Prosegue spedita la campagna dei candidati alla carica di sindaco della ridente cittadina di San Benedetto del Tronto, un tempo eccellenza assoluta nella pesca, nel turismo, nell’agroalimentare e nell’enogastronomia; oggi purtroppo sembra più la sorella brutta, rivestita di stracci che nascondono quasi completamente la straordinaria bellezza di un tempo.

E’ una città che è stata quasi sempre governata da personaggi di fuori, perché gli italiani e i sambenedettesi in particolare non hanno mai amato i profeti in patria, e si sono sempre divisi in tante piccole fazioni insignificanti.
Nell’ultimo decennio si è percepita maggiormente l’estraneità del governo cittadino rispetto all’anima popolare sambenedettese, tant’è vero che il sindaco Gaspari è stato più volte contestato allo stadio e altrove, a volte anche ingiustamente, per la scarsa vicinanza ai temi cari ai sambenedettesi.

Stanno entrando nel vivo le grandi manovre della campagna elettorale, ma sembra che non stiano affatto appassionando la gente, tutt’altro! Quasi tutti promettono che riusciranno a fare quello che i predecessori non hanno fatto, ma nessuno dichiara come, né quali sono le priorità su cui investire maggiormente e le corrispondenti voci di spesa da tagliare, cioè l’essenza vera dell’attività politica: pianificare il futuro e operare scelte oculate in base alle risorse disponibili, alle priorità e alle strategie. O non vogliono scontentare nessuno, o hanno poche idee ben confuse.

Le chiacchiere però “se le porta via il vento”, come si dice da noi, c’è grande voglia di concretezza; risultano stucchevoli i mille dibattiti, incontri, scontri e confronti elettorali, i mille teatrini sulle candidature, le primarie si o no o forse, e dulcis in fundo i candidati che piovono dall’alto imposti da Ancona, Pesaro, Ascoli o Offida.

La percezione è che in questo giro elettorale ci sia voglia di sambenedettesità, di recuperare il tempo perduto, di risollevarsi facendo leva sui tanti punti di forza del passato che solo i sambenedettesi conoscono a fondo, per riproiettarsi nel futuro senza paura, con il coraggio e l’intraprendenza che sono nel DNA della gente di mare.

E’ vero che non è necessario essere del luogo per risultare un buon amministratore, ma può essere un valore aggiunto importante per frenare la decadenza, per recuperare amore civico e spirito di squadra, per riavvicinare la gente e parlare la sua stessa lingua.

In questa ottica, mi piacerebbe molto sentire il dialetto dei nostri candidati, per testarne la vicinanza e la sambenedettesità, per meglio concedere la fiducia che chiedono: dunque, candidati, provate a declamare qualche strofa sulla nostra cara Sammenedètte, che tanto volete amministrare.

Vi propongo due spezzoni di storiche poesie in vernacolo, una di Piacentini e una di Quondamatteo…

Sammenedètte

Lu mònne ‘ntire pù pure ggerà,
lu mònne ‘ntire còmma sta piantate;
e quante scille tutte reggerate,
revì jècche e tte sinte ricrià.
Sammenedètte, care bille mì,
Lu mare tune jè lu ppiù lucente,
Lu cile tune jè lu ppiù ttrecchì.
(Bice Piacentini)
Lu mònne jè péne de paéscie bbìje,
ma Sammenedètte jè lu più mmìje:
perchè de paradése còmma quéste,
sòpr’a stà tèrre, puche n’eséste!
Le vèrde palme jò lu lungumare,
jè nu patremonie de chéje rare;
la spiaggie jè le sètte bellèzze,
la rèna féne, i pì t’accarèzze…
(Giovanni Quondamatteo)

 

Chi riesce a recitarle ha la vittoria in tasca. Forse!
Buona fortuna e soprattutto buon lavoro, per la città che tutti amiamo.

Primo Angellotti

APPENDICE. Al tono leggero di questo articolo, purtroppo segue un triste ritorno alla realtà con il grave episodio di violenza che sabato sera 27/2 ha coinvolto Mirco Vallorani e Pierfrancesco Troli, nella cornice della malamovida a cui da molti anni la politica non dà risposte soddisfacenti.
Ripropongo ancora le proposte di qualche tempo fa, mai pesate a dovere…
www.rivieraoggi.it/2014/11/20/190628/movida-sei-proposte-in-cerca-di-risposte-arriveranno/

Signori candidati, questo è un problema molto serio, che richiede soluzioni EFFICACI.  A voi la parola!