo in un sentiero d’avanguardia tanto che l’Autorità dell’Energia Elettrica e Gas sta investendo proprio per arrivare ad un protocollo tecnologico per lo Smart Metering. Mentre il Politecnico di Milano cita proprio l’esperienza di Grottammare in un suo studio. Parliamo di un sistema ad esempio nel quale un Comune può decidere anche di aumentare o diminuire il livello di luminosità dei punti luce, di modificare temporaneamente il sistema di rilevazione dei rumori. Tutto gestibile senza recarsi in zona. Inoltre vi è un pagamento di una royalties ai Comuni per l’installazione dei dispositivi”.

Non le sembra anomalo che tanti comuni si siano interessati alla vostra innovazione mentre nella sua città, San Benedetto del Tronto, questa soluzione non sia stata presa in considerazione?

“Sono sambenedettese e spero che dopo le prossime elezioni la mia città possa compiere questo passo decisivo. Ho avuto il piacere di ascoltare delle proposte interessanti di Paolo Perazzoli sulla Smart City, mi sembra che abbia ben chiara la situazione e anche nella sua squadra vi siano persone che abbiano compreso la portata di questa innovazione”.

Lei è diventato consigliere della Banca di Credito Cooperativo di Ripatransone.

“Sì sono stato di recente cooptato nel Consiglio di Amministrazione della Banca di Ripatransone. Sono rimasto impressionato favorevolmente dall’alto livello di professionalità presente all’interno dell’istituto, dove si dimostra interesse e profonda attenzione al nostro territorio. Parliamo di una banca molto solida e dai parametri di base molto interessanti. Direi che è una risorsa del territorio e in quanto tale va tutelata. Le imprese e la popolazione sanno che con Bcc di Ripatransone hanno un partner affidabile e solido”.