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Prima di Natale abbiamo attraversato un periodo un po’ burrascoso e già all’interno del Comitato si respirava aria di dimissioni”: Carmine Bosica parla oramai da ex presidente del Comitato di Quartiere Agraria, ruolo nel quale è stato eletto poco più di un anno fa, era il dicembre 2014.

Poi, martedì 19 gennaio, l’ufficializzazione della sfiducia di 7 consiglieri comunali su nove e, di fatto, il decadimento da Bosica dal suo ruolo. Abbiamo voluto ascoltarlo, assieme al Tesoriere Costanzo Innocenzi, per capire quali sono le dinamiche che hanno portato alla loro sfiducia. Nel box che presentiamo di lato, una proposta di Bosica in merito alla riorganizzazione dei Comitati di Quartiere, tema sollevato di recente sia dal candidato alle primarie del Pd Paolo Perazzoli che dall’ex consigliere di Rifondazione Comunista Daniele Primavera.

Naturalmente, se lo vorranno, daremo spazio ai consiglieri che si sono dimessi per consentire il confronto tra le diverse opinioni

Per quale motivo, secondo lei, c’è stata questa sfiducia?

“Le motivazioni possono essere diverse. C’è chi, come Luigi Piunti, criticava il mio operato perché secondo lui potevamo essere più incisivi sulla questione dello stoccaggio gas o dell’antenna Vodafone. Voleva un comitato di battaglia, se possiamo chiamarlo così, ma il nostro ruolo e le nostre forze sono diverse, possiamo muoverci in appoggio ad altri come, nel caso dello stoccaggio gas, all’associazione Ambiente e Salute nel Piceno”.

E gli altri sei?

“Può darsi dicano che io sia autoritario, o che abbia cercato di mettere delle regole uguali per tutti che possono aver dato fastidio a chi era abituato diversamente”.

Ad esempio?

Il tesoriere Innocenzi spiega: “Qualcuno è rimasto sorpreso per il fatto che abbiamo comprato un quadernone di partita doppia per registrare ufficialmente tutte le entrate e le uscite. In precedenza questo non veniva fatto ma noi abbiamo voluto sempre che le cose avvenissero in maniera chiara”.

“Anche perché – interviene Bosica – è facile sentirsi dire dalle persone del quartiere che si sta nel comitato per interessi personali: a me per strada i cittadini del quartiere Agraria mi hanno sempre fatto intendere che se si sta in un Comitato è perché sotto sotto c’è qualcosa da contrattare. Nessuno mi ferma per chiedere degli interventi migliorativi del quartiere, e invece tutti lanciano allusioni sul fatto che si possa agire in maniera disinteressata per il bene del proprio quartiere. A loro ho sempre detto: perché non vi candidate voi, allora? Io non ho fatto il presidente per una questione personale ma come servizio a favore dei miei concittadini”.

A quanto ammonta il “budget” di un Comitato di Quartiere?

“Appena 500 euro all’anno. Sono utilizzati per iniziative che nel nostro caso sono la “Fochera” del 9 dicembre e la festa della Befana del 6 gennaio. A questo si possono aggiungere eventuali contributi derivanti appunto da feste o offerte. Dal precedente comitato abbiamo ereditato circa 700 euro. Siamo stati accusati di chiedere troppe informazioni sulla gestione della vecchia gestione ed essendoci tre consiglieri presenti già nella passata gestione, la cosa ha creato delle frizioni. Un altro motivo di tensione è originato dal ruolo dell’associazione Parco Annunziata, di cui sono componenti anche i tre consiglieri citati poco fa: in precedenza tutti e nove i consiglieri del quartiere Agraria erano associati con Parco Annunziata, il che creava dei possibili problemi, quasi una collaborazione univoca. Dal fatto che noi abbiamo considerato il Parco Annunziata un’altra entità ha originato dei dissapori anche con il precedente presidente del comitato Andrea Traini, all’inizio invece nostro sostenitore”.

I Comitati di Quartiere sono diventati un palcoscenico per chi vuole poi fare politica a livello comunale?

“Probabilmente sono una vetrina perché poi ad ogni elezione c’è una migrazione da consiglieri a candidati nelle liste. Purtroppo molti puntano a fare gli assessori e invece si ritrovano ad essere portatori di voti inconsapevoli. Così all’interno dei Comitati nascono dispute di tipo politico senza che si abbia né la cultura né l’importanza di una giunta comunale. C’è ad esempio chi si è dimesso perché si candiderà in una lista con la quale ha preso accordi. E potrebbe non essere l’unico”.

Come si risolve questo problema?

“Potrebbe essere anche irrisolvibile. Personalmente non sono stato cercato da nessuno né ho una linea politica chiara per quanto riguarda le elezioni amministrative, dove per me conta più l’uomo che la politica in sè. Forse, il fatto che io sia stato votato da 49 cittadini, non fa di me una persona adatta nel ruolo di porta-voti”.

Se fa un consuntivo di questo anno alla guida del Comitato, cosa ci può dire nei rapporti con il Comune?

“Abbiamo ricevuto in eredità problemi spinosi e di difficile soluzione, soprattutto adesso che i tagli ai bilanci comunali non rendono semplice l’intervento. Ci siamo interfacciati spesso con Sestri, il quale però, alle nostre richieste, ci ha sempre risposto negativamente proprio per mancanza di fondi. Abbiamo avuto un buon rapporto con Spadoni, sempre disponibile nel suo ruolo di referente per i quartieri. Male invece con Canducci, per la questione dell’antenna in zona San Giovanni: gli chiedemmo in un incontro di essere aggiornati, poi, quando l’antenna fu messa a nostra insaputa, ci disse che ci aveva già detto tutto. Una menzione particolare va all’associazione Ambiente e Salute nel Piceno che ci ha aiutato molto sulla questione dello stoccaggio gas”.

E a livello personale?

“Esperienza positiva, ho capito tante cose che mi hanno aperto la mente, mentre è stata deludente a livello umano, con tradimenti, mezze bugie, come se fossimo in ambito politico e invece non si lottasse per migliorare il proprio quartiere. Ho dato al quartiere Agraria il mio tempo libero, sottratto alla famiglia, e di questo sono fiero”.

Quali sono i problemi principali del quartiere?

“Quello degli allagamenti è storico e irrisolto, anche se adesso sembra partito il cantiere. Abbiamo una situazione molto particolare in via Ugo La Malfa, la quale risulta pedonale sulla carta ma di fatto è aperta al transito e ci sono anche stalli per parcheggio persino per portatori di handicap. Quindi, se dovesse accadere un incidente in quella via, ci sarebbero dei rischi seri per quanto riguarda le coperture assicurative. Abbiamo chiesto tante volte il perché una via che sulla carta è pedonabile è poi in realtà transitata persino dai pullman di linea, ma nessuno ci ha mai fatto capire”.

Si ricandiderà?

“Bisogna pensarci, perché il rischio è di ritrovare ancora una volta le stesse dinamiche che sto denunciando”.