SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una porta sbarrata ed un’altra non definitivamente chiusa. Prosegue il caos nel centrodestra, con addirittura tre candidati sindaco intenzionati a battersi alle prossime elezioni comunali.

Se il rapporto con Orgoglio Sambenedettese è ormai irrecuperabile, Forza Italia tenterà fino all’ultimo secondo disponibile una riappacificazione con Fratelli d’Italia e Lega.

“Spero in un segnale di responsabilità e disponibilità”, dice Pasqualino Piunti. “Fino alla fine bisognerà fare in modo di andare uniti al voto. Certo, i recenti avvenimenti non lasciano ben sperare”.

Dopo mesi di rifiuti, i berlusconiani si sono convinti ad accettare lo strumento delle primarie, ma adesso sono Fdi e Carroccio a negare la possibilità di consultazioni interne.

Quella di Fratelli d’Italia e Lega è una scelta incomprensibile”, continua Piunti. “Inizialmente da parte nostra c’era stata una posizione indirizzata alla sintesi, evitando le primarie. Io non le ho mai temute, i partiti si erano mostrati contrari e io mi sono attenuto alla linea. Non si erano mai svolte e non c’era un indirizzo da Roma. Oggi però siamo disponibili ed il loro rifiuto mi fa pensare che la richiesta fosse strumentale. La nostra porta rimane aperta per la riattivazione del tavolo. Io non mi sono autocandidato; se qualcuno crede di poter giocare sulla pelle dei sambenedettesi con disegni che riguardano più i propri destini personali e scenari extracomunali, ne risponderà alla città al momento opportuno. Non è una minaccia, ma una constatazione di fronte a scelte incomprensibili”.

Nonostante la tensione palpabile, è forte la convinzione di un intervento dalle direzioni nazionali, stando anche alle parole di Giorgia Meloni del 10 febbraio scorso. “Per risolvere il rebus dei candidati di centrodestra alle prossime elezioni amministrative Fratelli d’Italia ha proposto lo strumento delle primarie. A questo punto chiedo a Berlusconi e a Salvini quando vogliamo vederci per stilare insieme le regole per la celebrazione delle primarie in tutte le principali città italiane”.

Pur non essendo una grande città, San Benedetto sarà il comune più grande delle Marche ad essere chiamato alle urne.

La parola d’ordine è aspettare. Innanzitutto il 6 marzo, giorno in cui il Pd individuerà il suo candidato. “Potremmo ricevere una frustata o una carezza”, mormorano nel centrodestra, perché è chiaro che i quattro ipotetici esiti non avranno lo stesso peso.

Il nome più temuto da Forza Italia è quello di Antimo Di Francesco, figura mite ma non divisiva, a differenza di Margherita Sorge e Paolo Perazzoli. Soprattutto in caso di vittoria dell’ex assessore, Piunti tornerebbe a sorridere, puntando a raggiungere perlomeno 5 mila voti attraverso le sole liste a supporto che consentano di giocarsi la partita al ballottaggio mediante il coinvolgimento di un elettorato trasversale.

Certo è che il consigliere comunale azzurro non si ritirerà: “Sarà il mio canto del cigno – scherza – il ruolo da sindaco rappresenterebbe l’apice di una carriera nella quale ho profuso molto impegno, al di là di umani errori. Svolgerò un solo mandato di cinque anni, puntando a far crescere una nuova classe dirigente. Qualcuno sostiene che il mio obiettivo sia ricoprire l’incarico di presidente del Consiglio in una maggioranza di sinistra? No, non ho retropensieri di questo genere. Punto solo a fare il sindaco”.

Intanto, venerdì prossimo Lega e Fratelli d’Italia organizzeranno a San Benedetto un convegno sulla sicurezza (Ristorante Papillon, ore 21). Oltre al candidato sindaco Massimiliano Castagna, parteciperanno tra gli altri Alberto Torregiani (figlio di Pierluigi) e Francesco Sigignano, il pensionato di Vaprio d’Adda che ad ottobre sparò ad un ladro che aveva fatto irruzione nella sua abitazione.

Lo stesso Sicignano ha recentemente ufficializzato la candidatura al consiglio comunale di Milano tra le fila di Forza Italia. Non proprio una mossa coerente da parte dei segretari Carlo Ciccioli e Luca Paolini.