SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ assolutamente vero che a San Benedetto il calcio, anzi, pardon, la Samba (che è calcio, ma in una maniera separata dal contesto sportivo calcistico: sì, è una malattia), viene vissuta in maniera sempre eccessiva. Enfatizziamo il sempre: nel bene, o nel male. Così persino un buon pareggio in trasferta su un campo ostico e senza tifosi, dopo ben nove vittorie consecutive fuori casa, determina tantissime analisi, recriminazioni, insoddisfazioni per ora molto latenti.

Giusto così: è segnale di una passione intatta quando, con le vicende societarie più o meno recenti, l’elettrocardiogramma rischiava di essere piatto. La pressione su società, allenatore, giocatori e stampa c’è sempre e sempre ci sarà. Sta agli attori che devono prendere delle scelte gestirle in maniera da far prevalere sempre la razionalità nelle tempeste sentimentali, d’affetto o talvolta di sconforto che s’alternano attorno alla maglia rossoblu.

Ed è vero che il calciomercato invernale della Samb ha avuto un passaggio a vuoto abbastanza clamoroso. Regola di base in Serie D, dove la presenza di quattro under determina la forza di una squadra, è quella di decidere i quattro ruoli da assegnare ai giovani e coprire ciascun ruolo con due giocatori nati nello stesso anno d’età, in modo da non aver alcun tipo di problema in caso di infortunio. Peggio ancora se dovesse avvenire durante l’incontro. Così se ad esempio è costretto ad uscire un terzino sinistro classe 1996, ecco che al suo posto dovrà entrare un terzino sinistro del 1996, disponibile in panchina. Lo stesso per gli altri ruoli “under”.

La Samb invece schiera in attacco Sorrentino, il quale però non ha nessun under classe 1995 pronto a sostituirlo in quel ruolo. C’era in realtà un altro 1995 già pronto, Trofo, ma era un centrocampista centrale. Tuttavia la loro alternanza poteva giustificare il disegno di due formazioni, offensiva/difensiva, lasciando inalterato il resto dello schieramento (ne scrivemmo già qui ad ottobre). Questo, ora, non è possibile. Se esce Sorrentino entra Candellori, esterno sinistro di centrocampo. Quindi salta il 4-3-3 (a meno che Candellori non sia rischiato come esterno d’attacco…), e la Samb sarebbe costretta al 4-4-2, schema non ideale per l’ottimo Barone. E senza un centravanti vero. Forse Palladini sta studiando una variante. Prima del 4-3-3 aveva sperimentato il 4-2-3-1, con Titone che rafforzava il centro dell’attacco con Sorrentino.

Altra possibilità, se Candellori non fosse pronto a giocare una gara così importante, l’ingresso di Pettinelli come esterno di centrocampo e Carminucci come terzino. Resterebbe sempre l’incognita di un centrocampo a due con Barone-Sabatino, l’attacco a due sarebbe composto da Titone e Gavoci, un giocatore valido ma pur sempre con l’incognita di essere un quasi esordiente con la Samb.

Supposizioni che soltanto Palladini può valutare al meglio, non avendo mai avuto il riscontro del campo. In questi casi ciò che potrebbe essere un azzardo, il cambio del modulo di gioco alla vigilia delle due partite fondamentali del campionato, potrebbe essere valutato come una geniale lettura dei propri giocatori da parte dell’allenatore Palladini. Dipende dai risultati.

TIFOSI Per il resto, siamo sicuri che i tifosi rossoblu domenica prossima sosterranno al massimo l’undici che scenderà in campo, perché è fondamentale che dal dittico Fano-Matelica la squadra esca rafforzata nelle sue convinzioni, grazie ad una classifica positiva. Il pareggio con il Monticelli ha un solo aspetto positivo: far capire che vincere i campionati è cosa difficile e sempre sofferta, e chi pensava di chiudere i conti già a gennaio forse non aveva sognato troppo in anticipo.